di Michael Brown
Il primo passo che ogni religione dovrebbe fare, prima di essere in grado di assisterci nel nostro risveglio alla verità, è riconoscere che ha perso la strada.
La ‘terra ignota’ delle relazioni intime
Non ci sono formule per dar vita a un’autentica intimità all’interno della relazione tra due esseri umani in questo mondo. Non c’è un sano archetipo per gli amanti che supporti questo aspetto della nostra esperienza umana come mezzo per risvegliarci alla consapevolezza vibrazionale/energetica.
Tutti gli archetipi di relazione nella nostra testa ci sono stati presentati dalla religione, dal mondo degli affari e dalla politica. Di conseguenza il loro fine è la sedazione e il controllo, non la liberazione. Ognuno cerca in qualche modo una relazione intima fisica, mentale, emotiva e spirituale/vibrazionale con un altro essere umano, perché questo è un rito di passaggio verso il pieno risveglio della coscienza umana. Tuttavia, poiché cerchiamo questa esperienza secondo i parametri della nostra programmazione collettiva, troviamo solo il fallimento, il dolore della delusione e la continua frustrazione.
Il primo passo richiesto per entrare autenticamente in una relazione intima con un altro essere umano è la precisa consapevolezza che non abbiamo idea di come farlo. E’ dunque solo da una posizione di ‘non-sapere’ che possiamo riuscire a manifestare un tale incontro.
Poiché l’intimità autentica non ha niente a che vedere con ‘l’innamorarsi’ così come siamo programmati ad attuare inconsciamente, può darsi che neppure riusciremo a riconoscerla. Non dobbiamo presumere di riuscire a identificare facilmente qualcosa che l’umanità ha perso da più di 2000 anni. Tutti i libri sulle relazioni che sono stati scritti per consigliarci su questo aspetto, dal Kama Sutra alle nostre pubblicazioni moderne, basano la loro saggezza su di un modello che è intrinsecamente difettoso.
Dal momento che non onorano il Sentiero della Consapevolezza all’interno delle relazioni sentimentali, ogni passo che intraprendiamo sotto la loro guida serve solo ad uccidere la relazione; il loro approccio nel manifestare l’autentica intimità ci assiste solo nel mettere metaforicamente le bende a un cadavere. Ci siamo tutti programmati a replicare il passato. Perciò, quando cerchiamo l’intimità autentica, inconsciamente lo facciamo tentando di replicare ‘un programma’.
L’autentica intimità non è un programma. Essa, proprio come la consapevolezza del presente, non ha formule; è uno stato dell’essere che esiste in ogni momento ma che non è confinato nei parametri di un dato momento. L’ esperienza nelle nostre relazioni passate ci continua a dire che ciò che stiamo tentando di fare non funziona – tuttavia noi rimaniamo sordi alla voce delle nostre esperienze personali. Per qualche ragione preferiamo credere alla programmazione indotta in noi dalle religioni, dai politici, dagli uomini di affari. Costantemente e congruentemente, entriamo in relazioni basate su nozioni preconcette instillate in noi dal mondo esterno. Questo è illusorio.
Gli ostacoli all’intimità
Per entrare in ogni esperienza autentica è necessario abbracciare la nostra esperienza personale come proprio insegnante e non ciò che il mondo ci dice. Se sinceramente cerchiamo questa esperienza con un altro essere umano, è utile prendere coscienza di come alcuni aspetti culturali influenzino il nostro approccio all’amore – cosicché non ci impelagheremo di nuovo in un’esperienza di inevitabile impotenza.
La maggior parte di noi entra in una relazione intima con un altro essere umano basandosi sul condizionamento ricevuto da organizzazioni religiose conservatrici. Questo all’inizio può non essere evidente, ma è solo perché non comprendiamo ancora l’impatto che la filosofia religiosa conservatrice ha nel ‘mondo moderno’. Non dobbiamo neppure adottare un sistema di credenze religioso per esserne influenzati; già rifiutandolo o reagendo ad esso gli diamo inconsapevolmente potere. Difendersi da qualcosa è una forma di attacco che rende la minaccia apparentemente reale.
