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Riguardo la vita storicamente comprovata di Gesù, avatar di riferimento del Cristianesimo, i falsi miti tutt’oggi diffusi sono stati già pretrattati deduttivamente da Tom Montalk nel post Gesù è storicamente esistito?“. Essendo però ancora debitori di precisazioni d’ordine cronistorico, postiamo questo articolo in due parti, grazie al quale i dubbi finiranno probabilmente lavati e centrifugati a puntino, nonostante richieda una lettura particolarmente impegnata.Che la vita di Gesù non si fosse svolta secondo quanto affermato ufficialmente dalle fonti teologiche è cosa risaputa. Persino l’abdicando Papa Ratzinger nel suo libro L’infanzia di Gesù afferma chiaramente che le cose non si siano svolte proprio come la Chiesa racconta. Probabilmente però, neanche lui immagina quanto ampiamente le reali vicende si discostino da quelle radicate nell’immaginario collettivo.Chi può sapere oggi che cosa sia realmente accaduto duemila anni fa? Evidentemente soltanto coloro che hanno fatto della sistematica e accurata ricerca storiografica e religiosa l’asse portante della proprio anelito alla Verità. Fra di essi, una voce di spicco è sicuramente quella di Franck O’Collins, autore del monumentale e trentennale lavoro di risistemazione delle verità storico religiose epurate da ogni sorta di manipolazione decettiva, convogliate nel sito www.one-faith-of-god.org, parte di un’opera enciclopedica ancor più grande denominata UCADIA.La sicurezza e l’autorevolezza delle affermazioni di O’Collins non lasciano spazio a fantasia o a dubbi: numerando addirittura i paragrafi in puro stile trattatistico, l’autore non lesina neanche sui più piccoli dettagli delle vicende di Gesù, figlio del Re d’Irlanda Giuseppe d’Arimatea, cominciando dalla nascita dal grembo di Maria fino alla morte per decapitazione avvenuta per mano di Paolo di Tarso, passando per la crocefissione simulata in complicità con Giuda, la fuga nel sud della Francia – dove proliferò la sua progenie nata dall’unione con Maria Maddalena – e il ritrovamento delle sue spoglie a Talpiot Est nel 1980.I più noteranno enormi punti di contatto con le vicende di stampo gnostico, così come sono narrate nel best-seller di Dan BrownIl Codice da Vinci“. Rimarchiamo che il punto di vista di O’Collins è puramente storiografico: sono volutamente ignorate, per coesione, semplicità e lunghezza di esposizione, tutte le enormi implicazioni spirituali, religiose e cosmiche dell’incarnazione di Gesù Cristo, che meriterebbero una trattazione a parte.
Considerato il periodo di crisi profonda che sta vivendo la Chiesa in questo periodo della sua storia recente, non c’è momento migliore per cominciare a rispolverare certi fatti caduti per troppo tempo nel dimenticatoio, ricostruendo con equilibrio e discernimento l’aspetto storico relativo all’evento cosmico spirituale più importante che sia mai accaduto sulla Terra. Questa sì, che è la NOSTRA storia.

