Quella di S. Valentino è la festa più famosa e festeggiata del mondo. Oggi questa ricorrenza è soprattutto sinonimo di consumismo e romanticismo a buon mercato ma non è sempre stato così, anzi, sotto la maschera sgargiante il 14 febbraio cela il vero Principe d’Amore che ci attende con le sue frecce, al fianco della sua splendente madre Afrodite.

Dagli Dei della Fertilità…

Come già sappiamo, il 14 di Febbraio, l’antico popolo romano festeggiava i Lupercalia, festa dedicata al dio Fauno Luperco e Giunone. Tuttavia dal IV secolo a. C. nella festa fu introdotto un rito della fertilità retaggio del culto della Dea Madre professato dagli Oschi, un antico popolo italico, proveniente dalle valli del Volturno e del Sangro e che fu poi inglobato nella leggenda di Romolo e Remo.

La leggenda narra che presso il Tevere, all’ombra di un fico detto ruminale, durante la stagione calda i pastori portavano i buoi e gli armenti e, in un recinto dedicato alla dea Rumina, protettrice dei lattanti, facessero offerte di latte sull’altare a lei dedicato.

Pare che una mattina apparve Fauno Luperco, una divinità delle selve e dei boschi, cacciatore di ninfe, fratello di Fauna, la Madre Terra. Presto, queste due figure, furono sostituite da Pan, dio del Panico, al seguito di Dioniso e personificazione della dimensione selvaggia e incontrollabile della natura e dalle “Grandi Madri” romane “Ruma, Rea Silva, Fauna e Acca Laurentia, a loro volta incarnate nella mitica “Lupa”.

Fu così che ebbe origine la celebrazione, durante questa festa di una sorta di “Lotteria della fertilità”.

In un’urna erano poti i nomi degli aspiranti “fauni” e di altrettante vergini fanciulle “lupe o ninfe” che dovevano essere fecondate, perciò, un fanciullo procedeva ad un’estrazione che dava luogo alle coppie che, per un anno intero, avrebbero vissuto insieme in intimità affinché il rito fosse concluso.

In questi riti, l’amore si profila più che come il sentimento che oggi conosciamo come la forza fecondante e generatrice della natura. In una società costantemente minacciata dalla morte, fra genti continuamente decimate da guerre, pestilenze e carestie l’amore era percepito specialmente come potenza e forza necessaria e indispensabile alla sopravvivenza, celebrando la vita che continua in tutta la sua potenza.

… Al Santo dell’Amore

santoI Lupercali furono tra le feste più radicate nel cuore del popolo Romano, tanto che ancora nel V secolo d. C. erano festeggiati, nonostante quasi tutta la popolazione fosse ormai cristiana. Ciò metteva la Chiesa Cattolica in una posizione non facile: non poteva proibire i Lupercali senza scatenare una sommossa popolare e non poteva tollerarli poiché ciò avrebbe segnato una sua sconfitta, il rischio di un seme pagano in un regno invece unito sotto la nuova Croce! Era necessario sostituire la festività con una celebrazione simile e soprattutto altrettanto amata, ma quale?
Non sappiamo chi fu il genio ma qualcuno si ricordò di un santo martire perfetto per l’occasione, amato dal popolo, pio e protettore delle giovani coppie: San Valentino da Terni o San Valentino da Interamna.

La leggenda narra che Valentino, si convertì giovanissimo al Cristianesimo e che la sua fede fosse tanto ardente che fu nominato vescovo a soli 25 anni, nel 197 d. C. A quel tempo la religione Cristiana era ancora illegale nell’Impero, e così il giovane vescovo finì per essere arrestato. Invece di abbattersi, Valentino tentò di convertire al Cristianesimo l’Imperatore Claudio II ma senza successo, in compenso questi lo graziò affidandolo ad Asterius padre di una dolce fanciulla cieca. Secondo la leggenda fra Valentino e la giovane nacquero teneri sentimenti, tali che Valentino, grazie alla sua fede, ridiede la vista alla giovane. Un’altra leggenda narra che Valentino abbia ispirato l’amore nel cuore di due giovani litigiosi che aveva incontrato un giorno sul suo cammino con l’ausilio di due colombi (animali sacri a Venere). Ciò che ha reso tuttavia il Vescovo Valentino protettore degli innamorati non è un miracolo ma un semplice atto di vero amore che gli costò la vita.

Un giorno si recò da lui una giovane e nobile cristiana, Serapia. La fanciulla era innamorata di un giovane centurione, Sabino, di religione pagana. E’ facile immaginare come le nozze dei due fosse ostacolate tanto più che i matrimoni cristiani erano vietati. Valentino accolse i giovani a braccia aperte e dopo aver battezzato Sabino, li unì in matrimonio. Ovviamente la famiglia di Sabino non perse tempo a denunciarlo e così, Valentino fu arrestato insieme ai due giovani che avevano commesso il delitto di amarsi e, tutti e tre, furono decapitati. La decapitazione fu fatta eseguire il 14 di febbraio perché la commemorazione del Santo potesse ben sostituire le celebrazioni dei Lupercali.