Non occorre dunque attaccare o difenderci da tali sistemi di pensiero: semplicemente osservando gli archetipi che essi sottilmente ci inculcano e osservando gli effetti che questi schemi energetici hanno su di noi, possiamo percepire ciò che essi emanano senza doverli subire emotivamente. L’ intento di tale osservazione non è il biasimo, in quanto non siamo vittime, è piuttosto il risveglio dal diffuso condizionamento religioso che permea ogni aspetto del nostro approccio all’intimità.
Portare consapevolezza alle correnti di tale condizionamento ci aiuta anche a percepire quanto sia inutile continuare a tentare l’esperienza dell’intimità fondandoci su tali parametri riduttivi. Una volta riconosciuti alcuni effetti di questa programmazione religiosa all’interno della nostra esperienza e all’interno delle nostre fantasie rispetto alle relazioni, possiamo cominciare a rilasciare la presa soffocante che questi dogmi hanno su di noi. Possiamo quindi riaprire la nostra coscienza alla possibilità che ci sia un altro modo di relazionarci l’uno con l’altro.
Forse il nostro intero approccio alle relazioni è fuorviante e fuorviato? L’autentica intimità può esser qualcosa di così estraneo alla nostra consapevolezza che potrebbe essere difficile riconoscerla anche se ci viene mostrata. E se l’avessimo sempre compresa totalmente al rovescio? “Sbagliare” riguardo a ciò che può esser una relazione intima è un problema solo se siamo inconsapevoli di essere in errore. La consapevolezza è l’antidoto.
I nostri genitori non hanno sperimentato un’autentica intimità l’uno con l’altra. Potrebbero aver sperimentato attimi di essa prima di piegarsi e annegare nella programmazione della nostra cultura. I nostri preti, suore, monaci, politici, manager, celebrità ed eroi culturali non rappresentano l’autenticità nelle relazioni. Di conseguenza, non abbiamo esempi da seguire se non i criteri della nostra propria esperienza. In altre parole, nessuno può realmente dirci come raggiungere un’autentica intimità e se cerca di farlo, è più probabile che stia tentando di controllarci o manipolarci.
Come si può osar dire a qualcuno come amare un altro essere umano!
La consapevolezza che non c’è un ‘metodo’ o un ‘sistema’ specifico che possa attivare l’amore tra due umani è un importantissimo punto da realizzare. E’ qualcosa che comincia ad albeggiare in noi quando siamo pronti a impegnarci in una vera relazione intima con un altro essere umano. Una volta che coscientemente e volontariamente entriamo nell’esperienza dell’intimità diventa chiarissimo che abbiamo fatto un salto nell’ignoto.
Per conseguire la reale intimità occorre entrare in un luogo dove non siamo mai stati. Esso, tra l’altro, resta inalterato non importa quanto profondamente ci immergiamo in tale esperienza. L’ incontro con la reale intimità è sempre nuovo, completamente imprevedibile e cangiante.
Le organizzazioni religiose danno un colpo doppiamente paralizzante alla pos- sibilità di sperimentare l’autentica intimità :
• Evitano o sminuiscono il ruolo dell’intimità tra esseri umani nell’avventura dell’autorealizzazione di Sé e di Dio, ritraendo tale esperienza come un ‘peccaminoso’ impedimento allo sviluppo spirituale;
• Ci consegnano archetipi disfunzionali ai quali inconsapevolmente ci ispiria- mo nelle cosiddette ‘relazioni amorose’.
