Il Vangelo ricorda anche che:
Chi varca la soglia del Tempio per fare il proprio interesse assaggerà la frusta.
Chi si trova al cospetto del Divino ma si rifiuta di riconoscerlo è destinato a morire nei suoi peccati.
Chi ha conosciuto l’Insegnamento ma a causa della sua ignavia non lo mette in pratica o lo disprezza sarà gettato nel lago di fuoco.
Per chi tradisce un Maestro sarebbe meglio non essere mai nato.
Per chi si rende responsabile della corruzione di un innocente sarebbe meglio se gli fosse appesa al collo una macina trainata da asino e fosse gettato nel fondo del mare.
Chi è chiamato al Servizio ma temporeggia inutilmente si dimostra indegno.
Chi ritiene che qualunque rapporto terreno (con i figli, con il partner, con i genitori, e persino con se stesso/a) sia più importante dell’Insegnamento non è degno dell’ Insegnamento.
Se un legame, una situazione o un tuo meccanismo ti trascinano in basso dacci un taglio netto e getta tutto ciò lontano da te, perché è meglio entrare nel Regno avendo perso qualcosa che essere gettati nel lago di fuoco “tutti interi”.
Per chi disprezza la Via del Perdono e non perdona al suo prossimo come il Signore gli ha perdonato “saranno pianto e stridore di denti”.
La Vita non vive solo di gentilezza. Sognamo una divinità che sia solo gentilezza perché come eterni bambini rifiutiamo di divenire responsabili delle nostre azioni. La Vita invece ci chiede sistematicamente di rendere conto delle nostre azioni, di sporcarci le mani e di sostenere le conseguenze dei nostri intenti. Gesù non era “arrabbiato” quando diceva simili cose. Voleva però che avessimo ben chiaro che le negligenze hanno sempre un caro prezzo. E in ciò non vi è nemmeno un grammo di “morale”.
Alessandro Baccaglini
Fonte: https://www.facebook.com/baccagliniperfectlove/
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