Finalmente la Festa degli Innamorati
Con la stessa facilità con cui gli antichi popoli latini avevano dimenticato Fauno in favore di Pan, i Romani accolsero San Valentino e dimenticarono Luperco. San Valentino fu dichiarato protettore degli innamorati e, a dispetto dei nomi il 14 Febbraio si continuò a festeggiare l’amore e la vita che si rinnova, sebbene con diversi simboli e nomi.
La forza primordiale della Natura si era trasformato in un sentimento potente, capace di operare miracoli e di infondere nei cuori il coraggio sufficiente a sfidare e vincere la morte.

Al di là degli scopi propagandistici la storia di Valentino, sfuggendo forse ai disegni dei suoi promotori, spinge a seguire il proprio cuore con trasporto e fermezza, contro ogni legge umana. Questa storia fa dell’amore tra uomo e donna un vincolo sacro non per la sua canonizzazione ma per la sua stessa esistenza (Valentino non stabilisce infatti alcun vincolo con la giovane cui ridà la vista per amore) continuando così la tradizione dei Lupercali, nella quale esso è la Forza-Motore della Vita oltre e al di sopra di ogni legge.

La prova ci viene dal fatto che questa ricorrenza raggiunse il suo momento più alto nel periodo apparentemente meno appropriato: il Medioevo, il secolo di maggiore repressione, in quel secolo marchiato come buio, fosco e triste. Pare, infatti, che il 14 Febbraio fosse dedicato agli innamorati già dai primi secoli del II millennio. Secondo le fonti più accreditate, tale celebrazione da ricondursi al circolo di Geoffrey Chaucer, il quale, nel “Parlamento degli Uccelli”associa tale ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra e Anna di Boemia. Il 14 Febbraio 1400, fu fondato, a Parigi, un organo molto importante che fa invidia alla nostra illuminata epoca moderna: l'”Alto Tribunale dell’Amore”, un’istituzione ispirata ai principi dell’amor cortese. Il tribunale aveva lo scopo di decidere su controversie legate ai contratti d’amore, i tradimenti, e la violenza contro le donne. I giudici erano selezionati sulla base della loro familiarità con la poesia d’amore.

In ogni caso pare che già nell’alto Medio Evo sia nata l’usanza, tra gli innamorati, di scambiarsi delle “Valentine” in occasione di questa ricorrenza. La più antica “Valentina” di cui sia rimasta traccia risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d’Orléans mentre era detenuto nella Torre di Londra in seguito alla sconfitta nella battaglia di Agincourt (1415) e dedicata a sua moglie. La storica Valentina recita: <<Je suis desja d’amour danné, ma tres doulce Valentinée…>>(Sono già d’amor dannato mia dolcissima Valentina…).

In epoca Romantica, questa celebrazione raggiunge il suo apice e già a metà del XIX secolo furono prodotti i primi bigliettini di S. Valentino in tiratura industriale e commercializzati. Da lì ai regali costosi e il consumismo odierno il passo fu breve, ma noi crediamo che la Forza dell’Amore si faccia ancor oggi beffe dei poveri piccoli umani, tornando, ogni 14 Febbraio, insieme ai primi teneri germogli e i timidi fili d’erba, speranza e prova della Vita che si genera e rigenera sempre da sé stessa.

Per questo motivo, crediamo sia opportuno festeggiare S. Valentino, poiché al di là delle personali credenze questo è il giorno dell’Amore, il giorno trionfale di tutti gli Innamorati, innamorati non solo di un uomo o una donna, innamorati dell’amore stesso, innamorati della vita, per tutti coloro che rientrano in questa categoria ecco allora qualche suggerimento per celebrare l’Amore che si rinnova.

Rito di ringraziamento
La mattina del 14 Febbraio cercate di alzarvi presto, ponete sull’altare una candela a forma di cuore unta con olio alla rosa, e mettete nel braciere una fumigazione composta di petali di rosa, verbena e cannella. Accendete la candela e la fumigazione, quindi mettetevi in meditazione e concentratevi su tutte le persone e le cose che amate e dalle quali vi sentita amati. Cercate di visualizzare l’amore di coloro che fanno parte della vostra vita come una luce dorata che entra in voi ad ogni inspirazione e che riempie ogni angolo del vostro corpo. Inspirate profondamente, sentite la luce entrare nei vostri polmoni, nello stomaco, nella bocca, nelle vostre dita, sentitela che riempie e nutre tutto il vostro corpo e la vostra mente.