1° PARTE


Capitolo 1
FRATELLI E SORELLE

1. Ogni testo che si possa definire storicamente accurato a proposito della vita di Gesù, sia esso cristiano, pseudo-cristiano o ebraico, afferma che Gesù avesse almeno due o più fratelli.
2. Risulta chiaro, dalla lettura dei Vangeli, come non venga fatto alcun tentativo per nascondere il fatto che Gesù avesse fratelli e sorelle.
3. La ragione di tutto questo risiede probabilmente nel fatto che la morte di suo fratello Giacomo (il Giusto), il primo Patriarca/Papa e leader ‘consacrato’ dei discepoli successivamente alla crocifissione di Gesù, rappresenti un evento storico in riferimento al quale esistono sostanzialmente più prove e riferimenti di quanti ne esistano per lo stesso Gesù.
4. L’omicidio brutale e a sangue freddo di Giacomo il Giusto, intorno al 62 d.C., fu realizzato dalla stessa famiglia di Sommi (Alti) Sacerdoti che erano stati i responsabili della crocifissione di Gesù, il Casato di Ananus (Hanan), fu questa famiglia ad organizzare il suo omicidio, con l’appoggio di Paolo di Tarso.
5. Si trattò inoltre dell’assassinio di un personaggio che si era dimostrato un vero e proprio eroe nazionale, un evento che di lì a poco si trasformò nell’elemento scatenante della rivolta che condusse infine alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C.
6. Ora, se anche tale resoconto storico appare singolare ed enigmatico per chiunque sia stato educato nella fede cristiana, ciò non sorprende, dato che, nonostante il fatto che le chiese cristiane si dimostrino ben felici di riconoscere che Gesù avesse avuto effettivamente una famiglia, è a questo punto che le loro ammissioni tendenzialmente si fermano.
7. Successivamente a tale ammissione, gran parte degli studiosi cristiani sono stati ossessionati dal fatto di introdurre genealogie complesse per illustrare il fatto che Gesù fosse effettivamente figlio unico, o che i suoi fratelli e le sue sorelle fossero stati adottati, o addirittura che l’intera storia riguardante i suoi fratelli e le sue sorelle costituisca un terribile fraintendimento.
8. Perché tale menzogna? Perché questa deliberata volontà di evitare una delle poche indicazioni rese evidenti all’interno della Bibbia, e relativa al fatto che Gesù avesse fratelli e sorelle?
9. Prenderemo in considerazione la tradizione a noi giunta e i motivi di fondo di tale condotta, cercando anche di rispondere con esattezza alla domanda relativa a chi fossero effettivamente i fratelli e le sorelle di Gesù e a ciò che accadde loro.


Capitolo 2
LA LINEA REALE DI GIUDA

1. Mille e settecento anni fa, prima che i teologi cristiani si impegnassero ad elaborare una serie di fallaci argomentazioni impegnate a sostenere che Gesù fosse stato in effetti un Dio vivente, non vi era alcun dubbio sul fatto che Gesù fosse il primogenito di una serie di fratelli e sorelle suoi consanguinei.
2. Sostenere il contrario sarebbe stato assurdo, non solo perché esisteva ampia evidenza storica e liturgica di questo, ma anche perché le antiche tradizioni della regione imponevano la formazione di famiglie con un certo numero di figli, dati i rischi che si correvano a quel tempo.
3. Tale condotta era certamente obbligata per ogni famiglia reale e in particolare per qualsiasi famiglia reale che si trovasse in esilio.
