In questo articolo commenterò il capitolo quarto de «La Madre» – Edizione italiana dello Sri Aurobindo Ashram, 1971 – Pondicherry di Sri Aurobindo.
Scrive l’autore:
«Il denaro è il segno visibile di una forza universale che, nella sua manifestazione sulla terra,
opera sui piani vitale e fisico ed è indispensabile alla pienezza della vita esteriore.
Nella sua origine e nella sua azione vera, essa appartiene al Divino.
Ma, come le altre potenze del Divino, quando viene trasmessa quaggiù, nell’ignoranza della natura inferiore, può venir usurpata per la soddisfazione dell’ego o detenuta da influenze asuriche (malefiche) e da queste sviata a loro vantaggio.
Essa è veramente una delle tre forze – Potere, Denaro e Sesso – che ha maggior attrazione sull’ego umano e sull’asura (entità malefica costituita di energia di bassa frequenza e alimentata dai pensieri egoici e separativi dell’uomo).
Il Denaro è la forza più mal posseduta e male impiegata da coloro che la detengono. I cercatori ed i detentori di ricchezze sono più spesso posseduti da esse che non i loro possessori; assai pochi sfuggono interamente ad una certa influenza deformante e perversa che è stata imposta dall’asura alla ricchezza e alla sua lunga cattura».
Per Sri Aurobindo, il denaro fisico e materiale, le vere e proprie monete e banconote sono una manifestazione di una Forza più grande, che appartiene all’Universo intero. Un’Energia indispensabile per la pienezza e la realizzazione della vita esteriore.
È come se ci stesse dicendo che quando utilizziamo il denaro per comprare beni o servizi, quei pezzi di banconote e monete sono la “rappresentazione simbolica” di un’Energia che attraversa sia il compratore che il venditore, che ha il valore del nostro scambio e che ci permette di raggiungere un risultato specifico nella vita esteriore. Facciamo un esempio pratico: mettiamo che mi si sia rotta la macchina e abbia bisogno del meccanico. Dal momento che non possiedo nessuna competenza in ambito di motori, pistoni, carburatori, ecc. io ho “bisogno” della sua competenza e quindi della sua Energia.
Per poter usufruire della “sua” Energia, devo poter generare una “forza di scambio” tale che, all’amico meccanico, venga voglia di riparare la mia macchina per ricevere quella Forza. Lui ha qualcosa che a me interessa per la mia vita esteriore, ed io pure nei suoi confronti. Mettiamo che io, nella mia vita, mi occupi principalmente e lavorativamente di tennis e tutto il mondo che ruota attorno ad esso; al meccanico potrebbe non interessare minimamente uno scambio delle nostre energie in quanto a talenti e capacità. Non vuole scambiare una “riparazione auto” con “una serie di lezioni di tennis”! Pertanto egli ha bisogno di «un’energia neutra» con cui possa anch’egli soddisfare le sue esigenze e necessità della vita esteriore. Quell’energia neutra, che serve a rappresentare la misura del valore del nostro scambio, è proprio il denaro. Ecco perché esso è solo il “volto materiale” di una forza più grande.
E Aurobindo ci dice che, questa grande Forza Universale che opera nella vita esteriore, e contribuisce alla pienezza del regno materiale appartiene a Dio, all’Uno, alla Divinità. Dobbiamo ricordarci che l’energia divina è «neutra» nel suo “esteriorizzarsi” verso il regno umano, ed è proprio l’uomo, attraverso pensieri, emozioni e azioni che può rendere quest’energia e negativa o positiva, in base all’uso che ne fa. È il classico esempio del coltello. Esso è un oggetto senza nessuna connotazione qualitativa, non è né buono né cattivo. Può essere usato per tagliare il pane o ammazzare qualcuno…
Inoltre l’autore usa il termine sanscrito “Asura” che richiama proprio la presenza di “Forze Involutive” che si manifestano puntualmente quando l’esser umano, anziché seguire il sentiero dell’evoluzione e l’illuminazione, dà energia unicamente alla soddisfazione del suo ego a scapito degli altri.
Insieme alle altre forze legate al Potere e il Sesso, quella del Denaro è la più mal compresa e mal utilizzata nella storia umana fino ai nostri giorni. Chiunque detenga grandi quantitativi di denaro, e continua ad accumularlo, sviluppa un’influenza deformante tale da venir letteralmente “posseduto” da quell’Energia che esso sta accumulando. Citando Tyler Durden, celebre personaggio del libro “Fight Club”, capiamo meglio questo passaggio, egli afferma:
«Quello che possiedi e accumuli, alla fine ti possiede». Le stesse forme-pensiero create dall’uomo, nell’atto di accumulare e volere sempre di più, diventano energie operanti che schiavizzano l’uomo stesso. Egli allora inizia a voler proteggere il suo patrimonio contro tutti coloro che potrebbero rubarglielo, inizia a dare talmente importanza a quel patrimonio che diventa più importante di tutte le cose, egli vive per esso. E in questa situazione, l’Asura di cui ci parla l’autore, ha letteralmente catturato l’energia psichica, l’essere umano.
Così continua l’autore:
«Per questa ragione, la maggior parte delle discipline spirituali insistono sul completo controllo di sé, sul distacco e la rinuncia ad ogni legame con il denaro, alla ricchezza ed a ogni desiderio personale ed egoistico di possederli. Alcune di queste discipline, addirittura affermano con autorità che solo una vita povera e nuda è la unica e vera “condizione spirituale” per percorrere il Sentiero.
