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Lo hanno confermato, dagli Usa e dall’Osservatorio gravitazionale europeo (Ego), a Cascina, in provincia di Pisa. Quello che Einstein aveva solo ipotizzato ora è provato. Le onde gravitazionali esistono e sono state osservate.
L’universo per la prima volta “ha parlato”. Le onde gravitazionali sono state rivelate lo scorso 14 settembre alle 10:50:45 ora italiana, e sono state prodotte nell’ultima frazione di secondo del processo di fusione di due buchi neri. Che, quindi, sono una realtà. E’ stata proprio la collisione tra due buchi neri avvenuta un miliardo di anni fa a provocare il primo segnale delle onde mai scoperto, rilevato dalle antenne dello strumento Ligo ed analizzato fra Europa e Stati Uniti dalle collaborazioni Ligo e Virgo, alla quale l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Per la fisica è un risultato senza precedenti. Perché, oltre a confermare l’esistenza delle onde gravitazionali, fornisce anche la prima prova diretta dell’esistenza dei buchi neri. Nel 1916 Einstein ha predetto le onde gravitazionali. Oggi siamo felici di annunciare che abbiamo rilevato per la prima volta le graviazioni universali” è stato l’annuncio delle 16:30 (ora italiana) dato contemporaneamente negli Stati Uniti e in Italia, a Cascina.
“Si apre un nuovo capitolo dell’astronomia”, ha detto il coordinatore della collaborazione scientifica Virgo, Fulvio Ricci, presentando i dati. “Abbiamo osservato il primo evento in assoluto nel quale una collisione non produce dati osservabili, se non attraverso le onde gravitazionali”. Tutto, ha aggiunto, “è durato una frazione di secondo, ma l’energia emessa è stata enorme, pari a 3 masse solari”. I due buchi neri formavano una ‘coppia’, ossia un sistema binario nel quale l’uno ruotava intorno all’altro. “Avevano una massa rispettivamente di 36 e 29 volte superiore a quella del Sole. Si sono avvicinati ad una velocità impressionante, vicina a quella della luce. Più si avvicinavano, più il segnale diventava ampio e frequente, come un sibilo acuto; quindi è avvenuta la collisione, un gigantesco scontro dal quale si è formato un unico buco nero. La sua massa è la somma di quelle dei due buchi neri, ad eccezione della quantità liberata sotto forma di onde gravitazionali.
Fonte: http://www.rsvn.it/l-universo-ha-parlato-aveva-ragione-einstein-.lits4c67515.htm

Le onde gravitazionali esistono, dopo 100 anni confermata la teoria di Einstein

Di Enzo Vitale
Un  catastrofico impatto accaduto quasi un miliardo e mezzo di anni fa ci sta convincendo a ripensare i nostri concetti di spazio e di tempo. Una collisione tra due buchi neri ha messo in luce un evento che gli scienziati di tutto il mondo aspettavano da decenni. Quel terribile “scontro” ci ha dato la prova che le onde gravitazionali esistono. In quell’attimo, e in una frazione di secondo, nell’Universo è stata emessa l’energia pari a tre masse solari.
Dunque Einstein aveva ragione: dopo 100 anni la sua teoria della relatività è stata confermata.
 Lo storico annuncio è stato dato giovedì 11 febbraio nel corso di due conferenze congiunte, una in Usa e l’altra in Italia, mentre il nocciolo della scoperta si può condensare in questa semplice frase riferita all’inizio dei due vertici: «Le onde gravitazionali sono state rilevate per la prima volta il 14 settembre 2015 da due buchi neri in un sistema binario». Comunque non solo Italia e Stati Uniti, la ricerca sulle onde gravitazionali coinvolge tuttora oltre mille ricercatori appartenenti a quasi 140 istituzioni di tutto il mondo.
UN NUOVO APPROCCIO CON L’UNIVERSO
A partire da ora, dunque, dobbiamo abituarci ad un approccio completamente nuovo con l’Universo. La scoperta fatta da Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) potrebbe riscrivere quelli che sono stati considerati per molti anni dei solidi postulati. Per la prima volta gli scienziati hanno osservato in modo diretto le onde gravitazionali: increspature nel “tessuto” dello spaziotempo, perturbazioni del campo gravitazionale, arrivate sulla Terra dopo essere state prodotte da un cataclisma astrofisico avvenuto nell’universo profondo.