I modelli (o gli archetipi) disfunzionali
Per illustrare brevemente ciò, esamineremo questo gioco di influssi nel conte- sto della cristianità conservatrice. Il primo archetipo che ci viene presentato è quello del Salvatore casto, Gesù, che è strettamente collegato all’archetipo di Maria, la Madre Vergine. Gesù il Salvatore, essendo uomo, rappresenta il corpo mentale, l’insegnante. Maria, essendo madre e colei che nutre, rappresenta il corpo fisico o la materia. In quest’ottica, tale sistema archetipico suggerisce sottilmente che saremo salvati dal nostro apparato mentale (ossia dal pensiero e dall’analisi) e che riceveremo supporto in ciò rivolgendoci al corpo fisico, la materia. Il corpo emotivo, rappresentato da Maria Maddalena, non solo è stato eliminato da questo sistema ma viene anche sminuito in sua assenza chiamandolo ‘prostituta’. Questo è il motivo per cui il corpo emotivo non viene contemplato nel mondo del cristianesimo conservatore. Infatti entra in gioco proprio il suo opposto: è visto come sorgente del peccato. Di conseguenza:
• siamo spaventati dalle nostre emozioni e facciamo il possibile per sedarle o controllarle
• scappiamo dalle intuizioni del cuore e ci perdiamo nelle esperienze materiali e mentali del mondo
• non riusciamo a percepire il punto causale del nostro disagio e perciò siamo impotenti quando si tratta di riportare armonia alla qualità della nostra esperienza.
L’ unica figura archetipica paterna all’interno di questa costellazione è Giuseppe, il padre di Gesù, un uomo che si aggira sullo sfondo e non sembra avere un reale impatto. L’altro archetipo paterno è Dio, che resta aldilà della portata di ogni mortale a meno che non vengano seguiti e onorati i dettami della Chiesa.
Questi archetipi primari, così come ci vedono consegnati, non sono inappropriati: è la loro interrelazione che ne distorce l’influenza sia sui credenti che sui non credenti. Gli archetipi esterni intendono rappresentare i nostri attributi interni e aiutarci a integrare la pienezza del nostro essere. Quando le nostre qualità interne sono in equilibrio l’una con l’altra, facciamo l’esperienza dell’interezza/completezza, che può essere anche chiamata ‘sacralità’. Tuttavia, quando emuliamo archetipi che sono in disequilibrio, anche noi rispecchiamo tale stato. Bandendo Maria Maddalena dal suo posto di Grazia, ad esempio, ci areniamo in uno stato di impotenza, ignoranza, arroganza e non autenticità.
Diamo un’occhiata a come l’immagine di un ‘Gesù casto’ (il fratello) insieme alla Vergine Maria (la madre) e a un inefficace Giuseppe (il padre), più la contemporanea eliminazione e degrado di Maria Maddalena (la sorella), distorce distruttivamente il nostro intento di avere una ‘relazione sentimentale’ con un altro essere umano.
Poiché non c’è una figura paterna significativa in questo sistema di archetipi, gli uomini cresciuti nella prospettiva cristiana non hanno idea di come essere padri autentici per i loro figli se non attraverso l’essere distanti: essere dapper- tutto e da nessuna parte, come Dio. Oppure diventano come Giuseppe – un padre evidentemente poco partecipativo, scarsamente efficace, che gironzola nella sua officina riparando le cose.
Gli uomini che cercano un modello religioso positivo aspirano a diventare un ‘Gesù Salvatore’ così come viene ritratto dalla Chiesa. In alternativa, se rifiutano tale modello, essi diventano per reazione ‘demoni distruttori’. Nessuno dei due archetipi porta l’uomo all’autenticità, alla maturità emotiva o all’intimità. Essere ‘gentili’ o ‘cattivi’ sono entrambi schemi comportamentali reattivi – e tutto il comportamento reattivo è non autentico, immaturo e allontana dall’intimità.
L’uomo e le sue proiezioni inconsce sulla donna
Poiché il corpo emotivo viene omesso da questa costellazione e, se riconosciuto, viene degradato come prostituta, gli uomini schivano qualsiasi materiale emotivo all’interno di loro. Più si mostrano grandi e coraggiosi e più sono terrorizzati dai loro sentimenti. Di conseguenza non crescono emotivamente e, sotto questo aspetto, restano bambocci a dispetto della loro statura fisica o mentale. A causa di ciò, il nostro mondo è governato da bambocci per la gratificazione di bambocci.