Questo è un errore che lascia il Potere nelle mani delle forze involutive ed ostili. Riconquistare il denaro per il Divino (al quale appartiene) e utilizzarlo divinamente per la vita divina, è la via “Supermentale” che il sadhaka (devoto) deve seguire.
Non distoglietevi dal potere del denaro con un indietreggiamento ascetico, dai mezzi che vi dà e dagli oggetti che vi apporta, né mantenete un attaccamento rajasico (mentale) per queste cose, o uno spirito di compiacenza che rende schiavi delle soddisfazioni che procura.
Guardate semplicemente le ricchezze come una potenza che deve essere riconquistata per la Madre Divina e posta al suo servizio. Tutte le ricchezze appartengono al Divino e coloro che le detengono ne sono i depositari e non i possessori. Esse sono oggi con loro; domani altrove. Tutto dipende dalla maniera con cui adempiono l’incarico finché esso è loro affidato, in quale spirito, con quale coscienza se ne servono e per quali fini.
Nel vostro uso personale del denaro, considerate tutto quello che avete, che guadagnate e che procurate come appartenente alla Madre Divina. Non chiedete nulla, ma ricevete ciò che viene dal Divino ed utilizzatelo per i fini per i quali vi è stato dato.
Siate interamente disinteressati, interamente scrupolosi, esatti, accurati nei dettagli: dei buoni custodi. Ricordatevi sempre che state amministrando qualcosa che appartiene a Dio, non a voi».
Da questa seconda parte ricaviamo importantissimi insegnamenti dal Maestro. Il primo, è che egli ci dice di non considerare come “vere” quelle affermazioni così drastiche e limitanti, che indicano che il Sentiero Spirituale è autentico solo dove c’è povertà e rinuncia totale al mondo della materia. Assomiglia al discorso che fanno certi asceti quando affermano di voler trovare Dio e l’Amore, escludendo tutti i Rapporti e le Relazioni con gli altri esseri umani.
È assurdo, proprio perché solo grazie ai Rapporti e le Relazioni si cresce, si evolve e si impara davvero che cos’è l’Amore. I rapporti sono una scuola! Così com’è una scuola, legata agli scambi e la gestione della propria energia materiale, quella del denaro, del commercio, della domanda e dell’offerta.
Non si può risolvere il problema del denaro eliminando il denaro, perché la negatività non risiede in dei pezzi di carta o delle monete (che sono neutri) ma nella debolezza dell’ego umano e delle forze negative di cui esso diviene schiavo. Semmai ci fosse un problema, è nella mente dell’uomo, che si rende preda di certe Forze Involutive, che egli grazie all’evoluzione e il lavoro su di sé, deve imparare a domare e trasformare in luce.
Ecco il messaggio fondamentale di Sri Aurobindo: egli ci dice che un vero devoto, ossia colui che è nel Sentiero Spirituale, ha l’obbligo di utilizzare il denaro e non lasciarlo nelle mani di tutti coloro che sono schiavi di queste forze oscure e asuriche. Riconquistare il denaro e utilizzarlo divinamente e per una vita divina (ovvero facendo del bene, portando miglioramento, benessere, aiutando gli altri, e facendolo scorrere e muovere senza accumularlo), è un dovere morale!
Il Maestro ci esorta a non indietreggiare difronte alla Forza del denaro di poter apportare oggetti, possedimenti, potere e maggiori capacità materiali nella nostra vita. Il punto di svolta è «saper utilizzare quel potere» per degli obiettivi e dei progetti nobili che abbiano lo scopo di migliorare il Regno di Dio sulla Terra! E per adempiere a questa missione, noi prima di tutti, non dobbiamo aver paura di questo strumento, né tantomeno condannarlo, giudicarlo, disprezzarlo o invidiarlo a chi ne possiede molto. Il nostro compito è «amministralo» nel modo giusto, poiché anche se lo utilizziamo, non è di nostra proprietà!
E in questo passaggio tocchiamo il nucleo del discorso di Aurobindo. C’è un unico, vero, autentico, possessore e proprietario di tutte le ricchezze che esistono in tutti i regni di natura, compreso quello umano, ed è Dio. Ecco perché amministrare e gestire il denaro è un atto divino: perché non è roba nostra. Noi abbiamo soltanto il compito di fare “un buon lavoro”. In ogni momento della vita abbiamo «il denaro giusto che ci serve per svolgere un compito che ci è stato dato». Questa è la forza della consapevolezza di chi vive seguendo le Leggi del Sentiero Spirituale. Ogni altro atteggiamento, legato all’accumulo, la paura di perderlo, la rabbia per chi ce l’ha, l’odio, l’invidia per chi ne gode, la sofferenza per la sua mancanza e l’istinto di proteggerlo, sono tutte reazioni Egoiche e della Personalità che segnalano la presenza di forze involutive che agiscono negativamente su di noi.
Ad ognuno, spetta un’importante e necessaria riflessione. E in seguito, azioni concrete.
Un abbraccio
Andrea Zurlini
Fonte: https://www.andreazurlini.it/single-post/2017/02/22/Luso-Spirituale-del-Denaro