“Quando ti avvicini a un piccolo ruscello
e ti vuoi lavare,
devi prima metterti in raccoglimento e
parlare all’acqua che scorre.
Non è possibile immergere
semplicemente la mano

e lavarti il volto con l’acqua fresca,
devi mostrare rispetto e
camminare piano fino al ruscello.
Una volta arrivato prendi un po’ d’acqua
e bagnati quattro volte il volto,
poi china il capo e prega.”
Saggezza Navajo
In molte culture del mondo, esiste il rispetto per la natura non perchè sia solo una buona norma ma come tradizione. Il rispetto è impresso nel loro dna, la natura non è solo un vegetale, un animale, l’acqua o un masso, per questi popoli, qualsiasi espressione della natura è spirituale; entità spirituali custodiscono il bosco, il fiume, la montagna, come un regno che non ci appartiene e chi come noi desidera accostarsi ad esso deve rispettare dei semplici rituali che esprimano questo rispetto.
Nel mio viaggio in Nepal ho avuto l’immensa fortuna di accostarmi a questa cultura orientale nel modo migliore, non da turista ma da allieva di Bhola Nath Banstola, nepalese, laureato in antropologia culturale, sciamano che ha ereditato dal nonno paterno questi poteri.
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Per due settimane ho vissuto con gli sciamani, rispettando e imparando a comprendere questa cultura, ho praticato  anche il rispetto verso ogni espressione della natura, i rituali prima di entrare in un bosco, salutando con Namastè e chiedendo il permesso, stessa cosa per bere ad una fonte e, prima di cogliere un fiore, ci sono rodondentri meravigliosi in quei boschi, si riflette prima di allungare la mano se è veramente necessario strappare un fiore, meglio coglierne il profumo si reca meno danno. Naturalmente all’uscita dal bosco il ringraziamento è il gesto più naturale che ti venga in mente di fare. La mente sempre aperta e pronta a sperimentare, fà vivere senza alcuna remora esperienze che segnano poi positivamente la vita di tutti i giorni, lasciano un’impronta indelebile nel nostro modo di essere e sentire.
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Non avevo mai pensato, prima di vivere questa esperienza, di chiedere il permesso per entrare in un bosco ma dopo averlo fatto ne ho compreso l’importanza, non è solo una forma di educazione, è rispetto, se consideriamo ogni forma di vita come “vivente”,  l’albero, il fiore, il ruscello, tutto si trasforma in un meraviglioso rapporto di interazione energetica e spirituale. Una silenziosa comunicazione tra entità diverse, animali, vegetali, umane che davvero fanno parte di un unico organismo ed allora è più facile percepire nel senso più vero del termine le energie con le quali interagiamo, la terra ed ogni sua creatura, la famosa frase “siamo tutti UNO” assume un significato vero e tangibile!
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La naturale conseguenza a questo approccio olistico è il veder nascere il sentimento di fratellanza, che è amore, una forma di amore che ognuno vive con la propria capacità e sensibilità; ricordo la mia amica Alba, che conobbi proprio in Nepal, piangere davanti allo spettacolo delle cascate Nardis in Trentino, l’episodio aveva solleticato il mio senso ironico,  pensavo ad uno stato di empatia acqua-acqua ed invece, poi,  ho compreso cosa provava la mia sensibile amica in quel momento, ho dovuto “viverlo” il momento di comunione con la natura per poter comprendere Alba e tutti i rituali sperimentati in Nepal.
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Non è facile porgere con le parole certe esperienze, dove in un attimo ti senti talmente “compresa” nella natura, sei talmente nell’empatia che diventi la goccia di rugiada, la spiga di grano, il vento,  ti trasformi in tutto ciò, ne senti l’essenza, sei tu l’essenza, ciò che si percepisce è solo ed esclusivamente Amore ed allora, tornata nella materia del tuo corpo piangi, o ridi perchè devi esprimere l’emozione dell’attimo vissuto, la prima volta è tutto troppo grande, non sei abituato a questo grande Amore e ti sembra di non riuscire a contenerlo tutto.
E così poi si cambia… non si può più essere quelli di prima.
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Patrizia Pezzarossa

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