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Ogni uomo che aspira alla Realizzazione, dovrà sottomettersi a quattro tipi di prove se vorrà realmente raggiungere quella Maestria che gli permetterà di scrivere il priprio nome con la maiuscola: UOMO!

Queste prove corrispondono ai quattro elementi, gli stessi che compongono l’essere umano, che, per elevarsi spiritualmente, fino alla Divinità o Luce ineffabile, dovrà sottoporsi a delle prove o esperienze che, se superate, lo eleveranno ad un’ottava superiore di coscienza.

Anticamente queste prove erano terribili e chi non le superava veniva eliminato fisicamente, poiché falliva la propria iniziazione, oppure, non superando le prove, non gli era più concesso l’ingresso nel Santuario della Saggezza.

Ai giorni nostri, quelle terribili prove sono cambiate e chiunque può essere iniziato ed avere accesso agli antichi Misteri. Così queste prestigiose scuole di Vita sono diventate “acqua di rose”, dove molti “profani” sono stati ammessi nei Templi interiori, senza essere all’altezza, portando aspetti della vita pro-fana dentro i templi della Luce.

Nell’antico Egitto il Grande Arcano era il potere della Natura con i suoi quattro Elementi e, soprattutto, il Mistero del Fuoco, perché da questo nasce la Luce. Luce che trasforma ed eleva l’individuo da terra (inferi) al celato (cielo nella propria testa)

Il processo era paragonato a la trasformazione di un seme di frumento fino a diventare pane, tale è così che c’è un iconografia che rappresenta il corpo d’Osiride sepolto e dal quale nascono tante spighe di frumento dal suo prorpio corpo.

Questo sta ad indicarci che Osiride è l’equivalente al Cristo-Pane o Corpo delle Divinità che si mangia per la salvezza. Ma prima, l’uomo, paragonato al seme, dovrà passare per tutti gli stadi che, da piccolo germe di vita, prigioniero in un seme, dovrà essere seminato in una Terra preparata a tale scopo e questa terra non è altro che il corpo umano.

L’Iniziato ai Misteri di questo terzo millennio per raggiungere quegli stadi superiori di coscienza e per spiritualizzare la propria Terra-Materia, dovrà comprendere e mettere in pratica lo stesso processo, che non è altro che la stessa Alchimia.

sementeuomo

La prova di Terra consisteva e consiste ancora, nel seminare il Principio-seme all’interno della propria Terra, esattamente come fa un contadino con la propria campagna. Per prima cosa ara la terra e la lascia riposare per un pò di tempo. Dopo la rinnova nuovamente scavando dei solchi e quindi, semina il suo grano-seme migliore coprendo i solchi sempre con la stessa terra. Infine aspetta che gli elementi facciano il resto.

Così la Terra, l’Acqua, fanno nascere il germoglio, Aria e Fuoco fanno il resto. Mentre il contadino taglia le erbacce che altrimenti toglierebbero energia ai germogli.

Questo seminare equivale all’Opera al Nero, la putrefazione del seme, che nel buio della Madre Terra, ossia nel proprio Atanor, muore e, morendo, dopo tre giorni rinasce trasformato e moltiplicato attirato dalla Luce del Sole.

Lo Spirito dell’uomo è sepolto nella Materia del suo proprio seme e, come milioni di granelli di frumento, sta aspettando la Resurrezione primaverile per moltiplicarsi all’infinito, sublimarsi e donare il proprio corpo, come Osiride o lo stesso Gesù fecero per l’umanità. Nelle antiche Scuole dei Misteri, il Candidato, dopo duri anni di prove di studio e di lavoro, veniva indicato come meritevole; allora lo si preparava per la consacrazione a Maestro, con un rito molto particolare: gli facevano rivivere tutto il processo della morte e resurrezione del Seme.

Così, analogicamente, i Maestri, con il rito, trasmettevano all’iniziato tutta l’operatività che egli doveva com-prendere ed attuare, per entrare a far parte della Maestria o cerchio interno del Tempio.