4. Nel caso di Gesù, il suo patrimonio unico avrebbe dovuto costituire la convergenza tra la più antica delle linee di sangue degli originari Alti Sacerdoti di Israele (la linea di Aronne), da parte di sua madre, e quella degli antichi re di Israele (la linea di Davide), da parte di suo padre Giuseppe.
5. Tutto ciò è assai più significativo rispetto a quello che la Bibbia o qualunque altro testo cristiano o ebreo possa mai dichiarare apertamente, poiché implicava un matrimonio tra i discendenti di due linee di sangue ben precise, ovvero tra un discendente della linea di sangue reale dei Sadducei e una discendente della linea di sangue degli Esseni.
6. Questi due gruppi, nell’ambito della cultura ebraica, 2000 anni fa, rappresentavano due nemici giurati, in effetti quasi i poli opposti in riferimento alla propria fede e al proprio effettivo credo religioso.
7. I misteriosi Esseni, o “gli egiziani”, come i Sadducei amavano definirli, rappresentavano i custodi di una fede profonda in una divinità monoteistica, erano vegetariani, ed erano ossessionati dalla purezza della mente, del corpo e dello spirito.
8. I Sadducei rappresentavano invece gli infami satanisti che regnarono su Israele nel corso di periodi terribili, funestati da sacrifici umani e dissolutezza, ed erano leggendari per la loro assenza di autocontrollo e di pietà, e non condividevano in effetti alcuno dei principi religiosi degli Esseni.
9. Considerando il fatto che un tale matrimonio avrebbe potuto dare vita ad eredi che sarebbero stati tanto legittimi Re di Israele quanto Alti Sacerdoti, quindi legittimi Re-Sacerdoti, esiste un unico caso registrato di un simile matrimonio, quello tra Giuseppe d’Arimatea (Ha-Rama-Theo, Sua Maestà Divina, Principe Ereditario) e Maria, la discendente di sangue di Zaccaria e, in definitiva, del faraone Akhenaton (“Mosè”).
10. Non sorprende, data l’esclusiva combinazione di questi due opposte componenti in un’unica, potremmo dire, “super linea di sangue”, che a questa famiglia fosse stata concessa una denominazione unica e fuori dall’ordinario – I Desposyni (dal greco ?????????? (desposunos) “di o appartenenti al Padrone (Maestro) o al Signore”).
11. Fu un nome riservato solo ai consanguinei di Gesù.
12. Ma vi è un ulteriore elemento storico essenziale in questa specifica fusione tra linee di sangue, ed inoltre nella storia del padre di Gesù, ovvero il fatto che Giuseppe fosse definito Ha-Rama-Theo (Sua Maestà Divina). A tutti gli effetti, in qualità di diretto discendente della stirpe di Davide, doveva essere imparentato con il re Zedechia tramite la sola parente sopravvissuta, la Principessa Tamar.
13. Ciò significa che il titolo di Giuseppe era quello di Supremo Re d’Irlanda, l’unico effettivo e diretto discendente di sangue di Zedechia rimasto sul pianeta Terra, uno dei Cuileann (che esistono ancora oggi come i O’ Cuilleain, i Cullen, Collins, Cullenan e O’ Coileain).
14. Inoltre, l’importanza del matrimonio di Giuseppe e Maria assume un’ulteriore dimensione per il fatto di ri-stabilire e ri-unificare due linee di sangue, precedentemente antagoniste, una riunificazione di cui mai si era stati testimoni sin da quando Geremia e Baruch condussero la Principessa Tamar in Irlanda nel 590 a.C.


