Una coscienza fortemente individualizzata come quella dell’europeo moderno deve avvertire il bisogno di restaurare l’unione con i ritmi della natura. Il grande ciclo dell’anno, con la sua varietà di stagioni e i significati metafisici che si legano ai solstizi e agli equinozi, offre all’uomo moderno la possibilità di rinsaldare il vincolo tra lo spirito individuale e l’anima del mondo, tra il “soggettivo” e l’ “oggettivo”, traendo da tale rinnovata unione energie e conoscenze sottili.

A tal fine, Rudolf Steiner tenne negli anni immediatamente successivi alla grande guerra un ciclo di conferenze che pubblicate sotto il titolo de L’esperienza dell’anno in quatto immaginazioni cosmiche andarono a formare un prezioso trattatello alchemico. Per l’uomo europeo, comprendere il significato delle quattro feste fondamentali può voler dire restaurare i quattro cardini del tempo e attivare una forma di “rito” perfettamente aderente al presente ciclo storico. Compresa a fondo nei suoi ritmi, la natura ritorna ad essere una immensa teophania, fonte di esperienze sempre più profonde per chi sappia amarla e seguirla.

L’estate è la stagione in cui lo spirito cosmico agisce maggiormente sulla sensibilità, inducendo una sorta di dormiveglia che ristora le forze. La vita all’aria aperta, l’abbraccio dei raggi solari, la gioia per la musica, lo stesso piacere sensibile lungi dall’essere aspetti di una vita profana acquistano pertanto un significato superiore. Ma in questo scenario – apparentemente bucolico – si insinua l’ombra dell’antico serpente.

Spirito di Natura.

Dalla primavera all’estate, le forze della natura diventano sempre più attive e attraggono l’uomo fuori di sé. La sensibilità animica tende ad aprirsi a tutto ciò che vive nel mondo esterno. È il momento di immergersi nella natura vivente, fiorendo insieme al fiore, germogliando con la pianta, fruttificando insieme all’albero (1). Immersi nella visione di ciò che cresce e fiorisce, della luce che si espande, della pianta che germoglia, la spiritualità della natura ci viene incontro.

Quando il calore del Sole comincia a cuocere i frutti sugli alberi e le lucertole se ne stanno immobili sui muri, allora la terra si dispone in un cosmico dormiveglia (2). La luce dell’ora meridiana avvolge le forme vegetali e animali, la stessa coscienza degli uomini in un’atmosfera sognante (3). I sogni che salgono dalla interiorità appaiono per un istante più concreti dei fatti materiali. Nella notte il sublime delle stelle incombe sulla terra e il vortice siderale risucchia la mente dell’uomo. Nella osservazione dei pianeti, nello studio delle costellazioni si rivela l’ordine cosmico che regge i destini di ogni cosa. È un sentimento arcano quello che rapisce gli uomini nelle notti calde d’estate, quando essi contemplano la maestà del firmamento.

Intanto, nell’atmosfera fluttuano e turbinano gli spiriti di natura, che sono il completamento eterico della natura sensibile. Gli esseri elementari volteggiano intorno alle forme vegetali, salgono e si portano più in alto assecondando le leggi di movimento dei pianeti, le leggi di sviluppo delle stelle fisse.

Rapporti alchemici.

Le piante crescendo portano in aria i Sali che hanno estratto dalla terra.
L’aria, intanto, è sempre più permeata di calore. Nella chimica ermetica, il processo per cui l’aria diventa satura di calore è detto sulfurizzazione. Percependo con calma, quasi con compiacimento, il calore delle giornate estive, si percepisce l’elemento alchemico dello Zolfo. Il processo di sulfurizzazione può essere immaginato come un guizzare di folgori nell’aria. Nell’aria rovente, lo Zolfo guizza come folgore.
In piena estate si forma nell’atmosfera una miscela alchemica di Sale, Mercurio, Zolfo.
Il corpo fisico-eterico si infiamma di un interiore fuoco sulfureo: una potente corrente caldo-luminosa percorre la spina dorsale, attraversa gli arti, sale dal sistema nervoso al cervello. Al solstizio d’estate si vedono le lucciole lampeggiare nella notte; allo stesso modo, l’uomo diventa visibile nel cosmo, lampeggiando di meravigliosa luce astrale. Nell’estate inoltrata, l’uomo è un lucente fantasma giallo-azzurrognolo, avvolto da una nube sulfurea che si eleva dal basso alla testa.

La Seduzione Ahrimanica.

