“Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra;
(Mt 5, 38-39)
L’indicazione evangelica che suggerisce di “porgere l’altra guancia” è in se stessa sufficiente a prescrivere un intero programma di lavoro su di sé, capace di portare senza alcun dubbio a uno stato di risveglio.
Ancora una volta nessun buonismo, nessuna prescrizione morale, nelle parole del Maestro: solo una conoscenza esatta della natura umana.
Gesù sapeva bene che tutto ciò che -eventi, persone, atteggiamenti, situazioni- ci provoca dolore, ovvero ciò che ci appare “malvagio” è tale solo in quanto va ad attivare quella ferita inconscia profonda che segna la psicologia di ogni essere umano.
Una ferita che si associa a situazioni traumatiche (più o meno esplicite) verificatesi nella fase pre-natale e\o nei primi anni di vita, ma che in realtà ha origini metafisiche: essa non è altro che il sigillo di quella frattura tra l’Io e l’Essere che rende possibile l’insorgere della coscienza individuale al prezzo però di una costante sofferenza latente, dovuta alla perdita dello stato di coscienza Edenico. Tale ferita è un dato psicologico positivo che la teologia definisce “peccato originale”.
La Redenzione non è che il processo mediante il quale si reintegra nella coscienza questa ferita e la si trasforma nel luogo del nostro essere in cui la coscienza individuale si apre alla relazione d’amore con l’Essere. Non più uno stato di fusione indistinta con il tutto, ma nemmeno più un’individualità frammentata e sofferente: l’Uomo Nuovo che l’insegnamento evangelico mira a creare è un individuo cosciente di sé come tale, ma permeato di un gioioso e amorevole senso di comunione con il tutto.
Ora, proprio per reintegrare nella coscienza la nostra parte ferita, niente è più efficace che avere il coraggio di andare incontro a tutto ciò che normalmente ci farebbe soffrire; non per masochismo, ma per il desiderio di tornare integri e completi. La nostra attuale personalità infatti non è che il risultato di meccanismi psicofisici che si “oppongono al malvagio” ovvero che mirano solo a preservarci dal provare coscientemente quella sofferenza emotiva che pure è in noi, non di certo nel mondo esterno. Gesticoliamo in un certo modo, ascoltiamo certi tipi di musica, prediligiamo certe frequentazioni e abbracciamo determinati sistemi di valori non per libera scelta, ma solo per evitare di “sentire” una certa parte di noi, quella che soffre e che attualmente rifiutiamo. La nostra personalità, il nostro carattere, sono solo la punta di un iceberg, la cui parte sommersa non vogliamo vedere. A queste condizioni viviamo in una perenne scissione interiore, che ci impedisce di essere integri e liberi.
Per entrare in contatto con la nostra parte più profonda, che attualmente ci spaventa, è “sufficiente” iniziare a uscire con decisione dai nostri schemi comportamentali abituali e, perché no, comportarci in modo del tutto opposto per un tempo sufficientemente prolungato.
Quando Gesù suggerisce allora di porgere l’altra guancia, non sta minimamente pensando a indicare una condotta di passività, tutto l’opposto: sta invitando a sperimentarsi coraggiosamente in gesti e comportamenti che sono agli antipodi di ciò che faremmo spontaneamente (leggi: meccanicamente). A uscire dalla cosiddetta “zona di comfort”.
Il porgere l’altra guancia può essere tradotto da ognuno di noi, sulla base del proprio carattere, in indicazioni equivalenti, volte a scardinare la scissione interiore tra ciò che attualmente accettiamo e ciò che attualmente rifiutiamo di noi stessi.
Possibili traduzioni in indicazioni pratiche, da adottare per periodi più o meno lunghi di tempo:
-prova a camminare a un’andatura differente da quella abituale
-prova a modificare la postura della tua schiena
-prova a scegliere cibi conditi e pesanti se sei solito\a mangiare leggero e vice-versa
-prova a fare meno sport e studiare di più se sei un\a tipo\a fisico\a; o l’opposto se sei un\a tipo\a mentale
-cerca di stare al centro dell’attenzione se sei una persona riservata, o di passare inosservato\a se sei carismatico\a ed esuberante
-fai più sesso se di solito ne fai poco, fanne di meno se di solito ne fai molto
-vestiti in modo elegante se di solito vesti sempre casual, indossa abiti sciatti e anonimi se abitualmente curi molto il tuo abbigliamento
E così via…
Alessandro Baccaglini
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IL SIGNIFICATO DELLA CROCIFISSIONE – Puntata del 16 Marzo 2016
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