Un mondo da ascoltare non con la mente ma con il cuore, senza discorsi aggrovigliati senza girandole di argomentazioni pseudo intellettuali, per poter andare oltre in un mondo, quello spirituale, che non richiede prove per esistere, né chiacchiericcio mentale.
Lo sciamanesimo, al di là dell’aspetto coreografico e folcloristico, è un percorso iniziatico, un messaggio di progresso spirituale, una disciplina che incoraggia una diretta e personale esperienza con il mondo degli dei.
Il termine sciamano deriva da shaman, una parola dei Tungus della Siberia e si riferisce ad un uomo o donna che ha la capacità di “viaggiare” in uno stato alterato di coscienza indotto dal suono del tamburo e, in alcuni casi, dall’uso di sostanze allucinogene per diagnosticare malattie, per stabilire contatti con il mondo degli spiriti, per entrare nel regno dei morti, per mantenere il fragile equilibrio sociale e psicologico della comunità.La funzione dello sciamano come intermediario fra il mondo fenomenico e quello sovrannaturale è basata su un sistema di credenze secondo le quali le difficoltà presenti ad ogni passo della vita sono rappresentazioni del mondo degli spiriti e possono essere eliminate con l’aiuto di spiriti benevolenti.Il ruolo sociale dello sciamano si enfatizza nel concetto di malattia considerata non solo nell’aspetto fisico, ma soprattutto spirituale. E’ suo compito non curare i sintomi ma risalire alla causa spirituale che, alterando un equilibrio, ha portato alla condizione di malattia.
E’ nel mito che troviamo l’origine del primo sciamano, dovuta ad una arrabbiatura divina e ad un’intercessione altrettanta divina.Quando Mahadev, il Grande Dio, decise di creare il primo uomo, modellò con diversi materiali,oro, argento,e rame, alcune effigi.Soddisfatto della sua parola, impose loro di parlare. Ma nessuna parlò, causando la sua arrabbiatura e la loro distruzione. Riprovò usando una mistura di legno di sandalo ed escrementi di pollo.La nuova effigie iniziò ad articolare dei suoni “ah, ah, uh, uh”ma Mahadev, ancora non soddisfatto, s’infuriò e predisse la genere umano un destino di sofferenze. La moglie di Mahadev, mossa a compassione per il misero destino riservato agli uomini, cercò di rabbonire il consorte supplicandolo di alleggerire il fardello dell’esistenza umana. Mahadev acconsentì allora di creare un intermediario fra lui e gli uomini, con il compito di alleviare le sofferenze e di condurli dal buio dell’ignoranza alla luce della conoscenza.
Ciò che differenzia una persona ordinaria da uno sciamano è la capacità di entrare in uno stato alterato di coscienza per compiere un “volo magico” in una realtà parallela, percorrendo un axis mundi che collega i tre livelli di esistenza. Una fonte da cui lo sciamano attinge le sue conoscenze sono gli “spiriti alleati”, generalmente animali, che lo proteggono nelle fasi rischiose della sua attività, sono i suoi consiglieri, i suoi compagni di viaggio. Parla all’anima dell’orso, della gazzella, del lupo con un linguaggio un tempo conosciuto anche all’uomo ordinario. Nel mito sciamanico si narra che nell’Età dell’Oro gli uomini avevano la capacità di muoversi nei tre mondi-sotterraneo, intermedio e superiore-, di dialogare con gli Dei, le piante, le rocce, gli animali, senza una distinzione fra sogno e realtà. A causa di un peccato di arroganza, il ponte che univa i tre mondi crollò, e il viaggiare fra questi mondi fu concesso solo agli Dei, agli spiriti e agli sciamani.