Così nel momento astrologico giusto, all’iniziato, avvolto in un lenzuolo bianco, a mò di sudario, gli venivano inferti tre colpi in diverse parti del corpo, veniva sollevato da terra e depositato in un sepolcro o fossa scavata nella terra.

Il candidato mezzo tramortito e coperto con il sudario sentiva le palate di terra che man mano lo ricoprivano; in quegli attimi avveniva in lui una catarsi, un cambiamento di stato di coscienza e dopo un pò di tempo, che sembrava un’eternità, veniva fatto risorgere completamente rinnovato.

Il miracolo si era avverato: il candidato “risorto” non era più quello di prima. Allora gli veniva dato il nome iniziatico corrispondente e da quel momento iniziava realmente la sua missione in terra. Avendo superato la prova dei Quattro elementi e la Morte stessa, incarnava, ora, Osiride, Hiram, Gesù, il Cristo, trasmutandosi in un Figlio della Luce o Sacerdote secondo l’ordine di Melkitzedeq, poiché conosceva il Mistero del Fuoco e il suo corpo era Pane simile all’Eucarestia….

Infatti Gesù diceva:”…questo è il mio corpo, mangiatelo e questo è il mio sangue, bevetelo, così non morirete mai….”

Una volta superate le prove, le terribili prove, l’iniziato iniziava ad operare la vera Alchimia “mangiandosi la propria anima-pane e sangue”, seguendo un percorso annuale equivalente alle dodici fatiche di Ercole con le sue rispettive ulteriori prove.
Volendo usare un altro linguaggio analogico, ciò corrisponde ai quarant’anni nel deserto del popolo ebreo, che non sono altro che le quaranta operazioni per elevarsi dagli Inferi verso il Cielo della propria coscienza, previo il passaggio del Mar Rosso (il sangue) per andare nella Terra Promessa (Testa), facendo ritorno da dove fummo cacciati, ma questa volta non più come uomini, ma come Eroi. Ecco il Figliol prodigo che ri-torna alla Casa del Padre!

In questi tempi di chiusura del Ciclo, le prove per coloro che non hanno ricercato un percorso iniziatico si presentano sotto l’aspetto di malattie, incidenti più o meno gravi, separazioni, divorsi, perdite dolorose di persone care, ecc…

Sono queste le prove, a volte terribili, che equivalgono ad una morte simbolica di un tipo di vita, prove che obbligano a cambiare, a prendere coscienza che ci sono altri aspetti della vita per cui l’uomo si desta da un lungo letargo, diventando presente a se stesso e scoprendo la propria Divinità interiore.

Ma ecco che, come in “Narciso e Boccadoro”, uno dei romanzi di Hermann Hesse, due amici, seguendo percorsi diversi, uno un artista avventuriero e l’altro un ecclesiasta arrivato al rango di Abate, reincontrandosi dopo molti anni, scoprono di essere arrivati allo stesso traguardo spirituale.

Che significa questo?

Che l’uomo, chiunque esso sia, può raggiungere il proprio Cielo della propria Coscienza, a prescindere dalle strade intraprese nella vita.

Dio non giudica ne addita nessuno.

Tutta l’umanità intera sta in cammino verso il più alto raggiungimento spirituale, senza distinzione di razza, di religione, di laurea od altro.

Agli occhi del Padre Amore, siamo TUTTI UGUALI!!

Forse arriverà il giorno dove tutte le prove-problemi scompariranno definitivamente e l’umanità intera s’incarnerà verso l’Età dell’Oro, che si dice durerà mille anni, anche se personalmente non ci credo poiché il giorno che scompariranno tutti i problemi l’uomo non evolverà più e allora ci sarà la fine di tutto.

Ma poiché una fine globale non potrà mai verificarsi, godiamoci ancora questo Mondo così difficile e pieno di problemi, prove da superare e forse la Bellezza del Tutto è proprio in questo: che gli uomini passeranno, ma la Terra non passerà mai.

Alfredo di Prinzio
Fonte:mikeplato.myblog.it

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