Per compensare tale inadeguatezza emozionale, questi uomini-bambocci si appellano al machismo, alle immagine eroiche di divi dello sport o dello spettacolo, al desiderio di controllo su tutto ciò che ha un contenuto emotivo. E’ stata instillata negli uomini una paura così profonda del corpo emotivo che taluni combattono tale paura sminuendolo, oltraggiandolo, violandolo e abusandone dovunque ne trovino un riflesso. Ecco perché il posto più pericoloso per molte donne su questo pianeta è stare sole a casa con l’uomo che hanno sposato.
Poiché l’archetipo di Gesù viene mostrato come sessualmente impotente fino al punto da risultare castrato di ogni sana sensualità, gli uomini- bambocci ricorrono a oggetti esterni per rimpiazzare il ruolo energetico dei loro peni.
Accumulano grandi macchine, grandi pistole, grandi case, grandi corporazioni, grandi sigari e grandi reputazioni fino al punto di conquistare interi paesi solo per sentirsi sessualmente adeguati.
Benché tutti gli uomini siano attratti da Maria Maddalena, una volta che imbastiscono una relazione con una di esse, automaticamente propongono il matrimonio e la trasformano in una Vergine Maria. Conseguentemente perdono ogni attrazione sessuale verso la loro compagna. Chi vorrebbe dormire con la propria madre? Una volta che avviene l’annientamento di Maria Maddalena, essi cercano immediatamente un’altra Maria Maddalena fuori dalla relazione. Poiché gli uomini all’interno di questa influenza archetipica sono energetica- mente incapaci di lasciare la relazione con la loro madre (visto che trasformano le proprie mogli in loro madri) non possono mai impegnarsi autenticamente e entrare nelle profondità sensuali della relazione con una reale Maria Maddalena. Restano dunque privi dell’esperienza di intimità autentica. Riguardo a questo, la maggior parte degli uomini si trova ancora alla scuola materna.
Poiché gli uomini non hanno esempi archetipici che li aiuti a distanziarsi in maniera sana dall’energia materna della loro infanzia, essi non imparano a nutrire loro stessi. Questo si traduce nell’incapacità a godersi le loro faccende domestiche: lavare i piatti, fare le lavatrici, stirarsi i panni o fare spesa. Voglio delle ‘mammine’ che facciano loro queste cose. Infatti il comportamento ‘nutritivo’ di molte donne è spesso coltivato in modo reattivo proprio allo scopo di impressionare e attrarre un uomo di questo tipo. Non scaturisce dall’amore per se stesse. Gli uomini con questa influenza ortodossa di solito si comportano come se ‘Gesù avesse una colf”.
I modelli o gli archetipi per le donne
La Vergine Maria non è un archetipo per le donne; è un archetipo per la terra , la natura, il piano materiale e la sua capacità di nutrire la coscienza nel suo viaggio attraverso la materia fino alla consapevolezza spirituale/vibrazionale. Nessuna donna può diventare ‘La Madre’ – perciò avere questo archetipo come modello è fuorviante. Le donne all’interno di questo influsso archetipico tentano di essere Vergini Marie invece di Marie Maddalena. Ecco perché ‘non riescono a realizzarsi veramente’.
Il vero archetipo per la donna in questo mondo è Maria Maddalena che siede con Gesù come sua assoluta pari, col suo ruolo. Secondo il Sentiero della Consapevolezza, essi sono il punto causale di tutta l’energia che fluisce dalla loro ‘relazione d’amore’. Poiché Maria Maddalena è omessa da questa relazione e giudicata una prostituta, ecco come vengono percepite, trattate e ritratte le donne su questo pianeta. Molte donne si comportano di conseguenza.