Capitolo 3
I DESPOSYNI

1. Ci sono nomi menzionati in diverse punti nella Bibbia e in altri documenti non canonici. Sulla base di questi ultimi, ecco la migliore elencazione che è possibile realizzare dei fratelli e delle sorelle di Gesù in ordine di età, dal più vecchio al più giovane.
– Parenti stretti di Gesù:
2. Giuseppe – Sua Divina Maestà, Re Supremo d’Irlanda in esilio.
3. Maria, Madre di Gesù.
4. Gesù (maggiore e primogenito, a cui fa riferimento anche l’anagramma di Lazzaro nel Vangelo secondo Giovanni).
5. Maria Maddalena (Mariamne) – moglie di Gesù.
6. Martha (Salomè anche soprannominata Matia).
7. Giacomo (il Giusto).
8. Joseph (Giuseppe).
9. Giuda (Judas, noto anche come Tommaso il gemello).
10. Maria (Miriam).
11. Cugini:
12. Cleofa (Cleopas), fratello minore di Maria.
13. Simeone Cleofa (Simeon Cleopas).
14. Maria Cleofa (Mary Cleopas).
15. In riferimento a cosa sia accaduto a tali parenti più stretti, è chiaro che, nel 44 d.C. circa, quando Paolo di Tarso riuscì ad eliminare il responsabile dell’operazione Nazarena di sostegno alla popolazione rispetto alla carestia appena manifestatasi (Stefano, il martire), Giuseppe condusse tutta la sua famiglia, esclusi Gesù e Maria Maddalena, in Britannia, mentre Giuda (noto anche come Didimo Tommaso) si rifugiò nell’area di Tamil Nadie, in India.
16. Il resto dei discepoli, insieme a Giacomo il Giusto, restarono a Gerusalemme per coordinare gli sforzi indirizzati a sostenere la popolazione a seguito della grande carestia verificatasi nella regione.


