Si dice che un pettirosso che appare alla finestra annunci l’arrivo del freddo e della neve, questo piccolo animale il cui nome scientifico è Erithacus rubecula (Linnaeus, 1758) è un passeriforme della famiglia dei Muscicapidae; il suo canto lo si può udire per tutto l’inverno ed è a detta di molti un simbolo di rinascita in quanto per molto tempo fu l’uccello simbolo dell’anno nuovo.
Il pettirosso ha anche diversi connotati simbolici, è infatti indicativo di speranza, ottimismo, di armonia, sostenimento e felicità; nonostante sia un uccellino spesso rissoso e intraprendente, per niente timido e spesso anche sfrontato, viene associato ad immagini di tranquillità e pace, forse perchè arriva in inverno, quando tutto è coperto dalla neve che ovatta i suoni e l’unico che si sente cinguettare in giro è proprio lui.
Alcuni lo associano all’imprevedibilità e della riservatezza, forse perchè canta solitario.
Nel folklore francese e britannico era simbolo del dio del tuono: Thor, mentre nelle leggende del cristianesimo era colui che accompagnava le anime nel regno dei morti, questo soprattutto grazie alla credenza inglese che sia compito dei pettirossi seppellire i morti restati senza sepoltura nei boschi.
Ma aggiungiamo anche l’importanza che ricopre il pettirosso nella tradizione celtica, dove l’uccellino piumato di rosso lotta con lo scricciolo, un altro uccellino, e questa lotta simboleggia il passaggio tra le due parti dell’anno, estate ed inverno, ma soprattutto il passaggio da anno vecchio ad anno nuovo; questo avvicendarsi è rappresentato dalla lotta tra il re-agrifoglio (o vischio), che rappresenta l’anno nascente e il re-quercia, che rappresenta l’anno morente. Durante il solstizio d’inverno il re-agrifoglio vince sul re-quercia, e viceversa per il solstizio d’estate. Nei due alberi vi sono nascosti i due uccellini così che lo scricciolo rappresenta l’anno calante e il pettirosso l’anno nuovo.
In moltissimi quadri e libri viene raffigurato come araldo di metamorfosi positiva, di rinascita a nuova vita spirituale, tra i molti racconti ne “Il Giardino Segreto” di Frances Hodgson Burnett è proprio il pettirosso che guida la protagonista sul sentiero della sua nuova e più felice esistenza, è questo piccolo animale a spingerla a sfidare i suoi limiti, ad affrontare i segreti e rendere nuovamente fiorito il giardino e l’amore della famiglia tutta.
La leggenda del Pettirosso e del Natale.
Un piccolo uccellino grigio divideva la stalla a Betlemme con la Sacra Famiglia. La notte, mentre la famiglia dormiva, l’uccellino notò che il fuoco che li scaldava stava per spengersi.
Così, per tenere caldo il piccolo, volò verso le braci e tenne il fuoco vivo muovendo le ali per tutta la notte. Il mattino seguente l’uccellino fu premiato con un bel petto rosso brillante come simbolo del suo amore per Gesù Bambino.
Le tre massime del pettirosso
Un uomo trovò un pettirosso impaniato fra gli spini e lo catturò, dicendo: “Che bellezza, me lo porto a casa e me lo faccio allo spiedo”. Al che il pettirosso gli parlò: “Che ben magro pasto faresti col mio corpicino minuto! Se invece mi lasci libero, in cambio ti dirò tre massime di grande valore”.
“Si, d’accordo, – rispose l’uomo – ma prima dimmi le massime e poi ti lascerò andare”.
“E come posso fidarmi? Facciamo così: io ti dico la prima massima mentre mi hai ancora in mano. Se ti va, mi lasci andare e io volo su quel ramoscello vicino, da dove ti dico la seconda massima, e dove mi puoi anche raggiungere con un salto. Poi volerò sulla cima dell’albero, e da li ti dirò la terza massima”.
Così fu convenuto e l’uccellino cominciò: “Non ti lamentare mai di ciò che hai perso, tanto non serve a nulla”.
“Bene, – disse l’uomo – mi piace”, e liberò il pettirosso che dal ramoscello vicino disse la seconda massima: “Non dare mai per scontato ciò che non hai potuto verificare di persona”.
Dopo di che il pettirosso spiccò il volo, e mentre raggiungeva la cima dell’albero gridò tra i gorgheggi: “Uomo sciocco e stupido! Nel mio corpo è nascosto un bracciale tutto d’oro, tempestato di diamanti e rubini. Se mi avessi aperto, a quest’ora saresti un uomo ricco”.
Al che l’uomo, disperato, si buttò a terra stracciandosi le vesti e gridando: “Povero me: in cambio di tre massime ho perduto un tesoro favoloso! Me disgraziato, perché ho dato retta al pettirosso! Perché questo insulso scambio per tre sole massime …. Ma, un momento! Ehi pettirosso: me ne hai detto solo due; dimmi almeno anche la terza!”
E il pettirosso rispose: “Uomo sciocco, tre volte sciocco: ti ho pur detto come prima massima di non lamentarti per ciò che hai perso, tanto è inutile. Ed ecco che sei per terra a lamentarti.
Poi ti ho detto di non dare mai per scontato ciò che non hai potuto verificare di persona, ed ecco che tu credi a quel che ti ho detto senza averne la benché minima prova. Ti sembra forse che il mio piccolo corpo possa racchiudere un grosso bracciale?
Se non sai fare uso delle prime due massime, come puoi pretendere di averne una terza?” E volò via.
Fonti:
http://www.eticamente.net/45462/folklore-e-leggende-sul-pettirosso.html?refresh_ce
http://www.lasoffittadellestreghe.it/shoponline/la-leggenda-del-pettirosso/
Il Giardino Segreto Seconda edizione Frances Hodgson Burnett |