E’ il tamburo lo strumento sciamanico per eccellenza, il mezzo per entrare nello stato alterato di coscienza. Il suono ripetuto, monotono, che attiva tutti i centri del cervello, induce lo sciamano uno stato di concentrazione intensa e di espansione della coscienza: abbandonata ogni barriera spazio-temporale, entra nel mondo degli spiriti. E’ lo stato di coscienza sciamanico l’essenza dello sciamanesimo, il perno attorno al quale ruota la sua attività. Davanti ad un problema da risolvere egli, anziché usare il pensiero razionale, si rivolge ad esperienze interiori. Usando l’astrazione e il simbolismo, si lascia andare al flusso delle immagini del suo inconscio, senza lasciarsi intrappolare dal giudizio critico dell’attività intellettuale per rivolgersi ad una memoria antica che non può essere conosciuta nello stato normale di coscienza. Durante il rituale percepisce gli oggetti come reali (io li vedo, quindi esistono), sente le voci che gli parlano, quando danza attorno al fuoco imitando i movimenti di un animale è l’animale stesso a danzare, non lo sciamano. Si apre un’orizzonte sacro nel quale prende forma la sacralità dell’universo. L’attività sciamanica è caratterizzata non dalla possessione da parte degli spiriti, ma dal controllo su di essi:lo sciamano rimane vigile, determinato e concentrato nel suo non facile compito, recitando la parte dell’attore, del regista, del danzatore cosmico, del cantastorie universale, del traduttore di antiche saggezze che l’uomo moderno ha dimenticato.
Nella cultura sciamanica, lo scopo della vita è lo sviluppo spirituale personale. Lo stato di salute non e’ solo assenza di malattia, è armonia con l’ambiente, è un’intuitiva percezione dell’universo come una trama di un tessuto, con i fili interconnessi, è mantenere una comunicazione con gli animali, le piante, l’acqua, le stelle, è la consapevolezza che non c’è differenza fra la vita e la morte, che noi siamo parte del Tutto. Gli sciamani furono i primi a riconoscere nell’uomo una natura spirituale, uno spazio interiore che, se esplorato, permette di viaggiare in altri mondi, di dialogare con gli spiriti, di avere le risposte ai quesiti, per raggiungere una personale e spirituale trasformazione. L’importanza che lo sciamano dà al mondo interiore, allo spazio spirituale sia del guaritore che del paziente , contrasta con l’alienante tendenza della medicina occidentale a guardare il malato solo dal punto di vista clinico, fisico, in un approccio oggettivo, mentre lo sciamanesimo prende in considerazioni diversi piani della realtà.Non percepisce l’isolamento del corpo del paziente dall’Universo, ma sente che il respiro del sole fluisce in ogni momento, si serve della danza delle stelle, della voce delle piante, del movimento degli animali, coinvolgendo nel processo di guarigione l’intero Universo.E’ importante prendere coscienza della presenza degli spiriti: danno supporto alla nostra esistenza aiutandoci nel processo di trasformazione e quindi di guarigione. Dialoga con gli spiriti e possono essere proprio gli spiriti una causa di malattia.
La malattia è vista come un qualcosa che dall’esterno si inserisce nel corpo di una persona e che necessita di essere rimosso o eliminato.Il problema principale non è l’elemento esterno, ma la perdita della forza, del potere spirituale personale, che, creando debolezza e disequilibrio, permette l’intrusione. Questa concezione di malattia non si discosta da quella della medicina allopatica secondo la quale è l’intrusione di un fattore esterno al corpo-virus-batterio o altre invisibili elementi dell’ambiente-che, in un momento di debolezza del sistema immunitario, causa la malattia
La guarigione è quindi, dal punto di vista sciamanico, un fatto spirituale in quanto le malattie hanno un’origine spirituale e dagli spiriti possono essere risolte.La perdita dell’anima, intesa come energia vitale, è la più grave forma di malattia spirituale che dà origine a quella fisica e lo scopo della pratica sciamanica è di prevenire questa perdita, nutrendo l’anima e impedendole di “vagabondare”. L’immaginazione può influenzare e dirigere i processi del corpo e quindi anche il passaggio dalla malattia allo stato di salute. Ciò che serve è unicamente la trasformazione della coscienza in una realta’ dove, in modo intuitivo e non intellettuale, ascoltare e tradurre i messaggi che arrivano dal proprio corpo, dalla mente e dallo spirito.Questa trasformazione permette la fusione della nostra mente con quella Universale, con un potere che è dentro di noi e dà significato e sostanza al nostro esistere, permettendoci di diventare sciamani e di condividere la loro concezione secondo la quale tutte le parti del creato sono interconnesse e influenzano sia sul piano fisico che psichico.Gli oggetti che noi percepiamo con i sensi sono manifestazioni di una più ampia rete di energie, impregnati di coscienza e quindi vivi.
