Sto volando -in astrale- da alcuni minuti, nella retta di un suono sottile e cadenzato, che mi giunge ripetuto da un punto sconosciuto dello spazio.
Attraverso rapido larghe zone d’ombra che mi vengono incontro, e persisto nella direzione di quell’eco che però non mi pare si stia avvicinando. Provo allora ad aumentare la velocità e …vedo che mi riesce.
Spingo ancora di più, e la reazione è di nuovo sollecita. Odo ora chiaramente un sibilo, la cui intensità diventa sempre più acuta: finché infine si squarcia in fulminei e lucentissimi angoli multiformi. Vengo sbalzato lontano….
Riprendo coscienza nella luce incerta di una casa, dove mi imbatto in alcune persone raccolte in silenzio attorno a un giaciglio. Distesa sopra, v’è una giovane dall’apparente età di 18/20 anni.
C’è nell’aria un senso di grande sconforto.
“Che questa ragazza stia male?” chiedo a una delle donne che l’assistono.
“Sì” mi risponde, “Sta morendo”. “…Come morendo? ma questo non è già l’al di là?” “Certo, però si muore anche qui“.
(?! …Rimango qualche momento pensieroso e perplesso).
“Ma se decade anche il corpo astrale, poi che succede?”.
“La sua essenza spirituale verrà ricomposta in una entità eterea ancor più sensibile”.
“E dove andrà?”.
“Non lo sappiamo”.
Resto assorto per quanto udito, ma sento la sconosciuta che incalza: “Vedi, noi ti abbiamo chiamato perché tu la possa proteggere e condurre in salvo dopo che lei si sarà sciolta dal suo legame attuale”.
“Io?..E come potrei?..”
“Quando il momento verrà, noi crediamo che tu lo saprai”.
Non so cosa rispondere. “Sì, ma come posso fare io qualcosa che voi non potete?”.
“Tu (insiste la donna), sei in relazione con una parte spirituale superiore; alla quale puoi accedere anche da questa condizione”.
Istintivamente mi guardo un braccio; è più brillante rispetto al suo, come se fosse percorso dalla corrente. Non mi resta che convincermi di quanto m’è stato appena detto.
Mi avvicino a guardare la ragazza che giace. Non sembra che soffra, tuttavia mi fa pena. “Ma che cos’ha?” chiedo ancora. “L’energia vitale del suo corpo sottile si sta esaurendo e…(prevenendo la mia domanda) non c’è più niente da fare!
Li vorrei confortare dicendo loro che non tutto è perduto quando si muore; ma la giovane ha in quel momento dei sussulti violenti. La donna con la quale ho parlato mi si strige in fretta vicino e in un soffio mi supplica: “L’affidiamo a te, ti prego, aiutala come meglio puoi!”
Non c’è nemmeno il tempo di risponderle. Scariche elettriche sottili come lamine si sfaldano da lei visibili, e unendosi s’involano lontano nell’aria.
Ora…ora…so come fare!
L’inseguo velocissimo, e con un balzo poderoso la sospingo di proposito molto in alto mantenendovela con forza.
…Appena riappare, mi ringrazia sorridendo; e visto che adesso navighiamo in tutt’altra zona, mi fa segno che ormai può farcela da sola. Allora la lascio, restandole accanto per assicurarmene. E vedendo che procede agile e svelta, la guardo finalmente allontanarsi nel cielo verso un destino e una meta che non posso conoscere. Un po’ rattristato -una volta rimasto solo – mi vien da chiedere (alla mia voce nell’ombra):
“Ma a che sono servito?”
“Può sembrare a te che non sia molto quello che hai fatto: ma per lei questa tua presenza opportuna potrebbe aver rappresentato il passaggio molto rapido da un piano e tipo di esistenza ad un altro” Mi sento rispondere.
“In parole più stringate Gil…anni d’attesa elusi”.
Autore: Gilberto Moneta
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