Capitolo 4
I FATTI RINNEGATI DALLA VERSIONE CRISTIANA

1. Rispetto a tale elenco dei parenti strettissimi di Gesù, le chiese cristiane sono concordi nel contestare i seguenti fatti.
2. Il Cristianesimo d’Oriente, da Eusebio in avanti, ritiene che fossero “figli di Giuseppe avuti dalla sua (non registrata/non meglio identificata) prima moglie.”
3. Il Cattolicesimo Romano, in base a quanto contenuto in Marco 15:40, Marco 16:01, Giovanni 19:25 e Giuda 1, ritiene, così come (San) Girolamo (autore della Vulgata), che fossero ‘cugini’ di Gesù, figli di Maria, la moglie di Cleofa, traducendo in cugino il termine greco per “fratello” o ” parente” utilizzato nei Vangeli.
4. Seguendo Egesippo (150 d.C. circa), citato da Eusebio (Storia Ecclesiastica 3, 11), Cleofa (Cleopas) risulterebbe presumibilmente il fratello di Giuseppe, mentre Simone sarebbe il cugino di Gesù.
5. Ovviamente, un conto è sostenere tali argomentazioni per tentare di screditare l’effettiva esistenza di fratelli e sorelle consanguinei, un altro è creare prove fasulle.
6. “Il Protovangelo di Giacomo” – e tale documento rappresenta un’opera dalla dubbia fama che viene falsamente attribuita al leader della chiesa di Gerusalemme, Giacomo – afferma che Giuseppe fosse stato precedentemente sposato, e che da tale matrimonio avesse avuto due figli.
7. Tanto gli studiosi cristiani quanto quelli ebrei sono impegnatissimi a sottolineare che nell’aramaico non esistesse alcun termine per indicare “cugino”, sostenendo quindi che il termine “fratello” fosse stato utilizzato come termine sostitutivo. Gli studiosi cristiani affermano inoltre, come se si trattasse di una sorta di dato di fatto, che tale utilizzo continuato del termine “fratello” per indicare anche un “cugino” non costituisse una novità assoluta, anzi, sarebbe da considerare più che altro una consuetudine comunemente accettata in quella lingua.
8. Ovviamente questa teoria risulta assolutamente priva di senso quando ci si rende conto che i primi vangeli dei Nazareni furono scritti in greco, mentre i vangeli fasulli di Paolo e degli scribi degli Alti Sacerdoti furono scritti in aramaico e anche in greco.
9. In greco, scusanti o sotterfugi di tale genere non possono essere utilizzate. Dato che un testo che si impegni a parlare di fratello o sorella significa appunto quello: fratello o sorella di sangue.
10. La Chiesa Cristiana sviluppò, nel tempo, un altro ‘escamotage’ per rendere più difficile rivendicare, come buon senso imporrebbe, l’esistenza di effettivi fratelli e sorelle di Gesù. Si impegnarono ad affermare che Giuseppe fosse già anziano e che fosse morto poco successivamente al ritorno di Maria a “Nazareth” (la variante cristiana della località nota come Nazara).
11. Tale affermazione assolutamente fasulla fu resa possibile successivamente al deliberato occultamento dell’identità di Giuseppe Ha-Rama-Theo, Supremo Re d’Irlanda in esilio, diretto discendente del Re Zedechia, della casa dei Cuileann, degli “Uomini Sacri”, le più antiche e ‘divine’ linee di sangue della storia, l’uomo più ricco di tutta la regione ed inoltre il padre di Gesù.
12. La soluzione riguardante tali controversi elementi risulta più semplice di quanto possa apparire. Pur essendo la città di Arimatea puramente immaginaria, il suo anagramma raramente è stato contestato, così come non lo sono state le numerose sezioni apparentemente contraddittorie e prive di senso del Nuovo Testamento, un evento che si sarebbe verificato se Giuseppe di Arimatea non fosse stato il vero padre di Gesù.
13. I Cristiani andarono persino oltre, dipingendo Gesù, il discendente di una stirpe reale di re e sacerdoti, come il figlio di un povero falegname (carpentiere), un travisamento vergognoso seppure per molti versi non una menzogna in senso assoluto, dato che suo padre Giuseppe aveva completamente auto-finanziato la costruzione di una città completamente nuova abitata da migliaia di persone, nota come Nazara, nell’arco di dieci anni.
14. Sarebbe come affermare che la famiglia proprietaria della Wal-Mart sia in effetti una famiglia costituita da commessi di un centro commerciale.
15. Ovviamente, tutto questo è stato reso possibile distruggendo sistematicamente ogni singola prova in grado di dimostrare il contrario.
16. In primo luogo, ovviamente, distrussero i Nazareni, quindi gli Esseni, e successivamente le residue connessioni irlandesi-ebraiche in tutto il Mediterraneo.
17. Tale quadro include inoltre le numerose invasioni dell’Irlanda orientate a favorire l’eliminazione di quell’antica cultura e costringendo qualsiasi elemento in grado di dimostrarsi una prova dell’antica saggezza dei Supremi Re d’Irlanda a tornare all’ “età della pietra”.
18. Nel corso di tale processo, la Chiesa garantì inavvertitamente la sopravvivenza della prova più schiacciante di tutte, ovvero quella relativa alle linee di sangue degli antichi re e dei diretti discendenti della stirpe di Davide e della stirpe di Gesù.