Ma nella maestosa bellezza dell’aura una forza nemica si insinua. Le correnti sulfuree che salgono lungo la verticale della figura umana portano con sé come un’ombra le forze ahrimaniche che serpeggiano dalla terra e cercano di conquistare la coscienza dell’uomo mescolandosi alle calde correnti. Tra gli uomini risplendenti di luce astrale queste forze si insinuano per irretirli, per attirarli nelle regioni del sogno, del sonno, dell’inconscio. Esse hanno l’obiettivo di fare degli uomini dei sognatori cosmici, non più coscienti di sé, in balia degli impulsi ottusi del corpo.

Ipnotizzati in tal modo, gli uomini si abbandonano alla vita delle sensazioni sfrenate. Allora perdono il senso della sazietà; la sessualità smette di essere una gioia e diventa una cieca necessità, l’indolenza incatena le forze di volontà e il pensiero diventa un semplice prodotto di trasformazione delle sostanze ingerite nello stomaco. L’inconscio e l’istinto prendono il sopravvento, e alla fine l’aura umana si oscura.

Dalla terra accaldata e quasi fumante d’estate si innalza l’immagine del grande drago ahrimanico, simile al serpente che fu ucciso da Apollo. Il drago prende corpo dai vapori, dalle correnti sulfuree giallo-azzurrognole che si effondono nell’atmosfera. Esso è il simbolo della forza che avvolge l’uomo nella ottusità materiale. Quando declina l’estate questo drago-serpente tende a spargere terrore sulla terra. Gli uomini che cedono alla seduzione ahrimanica diventano fiacchi e vigliacchi, perché alla mollezza del corpo sempre segue la codardia. La paura di tante cose si impadronisce di loro e viene meno il coraggio.

L’Arma degli Dei.

Ma quando, al culmine dell’estate, diventano visibili sullo specchio del cielo le tracce dei meteoriti una forza opposta comincia ad influire sulla coscienza degli uomini.

Il fenomeno delle stelle cadenti che brillano nelle notti d’agosto nasconde il segreto di una forza cosmica che agisce dall’alto verso il basso e va a combattere la seduzione di Ahrimane (4). All’immaginazione si prospetta così il grande quadro di una lotta cosmica: dalla terra, mescolati ai calori dell’estate, serpeggiano influssi che mirano a rendere l’uomo un ottuso animale. Dal cielo piovono grandiosi stormi meteoritici: in essi è contenuto il ferro cosmico, il sideron. Quando l’umanità era giovane, all’aurora dell’età dei metalli, il primo ferro fu estratto dalle meteoriti cadute fino a terra. Col ferro piovuto da spazi siderali si forgiavano le armi degli eroi. Ancora oggi, la visione delle stelle cadenti nelle notti fresche d’estate ci ricorda l’azione di un Ferro spirituale che dal cielo si riversa in aiuto degli uomini: è l’Arma degli Dei mandata sulla terra per combattere l’oscuro signore che vorrebbe avvolgere gli uomini luminosi tra le sue spire di drago.

Man mano che l’estate consuma se stessa il sangue umano viene sempre più irraggiato, pervaso di Ferro alchemico. Si forma così, per chi se ne avvede, una corazza spirituale che protegge dal drago; si forgia l’Arma degli Dei che combatte ogni paura, ogni vana agitazione.

Dio-Padre, Terra-Madre, Dio-Sole.

Guardando in alto, nel cielo d’estate, sorge il presentimento della divinità del cielo. La grande divinità patriarcale del cielo luminoso, colui che gli antichi chiamavano Zeus, Deus-Pater, vive nella luce e nel calore del giorno. Si manifesta in ogni fenomeno celeste: nel tuono, nella folgore, nella pioggia scrosciante che rinfresca la stagione. Il suo sguardo maestoso richiama gli uomini ai doveri particolari relativi alla loro condizione, alla missione di vita che marchia ogni esistenza.

Tutto sale in estate verso il cielo: l’acqua che evapora, gli spiriti di natura; gli stessi aneliti degli uomini salgono al cielo come l’anima del defunto che si libera dal rogo. La terra nella sua parte estiva si apre come un fiore agli spazi siderali. Contemplando il cielo ardente dell’estate e la meravigliosa armonia delle stelle si conferma nelle menti la percezione di quella grande intelligenza cosmica che ordina le leggi di natura e manifesta il suo potere creativo nelle miriadi di forme vegetali, animali che germinano sulla terra, crescono, si ramificano.

Mentre il nostro sguardo si perde nella immensità luminosa del cielo, i nostri piedi calcano la solida terra. Dalla terra salgono le forze di volontà: il primo atto di volontà dell’uomo è quello di alzarsi in piedi e camminare sulla superficie della terra. Con i primi incerti passi il bambino compie la sua prima impresa, mentre i genitori gli dicono: “forza!”. La terra è scaturigine di forze di volontà. Camminare sulla terra fa sì che l’uomo assimili energie dalle profondità, per questo il primo esercizio dell’addestramento militare è il marciare. Dalle profondità della terra si innalzano correnti che corroborano le energie dell’uomo: le esplosioni vulcaniche sono il simbolo di queste correnti di volontà che dalla Madre Terra salgono agli uomini.