Ora espirate, con la stessa profondità, visualizzate il vostro amore per persone e cose uscire da voi come una luce bianca, sentitela uscire da ogni vostro poro e trasportarvi con essa. Sentite il vostro corpo espandersi in questa luce.

Continuate la respirazione e la visualizzazione fino a che non vi sentirete pieni d’amore e gratitudine, allora ringraziate Cupido, Eros, Afrodite, Venere, S. Valentino secondo la vostra tradizione religiosa. Lasciate consumare la candela e durante tutta la giornata amatevi e amate il più possibile cercando di non farvi turbare da nulla al mondo, almeno per un giorno, assaporate l’amore dal quale ciascuno di noi è circondato.

Festeggiare anche se si è singles
Non vi è motivo per cui i singles non debbano festeggiare S. Valentino, poiché non è necessario avere un compagno per essere innamorati, si può anche essere innamorati della vita stessa o dell’amore! Infine ci saranno pure, nella vostra vita delle persone che amate, per cui anche se siete singles avete tutto il diritto di festeggiare!
Organizzate un pranzo o una cena con le persone della vostra vita che amate di più. Decorate la casa con rose e figure di colombe bianche, entrambi sacri ad Afrodite, e delle candele a forma di cuore.

Apparecchiate la tavola con una tovaglia rossa, rosa o bianca.
Decorate la tavola con delle rose, e preparate dei piccoli “Valentine”, ovvero dei biglietti con frasi e poesie sull’amicizia o i rapporti di parentela che vi legano e metteteli a tavola come segnaposto.

Se gli invitati non sono molti potete anche realizzare dei piccoli doni così che la serata possa essere ricordata anche nel tempo, magari potete scegliere una pietra o un cristallo che porti loro fortuna durante l’anno.

Dopo cena, potete tutti insieme recitare una preghiera per ringraziare dell’affetto ricevuto ed esprimere il desiderio che nella vostra vita appaia l’amore che desiderate. In poco tempo il vostro desiderio sarà esaudito nella forma a voi più consona, ricordate che non sempre i nostri desideri si avverano come immaginiamo ma se riusciamo a trovare l’umiltà necessaria ad accettare i doni divini per come ci sono inviati scopriremo che ci donano molto più felicità di quanta ne avremmo ottenuta se le cose fossero andate secondo il nostro desiderio del momento. Perciò, fate la vostra richiesta secondo la vostra tradizione con fiducia e attendete con il cuore aperto e colmo di speranza.

Amare se stessi.
“Ama il prossimo tuo come te stesso”, cosa vuol dire questa frase? Vuol dire due cose molto importanti. La prima è che per amare davvero gli altri prima di tutto dobbiamo amare noi stessi. Infatti, come possiamo donare ciò che non possediamo? Se non abbiamo amore per noi come possiamo averne anche per il nostro prossimo? La seconda cosa è che se noi non troviamo almeno un motivo valido per amarci perché mai dovrebbero trovarlo gli altri?

Purtroppo, però, per un motivo o per l’altro, siamo educati a non amarci o a non amarci abbastanza. S. Valentino può essere il giorno adatto a mettere fine a questo deleterio atteggiamento mentale eseguendo un piacevole rito che ci aiuterà a trovare l’amore per noi stessi.

A partire dal giorno di San Valentino ogni venerdì, per un mese intero fate questo bagno:
In un sacchettino di cotone o garza bianca, mettete un’ambra, tre grani di benzoino, un quarzo rosa, un’acquamarina, una tormalina nera e un bocciolo di rosa. Mentre riempite la vasca da bagno tenete il sacchetto sotto l’acqua corrente e lasciatelo cadere nella vasca quando questa sarà piena. Restate immersi nell’acqua per dieci minuti, rilassatevi e lasciate che la vibrazione sinergica del sacchettino magico vi compenetri.

Festeggiare in coppia
Spesso si trascorre s. Valentino a cena in un ristorante affollato e ci si scambiano regali costosi, vi proponiamo, invece, diverse pratiche, più o meno magiche per trasformare S. Valentino non solo in una serata romantica ma anche nell’occasione per rinnovare promesse, rafforzare il vostro rapporto o anche solo per prendervi una pausa dalla routine.

Oltre a decorare la casa con rose, candele a forma di cuore e colombe (sono sacre ad Afrodite), potete creare un’atmosfera sensuale lasciando bruciare candele rosa (sentimenti puri), rosse (passione) e marroni (perché i bei momenti siano duraturi).

Bruciate nel diffusore qualche goccia di olio ylang-ylang e olio di vaniglia o di lavanda secondo i vostri gusti.

Rito dell’Amore eterno:

L’articolo continua…. QUI

Ringraziamo Cronache Esoteriche per la gentile concessione a riprodurre l’articolo.
Fonte:
http://www.cronacheesoteriche.com/CronacheEsoteriche/festeSValentino.jsp


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