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Lo vidi per la prima volta a Londra.
Era entrato nella sala così semplicemente che fu per me una sorpresa vedere che era lui a sedersi sulla sedia del conferenziere. Ma quando lo fece, meglio sarebbe forse dire quando lasciò che il suo corpo scendesse su quella poltroncina, ebbi la stranissima impressione che da quel corpo così abbandonato e tranquillo si elevasse
qualcosa di più grande che avvolse la sala con la sua ventina di partecipanti.

Mi sentivo come un diapason che risuonasse con profonda gioia al suono del suo inglese musicale, con un lieve accento tedesco, ed alla vista della sua mimica arguta ed innocente. Fu lui ad avvicinarsi alla fine della conferenza, per chiedere chi eravamo, un gruppo di quattro amiche, ed accettò la nostra richiesta di incontrarlo privatamente con la stessa semplicità con la quale il giorno dopo ci aprì la porta e prese i nostri cappotti.
Appena seduta non potei trattenermi:
«È la prima volta», gli dissi, «che ho la sensazione di potermi avvicinare ad un essere umano senza percepire alcuna difesa, senza che vi sia niente che ad un certo punto mi fermi».
«Sì», rispose sorridendo, «e così alla fine possiamo diventare Uno».
«Come in realtà siamo», dissi.
E queste parole erano uscite dalla mia bocca senza un pensiero. Mi sorprese quello che avevo appena detto e mi spaventò per la verità che fece vibrare in me.
Un mese dopo ero a Vancouver, dove lui abita, sentivo di non poter aspettare, ma mi toccò farlo. Passai giorni, poi settimane nell’ attesa di incontrarlo. Cominciai a chiedermi che cosa sarebbe accaduto se non mi avesse chiamato.
E così incontrai una immagine di me stessa che mi spaventò: se non mi avesse teso la mano mi sarei perduta nell’ oscurità. Toccai in quel momento un tale dolore ed un senso di solitudine e di abbandono così profondi ed oscuri, che appartenevano alla mia vita ma che non avevo mai osato percorrere fino a quel punto.
Ed in quella oscurità, puntuale, arrivò la sua chiamata. Sincronia che illuminava di
unione quel dolore. Lo incontrai per un paio di mesi ad intervalli irregolari. Sedevamo in silenzio. Ogni tanto in me affiorava una domanda. Ma in sua presenza la mente si quietava e non avevo molto da chiedere. Spesso ridevamo di qualcosa. Mi ha sempre deliziato il suo senso dell’umorismo, la rapidità con la quale coglie le sorprese della vita. Spesse volte in questi anni, nei quali ci siamo incontrati in luoghi diversi, passeggiando i nostri sguardi si sono spontaneamente incontrati stupiti, per ridere come ragazzi del volo sorprendente di un uccello o del movimento di una qualche forma buffa. […]
Marina Borruso
(Prefazione al Libro: Come mettere in pratica Il potere Di Adesso)

L’inizio della libertà è la realizzazione
che tu non sei «colui che pensa».
Il momento in cui cominci ad osservare colui che pensa,
si attiva un livello di coscienza più alto.
Incominci a renderti conto che esiste un vasto regno
di una intelligenza al di là del pensiero
e che il pensiero è solamente un
minuscolo aspetto di quell’intelligenza.
Ti rendi anche conto che tutte le cose che hanno veramente
importanza – bellezza amore, creatività, gioia, pace interiore –
nascono al di là della mente.
Incominci a risvegliarti.

Eckhart Tolle

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