Capitolo 5
I FIGLI DI GESÙ E MARIAMNE (MADDALENA)

1. Ora, la presunta ragione per cui i non Cristiani, e perfino gli stessi Cristiani, ritengono che la Chiesa difenda a spada tratta il fatto che Gesù fosse figlio unico, sembrerebbe quella di proteggere il suo culto e la fede nella verginità e nella santità di Maria.
2. Si tratta tuttavia, in questo caso, di difendere i canoni fondamentali del culto di Cibele, della “Regina Coeli”, i principi fondamentali del culto della Vergine e della Dea Madre, uno dei più antichi culti pagani e probabilmente il più sanguinario e perverso.
3. Ciò che è evidente, è che se un cristiano, e in particolare la Chiesa Cattolica, dovessero ammettere che Gesù avesse avuto fratelli e sorelle biologici, ed esistono schiaccianti prove storiche a confermarlo, allora il concetto di un “divino figlio di Dio” comincerebbe a traballare.
4. Quest’ultima è inoltre una delle ragioni per cui la Chiesa è impegnata ad avversare in ogni maniera possibile la versione presentata nel “Codice Da Vinci”.
5. Tuttavia, la vera ragione, la ragione storica, è assai più sinistra, assai più terribile di un semplice tentativo di difesa nell’ambito di un dibattito teologico.
6. Poiché, tramandato di vescovo in vescovo, di documento esoterico in documento esoterico, di reliquia in reliquia, la Chiesa, e soprattutto la Chiesa di Roma, è stata custode di un terribile segreto riguardante il Cristianesimo e la famiglia di Gesù.
7. Ora, se avete letto il Nuovo Testamento e le informazioni da noi presentate a proposito dell’effettiva origine del Cristianesimo, vi renderete conto che non fu Gesù, né alcuno dei suoi discepoli a creare il Cristianesimo, ma Paolo di Tarso e i Sadducei.
8. Inoltre, comprenderete come la stessa Chiesa Cristiana sia stata finanziata grazie a fasulle beneficenze incamerate sfruttando gli atti di carità effettiva compiuti dai discepoli così come dalla famiglia e dai parenti più stretti di Gesù.
9. Infine, vi renderete conto che una delle missioni principali di Paolo di Tarso fu quella di distruggere tutto il bene contenuto nel messaggio di Gesù e, successivamente, la sua intera famiglia.
10. Nessun uomo più malvagio è mai vissuto sulla terra. Nessun sistema più malvagio di quello riconducibile agli obiettivi primari e originari del Cristianesimo ideato e realizzato da Paolo di Tarso è mai stato costituito.
11. Quindi, successivamente alla scomunica ad opera di Giacomo il Giusto, Paolo di Tarso, a partire dal 58/59 d.C. circa, diede il via ad una serie di omicidi che non si interruppe neppure quando egli fu arrestato e imprigionato intorno al 62 d.C. In relazione all’ orrendo omicidio di Giacomo, il fratello di sangue di Gesù.
12. Quest’ultimo rappresentò tuttavia un evento che potremmo definire di secondo piano, dato che alcuni mesi prima, Paolo di Tarso, pervaso da rabbia omicida, aveva già navigato fino al Sud della Francia, dove i suoi cristiani convertiti, fanatici e prezzolati, avevano individuato la “sacra famiglia”. Paolo uccise Gesù, tagliandogli la testa e rendendola un trofeo da consegnare ai Sadducei.
13. Uccise Miriam, la sorella di Gesù, e Maria Cleofa (Mary Cleopas), la cugina di Gesù, in quella stessa regione. Uccise anche Sara e Giuda, i più giovani dei figli di Gesù, e uccise Maria, ma non riuscì a trovare Maria Maddalena (Mariamne), né Marta.
14. Accompagnato dalle sue fanatiche truppe cristiane salpò in seguito per la Britannia, nel tentativo di eliminare ciò che restava della famiglia di Gesù. Giunse nell’area di Glastonbury raggiungendo la famiglia di Giuseppe, il principe ereditario in esilio, che in quella fase specifica si trovava in Scozia.
15. Paolo di Tarso, il fondatore del Cristianesimo, uccise quindi l’intera famiglia, guardò negli occhi la “Vergine” Maria ed eliminò anche lei. Nessuna leggenda riporta il fatto che le fu successivamente tagliata la testa, esiste tuttavia una leggenda che narra come al ritorno (nell’area del Devon) Giuseppe fece costruire la Cappella di Glastonbury in onore della sua regina assassinata.
16. Ora, trasportando con sé con la testa di Gesù, il Cristo, quale trofeo, e avendo ormai eliminato la maggior parte delle figure chiave della famiglia di Gesù, il fondatore del Cristianesimo tornò a Gerusalemme e fece assassinare Giacomo il Giusto, leader dei Nazareni ed eroe nazionale – che aveva salvato la vita di centinaia di migliaia di persone nel corso della carestia del 44 – 50 d.C.
17. E ‘chiaro invece, successivamente al ritrovamento della vera tomba di Gesù, che i resti di Miriam, Giuda/Sara, Gesù (ad esclusione della testa) furono inviati dai fedeli sostenitori dei nazareni a Gerusalemme, e sepolti a Talpiot est insieme ai resti di Giacomo, assassinato nel 62 d.C.