Tutte le donne spontaneamente aspirano ad essere una Maria Maddalena ma finiscono col permettere di essere trasformate in una Vergine Maria. Esse mostrano il loro affetto per gli uomini da cui sono attratte facendo loro da madri. Ciò inconsciamente supporta l’incapacità dell’uomo a ‘lasciare casa’ emotivamente o a crescere. Poi si rivoltano aspramente contro questi uomini-bambocci accusandoli di ‘non crescere’ e si ritrovano alle prese con la loro impotenza a farlo. Ciò sfocia in due casi estremi: in litigi e acidità da un lato e in uomini che picchiamo le mogli dall’altro. Quando un uomo uccide sua moglie sta tentando metaforicamente di uccidere l’influenza di sua madre in modo da poter crescere e diventare un compagno degno di Maria Maddalena.
Quando una donna uccide il marito, sta tentando di liberarsi di suo figlio in modo da sfuggire all’imprigionamento percettivo di essere ‘la madre’ e realizzarsi come Maria Maddalena per un uomo spiritualmente maturo.
Le donne, percependo di non aver ruolo in questo mondo distorto se non come Vergini Marie o prostitute, reagiscono insensatamente e disperatamente cercando ‘l’uguaglianza con l’uomo’. Tuttavia, gli uomini che cercano di emulare sono ancora emotivamente dei bambocci che controllano e sedano il loro ambiente per provare a loro stessi di avere peni funzionanti. Perciò, nel tentativo di trovare un posto in questo mondo, le donne erroneamente iniziano a comportarsi come se loro stesse avessero dei peni malfunzionamenti e diventano bambocci con la gonna.
Poiché il corpo emotivo non è incluso nella costellazione di archetipi del cristianesimo conservatore, esso non può essere conosciuto o riconosciuto come il punto causale dell’energia che fluisce dal livello vibrazionale/spirituale in questo mondo. Di conseguenza, invece di essere la sorgente di ogni intuizione all’interno della loro relazione sentimentale con gli uomini, le donne permettono di essere controllate, comandate e oppresse da essi.
La maggioranza degli uomini e delle donne nel mondo occidentalizzato si sottomette obbediente alle circostanze fisiche, mentali, emotive e spirituali ritenute appropriate da questi archetipi religiosi senza esser nemmeno consapevole della prigione percettiva in cui viene inconsapevolmente confinata. In questo panorama, dove gli uomini gironzolano sventolando i propri peni nel tentativo di ‘sentire’ qualcosa e le donne si comportano come Vergini Marie tentando di sopprimere ogni sensazione, è davvero scarsa la possibilità di esperire una relazione intima autentica con un’altra persona.
La coppia sul Sentiero di Consapevolezza
Anche se pensiamo di esser al di sopra di questo condizionamento archetipico, non lo siamo. L’ intero mondo ‘moderno’ si basa su questa matrice archetipica. Tutto ciò che siamo stati portati a credere riguardo ‘l’innamorarsi’ si piega a questo paradigma; ‘innamorarsi’ è un punto di entrata nella matrice di questo programma.
Tutto ciò che riguarda il corteggiamento così come lo conosciamo è influenzato da questo paradigma: ‘il gioco del corteggiamento’ come viene inscenato oggi è un’orchestrazione che prepara il laccio di quell’istituzione chiamata ‘matrimonio’. Ogni film di successo, show televisivo e bestseller riguardo ‘l’innamoramento’ funziona grazie a questa matrice; tali immagini servono a supportare la fiaba del famoso ‘happy end’ chiamato ‘matrimonio’.
L’istituzione del matrimonio così come la conosciamo adesso è uno strumento del sistema; allorché entriamo nel programma ‘matrimonio’ possiamo essere fisicamente, mentalmente, emotivamente e spiritualmente/energeticamente manovrati fino a diventare mangime per le agende di politica, religione e commercio.