(L’elaborazione al computer della collisione di due buchi neri)
Il documento della scoperta si può scaricare qui, mentre nel video in basso una semplice spiegazione di cosa sono le onde gravitazionali.

Fonte: http://www.ilmessaggero.it/tecnologia/scienza/onde_gravitazionali_si_svela_mistero-1544866.html

Onde gravitazionali: viaggeremo nel tempo e nello spazio?

La scoperta delle onde gravitazionali ci porterà in futuro a viaggiare nel tempo, grazie alla ‘particella di Dio’ e ai buchi neri delle galassie?
La scienza non potrà mai finire di stupirci e questa volta ci rivela nuove scoperte che già da alcuni mesi, restavano in attesa di conferme confrontandosi tra la fisica e la teoria.

Tutto continua a girare intorno a stelle che esplodono, a galassie che si rinnovano, a energie inimmaginabili e a fattori in grado di generare nuova vita grazie alle onde gravitazionali; la teoria ‘spazio-tempo’ che accomuna tra loro l’unione delle due parole, onde e gravità. Tutto questo ha avuto inizio nel 2013 da quando è stata scoperta, a opera dello scienziato Peter Higgs, la famosa ‘particella di Dio’, questo gli valse il premio Nobel dovuto al perseverare verso una delle più importanti sfide della fisica fondamentale già studiate cent’anni fa da Albert Einstein.
Alle rivelazioni di Einstein e agli studi dei tempi passati, oggi si stanno rivolgendo dei ‘mezzi’ all’avanguardia che permettono di dare ‘forma’ a tutte le possibili tesi rivolte a una conferma, e grazie a questi ‘sembrerebbe’ che i fisici di aLigo (Advanced Laser Interferometer Gratitational-wave Observatory) abbiano avuto la fortuna di registrare il segnale di un’onda gravitazionale. Questa clamorosa notizia è stata messa in circolazione dallo scienziato Lawrence Hrauss, anche se per ora resta in attesa di una ben più precisa conferma da parte della Arizona State University e della sonda Esa (Lisa Pathfinder), messa in orbita a dicembre dello scorso anno. Da queste scoperte, dice il noto scienziato Stephen Hawking, possono nascere nuove risorse per il pianeta, come quella di avere dai buchi neri una fonte di energia illimitata.

Cos’è l’onda gravitazionale e a cosa servirebbe?

L’onda gravitazionale è l’interazione della materia attraverso lo spazio e il tempo che è spiegata nella teoria della Relatività Generale; questa considera lo spazio e il tempo dei fenomeni fisici e non dei semplici sfondi in cui avviene la loro ‘comunione’, chiamata più semplicemente Curvatura dello spazio-tempo (equazione di campo di Einstein). Queste possono essere immaginate come una perturbazione continuamente modificata mentre si propaga nello spazio; come un’onda che attraversa la superficie dell’acqua o un’onda elettromagnetica che modifica lo spazio in cui è immessa. Alla cattura delle onde gravitazionali sono impegnati gli interferometri (strumenti che permettono di rivelare e studiare il cammino delle onde elettromagnetiche), situati sulle sonde aLigo e Lisa Pathfinder; ma il loro compito non è facile perché posseggono una gravità molto più debole di quelle che attualmente conosciamo (l’elettromagnetica nucleare forte e quella nucleare debole), e per riuscire a rilevarle bisognerebbe analizzare elementi più massivi e molto più veloci, ad esempio due stelle di neutroni o una coppia di buchi neri in rotazione nella galassia. Per adesso ci solo solo delle flebili conferme rilevate dalla Pulsar binaria Psr1913+16, che emettendo regolari impulsi radio continui, permette di misurare con estrema precisione la distanza tra lei e il nostro pianeta. Questa è la certezza che l’unione della scienza e della tecnologia a breve riveleranno la grande scoperta dei tanti ambiti viaggi nel tempo, e grazie alla teoria della relatività, alle onde gravitazionali legate alla velocità della luce (che viaggia a 300mila km al secondo), e alla geometria dello spazio-tempo, ci rendiamo conto, dopo aver fatto nascere un fiore nello spazio, che ad ogni nuovo  grande risultato il mondo sta velocemente cambiando.
Fonte: http://it.blastingnews.com/tecnologia/2016/02/onde-gravitazionali-viaggeremo-nel-tempo-e-nello-spazio-00771693.html

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