Nella società occidentale, rivolta all’eccesso alla tecnologia e all’intellettualizzazione, c’è bisogno di recuperare il ruolo costruttivo dello sciamano ed imparare noi stessi ad essere sciamani, per riappropriarci di un antico potere che ci appartiene, per recuperare il dialogo con gli spiriti degli animali in un periodo in cui molti si sentono estranei agli istinti vitali, per riconquistare la libertà di muoverci da una realtà all’altra scegliendo quella che soddisfa i nostri bisogni ed usare la nuove conoscenze così acquisite per nutrire il nostro essere, per prenderci cura di noi stessi e degli altri con amore e compassione, per sentirci “a casa” nell’Universo, per salvare noi stessi e l’ambiente.
Mariarosa Genitrini
Il battito del cuore di Madre Terra
Lo sciamano, durante il viaggio, è in uno stato di lucido sogno cosciente di quanto sta accadendo e capace di protrarre tale condizione. Se per i profani il tamburo è solo un oggetto di legno e pelle di capra, per lo sciamano è la rappresentazione del cielo e dei mondo sotterraneo e il suono è un suono divino, il battito del cuore della Madre Terra
Il Viaggiatore Cosmico
Lo sciamano è un viaggiatore cosmico capace in un volontario stato alterato di coscienza e con l’aiuto del tamburo di entrare in altre sfere dell’esistenza per sottomettere gli spiriti della malattia per entrare nel mondo degli antenati e degli dei, per acquisire informazioni, rivelazioni e potere per aiutare gli altri.
Lo sciamano Bhola Nath Banstola
Bhola Nath Banstola, nepalese, è laureato in antropologia culturale.
Ha ereditato dal nonno paterno i poteri sciamanici che utilizza nelle tecniche di riequilibrio energetico per facilitare la crescita personale*.
Ha trascorso lunghi periodi tra i più importanti sciamani dell’area himalayana, rielaborando personali tecniche.
Bhola e sua moglie, Mariarosa Genitrini, propongono a Kathmandu, in Nepal, in Italia e in altre parti del mondo dei corsi di conoscenza dello sciamanesimo, con lezioni teoriche e incontri con gli sciamani di diverse etnie, dove i partecipanti prendono parte attiva alle cerimonie, seguendo le danze rituali e le varie fasi.
Alla fine del corso, Bhola darà l’iniziazione sciamanica, che ha lo scopo di aprire una “porta” di conoscenza, per una comunicazione spirituale con le energie positive, al fine di migliorare il proprio equilibrio psico-fisico.
Sciamanesimo tra Scienza e Spiritualità
Lo sciamanesimo
Il tuono non è più la voce di un dio furente né il fulmine è l’arma della sua vendetta.
Nessun fiume contiene uno spirito né l’albero
è il principio vitale di un uomo, i serpenti non sono
personificazione di saggezza né alcuna grotta di montagna
è dimora di grandi demoni.
Nessuna voce parla più all’uomo, oggi, venendo da pietre, piante o animali,
né l’uomo si rivolge ad essi convinto che lo possano udire».
C.G. Jung
Il ritmo del tamburo aumenta, la stanza si riempie del fumo. dell’incenso, di voci, di canti, il corpo del JHANKRI inizia a scuotersi, a sobbalzare, il copricapo di penne di pavone si muove come se l’uccello stesse prendendo il volo, la bandoliera di campanelle, scossa dal corpo, fa da sottofondo al suono del tamburo, in un ritmo convulso, quasi disordinato, che sembra paralizzare l’aria, congelare il tempo.
Il corpo dello sciamano, luogo di convergenza di esseri soprannaturali provenienti da tutte le direzioni cosmiche, è pronto ad accogliere la divinità che, per bocca dello sciamano, parlerà, darà responsi, farà divinazioni, darà consigli, rimprovererà, consolerà, sceglierà il giorno propizio per un matrimonio, il nome giusto da dare ad un neonato.
