Mentre preparo la valigia per un breve ritiro di fine estate, mi viene in mente che il 6 Settembre per la Luna Piena in Pesci sarò al mare e non posso fare a meno di pensare che sarà il momento perfetto per il mio annuale bagno di Luna Piena.
Questa è una piccola magia fra me e la mia natura acquatica, succede sempre, almeno una volta all’anno, nonostante io viva piuttosto lontano dal mare, che mi ritrovi in Luna Piena ad offrire un piccolo dono all’acqua.
Cerco qualcosa da mettere in valigia come offerta e il libro “Donne che corrono coi lupi” si affaccia come messaggio chiaro e diretto dalla tasca dove l’avevo riposto.
Il mare, la Luna Piena in Pesci e il segnalibro fra le pagine della fiaba Pelle di Foca fanno il resto, eccomi a scrivere la mia offerta al mare.
Pelle di Foca così come la Sirenetta di Andersen raccontano la perdita della vera essenza di sè, della pelle o della coda di pesce, un sacrificio per ottenere in cambio la soddisfazione del bisogno egoico di essere approvate e amate.
Clarissa Pinkola Estès scrive, parlando di Pelle di Foca :
*”Perdiamo la pelle anima lasciandoci troppo coinvolgere dall’Io, diventando troppo esigenti, perfezioniste, o facendoci senza necessità martirizzare, o lasciandoci trascinare da un’ambizione cieca , o abbandonandoci all’insoddisfazione- per noi stesse, la famiglia, la comunità, la cultura, il mondo- senza fare o dire nulla, o pretendendo di essere una fonte inesauribile per gli altri, o non facendo tutto il possibile per aiutarci. Le maniere di perdere la pelle-anima sono tante quante sono le donne del mondo.”
La mia offerta è la falsa pelle o le gambe umane che ho avuto in cambio della mia vera identità.
Scrivo la mia lista di qualità-caratteristiche che consegnerò al mare, gli aspetti della personalità di facciata che rispondono ai bisogni del mondo ma che non sono la mia Vera Pelle.
Lentamente mi spoglio nuda, nuda dei ruoli; moglie, madre, scrittrice, sorella, figlia, amica.
Lentamente appare la mia pelle, la pelle-anima.
Mi immergo ancora prima di annusarlo il mare nel mio abisso personale, molte voci tentano di distrarmi, mi richiamano in superficie; “devi andare a prendere la lista dei libri prima di partire”,
“devi telefonare per quell’appuntamento dal dentista e rimandarlo”, “devi ricordarti di mettere in valigia …”.
*Il furto aggravato della pelle di foca avviene in modo molto più sottile attraverso il furto delle risorse e del tempo di una donna.
Non ascolto, non mi lascio catturare, so che adesso ho bisogno di tornare ad essere sirena, ho bisogno della mia coda di pesce e il mondo di superficie non mi incanta.
C’è un’unica voce a cui presto attenzione, la voce che viene da Casa, dal luogo profondo e quieto dove so di ritrovare ispirazione, meraviglia, nutrimento.
Ho passato troppo tempo lontano da Casa. Sorda e cieca. Persa nel bisogno di essere brava in ogni ruolo perchè solo così potevo sperare di essere amata. Ho ceduto per troppo tempo la mia coda di pesce, la pelle di foca.
*Non temere di non sapere. In varie fasi ed epoche della vita così deve essere. Questo tema delle favole e dei miti ci invita a seguire il richiamo anche quando non abbiamo la più pallida idea di dove andare, di quale direzione prendere, e per quanto tempo. Sappiamo soltanto che dobbiamo alzarci e andare a vedere. Per un po’, vagando alla ricerca di ciò che ci chiama, può capitarci di incespicare nell’oscurità ma, siccome siamo riuscite a non escluderci la possibilità di essere chiamate dal selvaggio, invariabilmente finiremo con l’inciampare nella pelle di foca.
Scrivo la mia lista come respirassi sott’acqua utilizzando le pinne per scendere in profondità e la natura umana per riemergere.
La donna mediale, la chiama Clarissa Pinkola Estès, colei che sta fra il mondo della realtà consensuale e quella dell’inconscio mistico, e media fra i due. (…) E’ colei che partorisce nuove idee, scambia quelle vecchie con altre innovative, trasla fra il mondo del razionale e quello dell’immaginario.
Spogliandomi dei personaggi interpretati recupero lentamente la mia pelle-anima, ho la mia offerta da lasciare al mare adesso, e il mare m’ha già dato il suo dono, perchè come diceva Jung :
” Quando lo spirito si appesantisce si trasforma in acqua.
Pertanto la via dell’anima, porta all’acqua”.
Buona Luna Piena, che torniate ad essere sirene o foche, che vi sia restituita la vostra pelle-anima.
Emanuela Pacifici
*citazioni dal libro Donne che corrono coi lupi – Clarissa Pinkola Estès
Fonte: http://lacustodedellestorie.blogspot.it/2017/09/il-recupero-della-pelleanima-rituali.html