Se continuiamo a creare relazioni con queste immagini archetipiche come guide o finiamo all’altare o in monastero. In entrambi i casi finiamo o col vivere insieme in silenziosa disperazione o da soli in silenziosa disperazione. O saltiamo da una relazione all’altra tentando di far funzionare qualcosa che è intrinsecamente difettoso o ci arrendiamo e chiudiamo il nostro cuore a questa impresa. O ci sposiamo, intrappolandoci in questa istituzione e poi ci distraiamo col lavoro, col golf, con i figli e con gli amanti, o divorziamo e riproviamo. In alternativa, ci diamo alla spiritualità casta. L’ intimità reale è sempre soppressa dalla religione, dagli affari e dalla politica; il loro proposito è riempire il vuoto creato dalla nostra incapacità a fare esperienza dell’amore vero.
A causa di questo vuoto cerchiamo un’esperienza illusoria chiamata ‘illuminazione’ invece d’intimità – e di conseguenza troviamo delusione, disillusione, depressione e disperazione. Il sentiero verso l’autentica intimità non può essere percorso da ciò che noi conosciamo sulle relazioni e da ciò che siamo stati programmati a riprodurre. Se non siamo preparati a spazzare via tutto ciò che siamo stati portati a credere e se non poniamo tutta la nostra fede nella nostra esperienza personale come insegnante, non troveremo la via verso la vera intimità.
La realizzazione di Dio e l’intimità
Dio è amore e l’amore è Dio. Quando cerchiamo un’esperienza autentica di amore con un altro essere umano stiamo cercando un’esperienza intima con Dio nel piano fisico. Stiamo cercando l’amore: un amore che è ancorato al piano fisico e che allo stesso tempo ci fa risvegliare al piano spirituale/vibrazionale. La religione uccide l’amore rimpiazzando l’amato con un prete. La politica sostiene la religione e gli affari sostengono la politica. Religione, politica e affari sono la trinità della paura e dell’ignoranza sulla terra. L’ amore non può fiorire in un giardino piantato con semi di paura. Credere ciò è fuorviante. La religione come la conosciamo oggi è il serpente che è strisciato nel Giardino dell’Eden e ha portato disarmonia nella relazione tra due esseri umani. Ha reso l’uomo impotente e la donna incompetente attraverso la conoscenza del bene e del male. La religione istituzionalizzata è il ‘serpente’ nascosto dietro un ventaglio di sacre apparenze. Non credere a una parola di qualsiasi religione istituzionale se cerchi di assaggiare l’amore così deliziosamente come una mela matura e succosa.
La domanda è: abbiamo il coraggio di mandare all’aria l’intera falsa porno- soap-opera e intraprendere il viaggio iniziatico per sperimentare l’autentica intimità?
Sappiamo già a cosa ci conduce il paradigma della “storia romantica socialmente approvata”: di sicuro non all’amore. Mai all’amore. Perciò mai a Dio. I veri cercatori di un incontro amorevole e intimo sapranno questo esattamente come i veri cercatori di Dio. Cercare di far pace con la nostra famiglia mentre siamo in guerra con noi stessi è futile e non autentico. Tentare di entrare consapevolmente in una relazione intima con un altro esser umano quando ancora non sentiamo pace verso la nostra famiglia è futile e non autentico. Tentare di entrare in una relazione intima con ciò che Dio è per noi quando non abbiamo fatto pace con noi stessi, con la nostra famiglia e quando non siamo entrati in una relazione di intima autenticità con una altro essere umano è semplicemente arrogante. La strada è chiara per coloro che sanno vedere:
Prima occorre conseguire intimità con noi stessi.
Poi occorre conseguire la pace verso la nostra famiglia.
A quel punto entriamo consapevolmente in una relazione intima con un altro essere umano.
Solo allora ci avviciniamo a una relazione intima con Dio.
Non credere a ciò che ti è stato detto su Dio o sull’amore, se vuoi sapere davvero. Entra nella tua esperienza, lasciale condurre il gioco e fidati di ciò che ti dice.
Dio è nella nostra esperienza e la nostra esperienza è in Dio.
Fonte: www.thepresenceportal.com MICHAEL BROWN ©
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