II Jankri, lo sciamano nepalese, con la lunga gonna bianca, il copricapo di penne di pavone, il tamburo a due facce, diventa allora il centro del villaggio, l’intermediario tra il mondo visibile, fenomenico, e quello divino, al quale l’uomo «normale» non ha accesso. Compito importante dello sciamano è regolare e conservare il flusso dell’energia spirituale del villaggio, fare in modo che riti e tradizioni siano rispettati, che ci sia armonia nei rapporti interpersonali, nei rapporti con la natura, in un concetto di divinizzazione della natura stessa.
Il tamburo diventa il suo «veicolo», con il quale iniziare il viaggio estatico oltre i confini materiali per entrare nel mondo degli spiriti, per avere le risposte da riportare al richiedente, è la sua «antenna magnetica» per catalizzare l’energia, per trasformarsi da agricoltore, allevatore, a «uomo?medicina».
II suono del tamburo focalizza l’attenzione, crea un’atmosfera di concentrazione rendendogli possibile di penetrare profondamente nello stato di trance, pur rimanendo cosciente di quanto succede.
Recenti ricerche hanno provato che il suono del tamburo riproduce la frequenza d’onda theta, associato con lo stato di sogno, immaginazione e trance. Lo sciamano è quindi, durante il viaggio, in uno stato di «lucido sogno», cosciente di quanto sta accadendo e capace di protrarre tale condizione.
Se per i profani il tamburo è solo un oggetto di legno e pelle di capra, per lo sciamano è la rappresentazione del Cielo e del mondo sotterraneo e il suono è un suono divino, il battito del cuore della Madre Terra.
La recitazione dei mantra diventa il suo linguaggio, attraverso il quale colloquiare con le divinità, è la voce degli dèi e degli spiriti. Il suono è un aspetto vitale dello sciamanesimo.
È attraverso il suono e il canto che lo sciamano esprime sia il suo potere sia i suoi intenti, ripercorre il mito della creazione e costruisce una scala musicale fra lui e le divinità.
I canti rappresentano la musica degli dèi e degli spiriti, canali di energia e di potere. Durante la cerimonia, lo sciamano intona diversi canti: il primo è costituito da preghiere volte ad allontanare dagli individui, dalla comunità influssi di spiriti negativi e delle forze del male, il secondo tipo è quello dell’invocazione che viene diretta agli spiriti e alle divinità tutelari per ottenere il sostegno, l’aiuto o il favore.
Con l’aiuto di oggetti liturgici lo sciamano si pone quindi in contatto con il mondo soprannaturale, gli spiriti diventano suoi assistenti e compagni di viaggio, i suoi interlocutori, gli dèi assumono precisi contorni, personalità definite, e un colloquio si instaura fra loro e lo sciamano.
Lo sciamanesimo è la più arcaica pratica di guarigione, la prima forma di professione del genere umano, la nostra prima religione che si può datare a 100.000 anni fa o forse più.
È un’antica pratica che utilizza stati alterati di coscienza per contattare spiriti ed entità, la cui essenza è la visione animistica della natura, dove tutto è riconosciuto come vivo, manifestazione del divino e poiché tutti gli aspetti del cosmo sono percepiti interconnessi ? l’universo è una reale rete di energia, vibrazioni e forme ? lo sciamano è riconosciuto come intermediario tra i vari piani dell’esistenza, capace di percepire e di interagire con il mondo degli spiriti, di viaggiare tra essi, consapevole della fragilità umana, dei pericoli di forze magiche che possono causare malattie, carestie o disgrazie.
Caratteristica di ogni cultura sciamanica è la visione «spirituale» della malattia, dove la manifestazione fisica, esterna, è solo la rappresentazione di un disagio interno, di una «frattura» interna. Per lo sciamano l’aspetto spirituale della guarigione è di primaria importanza, mentre medici e psicoterapeuti la ignorano. Lo sciamano va alla ricerca, durante il viaggio, di un’anima persa o rapita, con riti appropriati la restituisce, restituendo così l’energia vitale al paziente, ripristina rapporti alterati fra le persone e con l’ambiente, essendo ciò causa di malattia, spiega sogni e visioni, e sottolinea l’importanza della crescita spirituale, dell’aiuto reciproco.
