Meditazione

Chi lavora per la crescita personale sa cos’è la meditazione. Per chi ancora non la conoscesse, la meditazione consiste in diversi esercizi, tutti parimenti efficaci, volti a riportare l’attenzione di chi li pratica, al QUI E ORA. Ci sono diverse scuole di meditazione, ognuna col suo metodo personale d’insegnamento.

Oggi non descriverò delle tecniche in particolare, non importa in questo contesto. Il titolo dell’articolo è meditazione in pratica e di questo voglio parlare. La meditazione più comune ma, anche, la più potente è, a mio avviso, quella basata sul respiro. Attraverso la respirazione, infatti, si ha la possibilità di entrare nel momento presente riuscendo ad uscire dal vortice di pensieri creati dalla nostra mente in continuazione dalla mattina al risveglio fino al momento del riposo notturno.

La domanda che sorge spontanea in molti, me compreso, è: si può applicare la meditazione al di là di un contesto ovattato e rassicurante come un ritiro yoga o un mistico monastero tibetano, fino a praticare mentre si è dietro una fila interminabile di automobili o nel bel mezzo di un litigio con una persona?
La risposta è SI’. Non solo si può, ma si DEVE, altrimenti resta solo un gioco mentale circoscritto ad un club new age.

Il lavoro su di se è meditazione. Chi è nel cammino sa che occorre un’osservazione continua della propria mente e dei processi di pensiero ad essa connessi. Questa è meditazione, questo è praticare nel mondo, portando la pace al di fuori del ritiro o ashram che si voglia. Altrimenti si rischia di rimanere al livello di una conoscenza teorica che, lungi dall’aiutare qualcuno, rischia solo di confondere le idee e soddisfare la voglia di conoscenza dell’Ego.

La semplice OSSERVAZIONE COSCIENTE delle singole azioni quotidiane è meditazione. Se si riesce a cogliere ogni singola sfaccettatura della propria Vita con consapevolezza e senza giudizio, capendo di essere arrabbiati quando sta per salire la rabbia e il respiro comincia ad essere più corto, da quel momento si sta cominciando ad essere svegli, coscienti. In altre parole, quando ci si disidentifica dal processo automatico di pensiero, in quel momento SI COMINCIA AD ESSERE LIBERI DALLA SCHIAVITU’ MENTALE.

La meditazione, del resto, consiste proprio in questo: RENDERCI LIBERI DALLA MENTE, PRENDENDONE IN MANO, FINALMENTE, LE REDINI. Gli esercizi insegnati dai vari centri, ritiri, ashram, consistono nel far prendere coscienza al soggetto dello stato di automatismo in cui si trova. Questo, ovviamente,è il primo passo. Il secondo passo consisterà nell’acquisizione delle tecniche. Il terzo, il più importante, porterà la persona ALL’APPLICAZIONE DELLE TECNICHE NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI.

Respirare e osservare il pensiero mentre qualcuno ci aggredisce verbalmente o mentre siamo in fila alla posta, non sempre è facile ma è DI VITALE IMPORTANZA se si vuole davvero diventare padroni della propria mente, non più servi.

Quando riusciremo a mettere in pratica gli esercizi appresi, solo allora saremo liberi. Non basta praticare a gambe incrociate come esercizio quotidiano. Occorre, se davvero si vuole assumere il controllo di se, fare diventare tutto meditazione. La Vita è il luogo in cui si pratica ciò che si è appreso attraverso le tecniche insegnateci. Solo così si potrà riuscire a trasformare se stessi e gli altri attraverso l’esempio permettendo, a chi è pronto, di uscire dalla meccanicità da robot e ri-programmare la propria Vita in piena libertà.

Vincenzo Bilotta
Fonte: www.vincenzobilotta.blogspot.it
Fonte immagine: urbanpost.it

 


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