Se volgiamo il nostro sguardo meditativo verso il basso, anche qui ci appare un nume divino: è la divinità terrena, la dea madre di ogni esistenza – Demeter, dicevano gli antichi (5). È la divinità buona che consolida la materia sulla quale l’uomo nasce, cammina, agisce e alla fine depone il suo corpo. Quando il grano biondeggia nei campi, anche gli uomini moderni possono ricordarsi della feconda madre di ogni esistenza.

Nel cuore della terra con un lungo lavorio si formano i cristalli: essi si dispongono secondo linee, piani, angoli nel regno compatto delle profondità. Una forza profonda instancabile procede alla formazione dei cristalli; è la stessa forza che nell’uomo si manifesta come volontà. È la stessa forza che condensa le ossa umane, dure come la materia cristallina, indispensabili per l’attuazione della volontà: fin quando non si spezzano le ossa l’uomo può spingere in avanti il suo braccio e il suo passo.

La figura umana eretta si staglia tra le due grandi divinità manifeste nel cielo e nella terra. Immergendo il suo sguardo nella luce celeste, l’uomo è spinto a regolare tutti i suoi sentimenti, tutti i suoi impulsi secondo un retto pensiero, in armonia con la grande intelligenza che regge il cosmo. Camminando sulla materia terrestre, l’uomo è spinto ad agire, a costruire, a combattere, a mettere a frutto quelle energie che la terra-madre gli dona fin dalla nascita. In piena estate, allo sguardo meditante dell’uomo, la natura riflette i volti della grande triade divina: il dio-padre del cielo, la grande dea-madre della terra, e al centro come un giovane figlio dell’uno e dell’altra la bionda divinità che si irraggia dal disco del Sole.

In alto, nella luce e nel calore la divinità paterna creatrice di vita.

Nelle profondità, l’essenza divina della Madre Terra che ci avvolge con il suo profumo, che si trasmette a noi attraverso il respiro. Nel centro del mondo diurno, lo splendore celeste del Sole, che bagna di luce i nostri corpi, che avvolge la nostra aura, rende scintillante il nostro stesso scheletro.

L’argento si tramuta in oro.

Nella natura d’estate avviene anche un processo alchemico – simile a quello che avviene nel corpo umano: l’Argento alchemico che si forma nelle profondità della terra tende a salire verso l’alto sull’onda del calore che si sprigiona nell’atmosfera. Questo Argento Alchemico ascendendo verso il cielo si intesse nella luce e diventa Oro. Si coltivi questa immagine nell’interiorità dell’anima: l’Argento che si forma nelle profondità della terra nel pieno della calda estate sale verso il cielo e lì in alto si tramuta in Oro cosmico.

Gli uomini che sulla terra agiscono con forza nel portare avanti i loro compiti individuali, la loro missione di vita, si inseriscono in questa corrente che dalla terra sale verso il cielo, e ne traggono rinnovata energia. L’atmosfera dell’estate è segnata da una possente musicalità. La terra si apre all’universo e nelle notti calde il firmamento si dispiega in tutta la sua bellezza, per questo motivo l’orecchio spirituale si fa più sensibile alla “musica delle sfere”, ai rapporti armonici che vibrano nell’immensità.

La musica terrena, l’arte musicale degli uomini, è un riflesso di questa sublime armonia; godendo della musica, della melodia gli uomini traggono una gioia motivata dal fatto che l’armonia musicale favorisce l’unione tra l’anima individuale e il cosmo.

 

  1. cfr gli esercizi sulla vita che fiorisce, sul seme e sull’albero, sulla percezione dei suoni descritti in Esercizi di formazione del 5.IV.2005.
  1. i Greci parlavano di ora “panica”, riferendosi a quella atmosfera di sospensione che accompagna l’ora meridiana, nella quale essi avvertivano la manifestazione del dio Pan.
  1. si pensi al titolo e ai contenuti di una celebre commedia di Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate.
  1. Ahrimane, il dio della oscura materia, l’avversario di Ahura Mazda nella tradizione aryo-iranica, viene rievocato dall’occultismo tedesco d’inizio Novecento come simbolo della forza che tende ad “animalizzare” gli uomini e a rinchiuderne pensieri e desideri nel ristretto circolo della materia. Parzialmente esso corrisponde alla figura di Mefistofele, la figura descritta da Goethe nell’atto di proporre a Faust il famoso patto.
  1. si consideri anche la percezione della divinità della Terra presso gli antichi popoli germanici.

 

Fonte: https://www.centrostudilaruna.it/apsolstiziodestate.html





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