È la prima disciplina spirituale o percorso che conduce alla immediata conoscenza del «sacro», è la radice dalla quale si sono sviluppate le altre discipline spirituali. Ma è una pratica ancora attuale, grazie alla sua saggezza psicologica, sociale ed ecologica che le permette di sopravvivere nella cultura tecnologica contemporanea. Lo sciamanesimo ci parla attraverso il tempo senza età e per mezzo di rituali arriva nella profondità della nostra anima, nell’essenza della spiritualità, per insegnarci ad ascoltare la voce interiore, per indicarci la strada della realizzazione.
Lo sciamano è un viaggiatore cosmico capace, in un volontario stato alterato di coscienza, e con l’aiuto del tamburo, di entrare in altre sfere dell’esistenza, per sottomettere gli spiriti della malattia, per entrare nel mondo degli antenati e degli dei, per acquisire informazioni, rivelazioni e potere per aiutare gli altri.
Lo sciamano può decidere di intraprendere il «viaggio» per differenti ragioni; per diagnosticare o trattare stati di malattia, per divinazione, per acquisire potere con l’aiuto di spiriti, animali guida o altre entità spirituali, per contattare spiriti di persone morte che non hanno ancora trovato la collocazione giusta e disturbano, per stabilire contatti con guide o insegnanti in una non ordinaria realtà, dai quali avere consigli.
In tutte queste attività, lo sciamano generalmente rimane cosciente, controlla le proprie facoltà e la volontà e non è mai vittima di possessioni. Il viaggio sciamanico verso lo spazio cosmico avviene lungo l’axis mundi, un immaginario asse che collega, secondo la cosmologia sciamanica, i tre livelli di esistenza.
Il livello intermedio è il mondo che conosciamo, degli eventi umani. Il inondo sotterraneo può essere associato con il Regno della Morte e di spiriti pericolosi il cui protettore è Nag, il dio serpente. È lo spazio percorso dallo sciamano durante il viaggio, quando deve cercare un’anima rapita da qualche spirito e la cui perdita ha causato lo stato di malattia.
Il terzo livello è il Regno Celestiale, il regno degli dèi, della luce… fonte di ispirazione per lo sciamano e di consolazione per gli uomini.
Il viaggio sciamanico lo si può analizzare anche come un nostro personale percorso iniziatico, dove I’axis mundi, una «struttura» al di là del visibile, corrisponde ai 7 chakra, o centri di energia, che sono all’esterno del nostro corpo fisico, oltre il tempo, oltre lo spazio e l’esistenza materiale. Così come lo sciamano deve saper percorrere, durante il viaggio, l’axis mundi, così l’abilità dello yogini è di muovere l’energia, situata alla base della colonna vertebrale e rappresentata come un serpente attorcigliato, lungo il canale fino all’ultimo chakra, alla sommità del capo. Il primo chakra rappresenta quindi quello che per lo sciamano è il mondo sotterraneo, regno del dio serpente, per arrivare al Regno Celestiale, la realizzazione dell’ultimo dei 7 chakra, lo stato di estasi, di comunione con il Divino.
Secondo lo sciamanesimo, noi siamo i profeti di noi stessi, i guaritori di noi stessi, è dentro di noi che dobbiamo cercare e risvegliare il potere addormentato. Le pratiche sciamaniche, sebbene il termine shaman derivi da un termine siberiano, sono universali, e un filo conduttore unisce le differenti culture sciamaniche, tese ad un unico scopo: il raggiungimento della armonia personale e con tutto ciò che ci circonda, la realizzazione personale e l’estrinsecazione del «divino» che è dentro di noi, attraverso l’apertura di nuovi canali di comunicazione, canali che erano aperti ai nostri antenati ma che sono scomparsi con l’avanzare della civilizzazione.
Lo sciamanesimo non è esclusivamente un fenomeno di società tribali, lontane dalla nostra cultura, permeato di folclore, è invece una nostra tradizione che è stata distrutta e che dobbiamo ripristinare, è un ritorno alla nostra vera natura, è un riconnetterci con il potere delle piante, degli animali, con l’incredibile potere dell’universo, è un percorso spirituale di crescita, un viaggio fra l’ordinaria realtà e quella non?ordinaria, il ritorno ad una visione mitologica del mondo, attraverso rituali capaci di ricollegarci alle nostre radici ancestrali.
Bhola Nath Banstola
Mariarosa Genitrini
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