Capitolo 6
LA SOPRAVVIVENZA DELLA DESPOSYNI

1. La storia non è credibile senza prove che i Desposyni siano effettivamente esistiti e che siano effettivamente sopravvissuti.
2. Lo storico Giulio Africano (/Julius Africanus), vissuto tra il 160 d.C. e il 240 d.C., le cui opere furono in gran parte bruciate dai Cristiani molto tempo fa, viene citato da Eusebio di Cesarea (275-339 dopo Cristo) dello stesso periodo per avere scritto:
3. “Erode, che non aveva una goccia di sangue israelita nelle vene, si preoccupò del fatto che fosse tramandata memoria delle sue effettive origini, e decise di distruggere i registri delle famiglie… I più previdenti tra i membri di tali famiglie conservarono di nascosto i propri registri, avendo trascritto i dati o avendoli altrimenti recuperati dalle copie esistenti, e preservarono orgogliosamente la memoria della propria origine aristocratica. Questi ultimi includevano i personaggi a noi noti come Desposyni, così definiti a causa della loro parentela con la famiglia del Salvatore”.
4. Un’altra citazione di Eusebio risulta ancora più esplicita: “Sopravvissero, della famiglia del Signore, i nipoti di Giuda, che fu suo fratello, in base a ciò che è noto. Questi resero noto di essere della linea di Davide e furono portati dinanzi a Domiziano Cesare (Imperatore)… Domiziano chiese loro se fossero della stirpe di Davide e loro lo ammisero.”
5. Da entrambe le citazioni si può dedurre che le chiese nazarene e i discendenti di sangue di Gesù, che ancora praticavano la fede nazarena, fossero ancora pienamente operativi almeno fino al III secolo.
6. Esiste una nota leggenda che racconta di come Papa Silvestro, nel 318 d.C., avesse incontrato a Roma una delegazione di otto dei Desposyni, i discendenti di sangue della famiglia di Gesù, e che da essi fossero state avanzate pretese quali: (1) la nomina dei vescovi cristiani di Gerusalemme Antiochia, Efeso e Alessandria avrebbe dovuto essere revocata; (2) tali vescovadi avrebbero dovuto essere invece conferiti ai membri dei Desposyni, discendenti della famiglia di Gesù e della linea di Giuda; (3) le chiese cristiane avrebbero dovuto “rinnovare” l’invio di denaro alla Chiesa dei Desposyni a Gerusalemme, che avrebbe dovuto essere considerata da allora in avanti come la Chiesa Madre.
7. Papa Silvestro respinse le loro richieste, e questo si dice sia stato l’ultimo incontro tra i rappresentanti della Chiesa creata da Paolo (il Cristianesimo) e i rappresentanti della Chiesa creata da Gesù e dai suoi discepoli (Nazareni/Gnostici). Sebbene quest’ultimo sia stato l’ultimo incontro ufficiale tra la vera Chiesa di Gesù e la religione parassitaria di Paolo e dei Sadducei, esistono prove concrete del fatto che la religione dei Nazareni abbia continuato ad esistere per diversi secoli, seppure con denominazioni diverse.
8. Esistono prove risalenti al V secolo d.C., in particolare negli scritti del fanatico cristiano Epiphanius (Epifanio), dell’esistenza effettiva dei Nazareni, che egli definì inesorabilmente come “eretici”.
9. Ovviamente, esiste una prova incredibilmente schiacciante del fatto che il pensiero nazareno/gnostico sopravvisse in Irlanda, anche successivamente all’invasione di Patrizio, fino alla distruzione sistematica, nell’ XI secolo, di ogni elemento che avesse a che fare con la cultura e la storia dell’Irlanda – ovvero il progetto ‘zero’ dei Papi di Roma, orientato a cancellare l’Irlanda dalla faccia della storia e a ridurla ad una colonia di schiavi.
10. Sarebbero inoltre da menzionare i catari del sud della Francia, che continuarono a vivere in base all’esempio e agli insegnamenti dei Nazareni, per essere infine orribilmente e disumanamente torturati ed annientati dalla Chiesa Sadducea della Roma Cristiana.


Capitolo 7
LE MENZOGNE INTENZIONALI DI PAOLO

1. Naturalmente le chiese cristiane schiumeranno di rabbia dinanzi a simili affermazioni, sostenendo che si tratti di menzogne assolute e perverse.
2. In effetti, hanno avuto 2000 anni per pulire le macchie di sangue del loro fondatore e maestro spirituale. Ma il sangue, come lo stesso omicidio, ha caratteristiche peculiari, poiché non importa quanto duramente si cerchi di lavare via le prove, qualche elemento rimane sempre.
3. Nel 63 d.C., Paolo di Tarso, l’uomo più crudele della storia umana, si trovava ormai dietro le sbarre. L’intera Giudea scese sul piede di guerra successivamente all’assassinio di un uomo che aveva rinunciato alla fortuna di suo padre per salvare oltre un milione di persone dalla morte e dalla fame.
4. I discepoli zeloti erano già partiti per la Galilea ed altre località con l’intenzione di armarsi e di eliminare ogni sadduceo e fariseo rimasto in vita, a quel punto, i Romani persero completamente il controllo della situazione.
5. Ma Paolo non aveva ancora terminato la sua opera di assassino e di seminatore di morte. Nel corso della sua prigionia in Giudea e del suo successivo trasferimento a Roma nel 64 d.C., riuscì ad inviare numerose lettere ai suoi seguaci impegnati nel portare avanti omicidi, ovvero ai primi vescovi della Cristianità, i veri fedeli di Paolo, quei personaggi impegnati nella pratica dell’Alta Messa del Cristianesimo – ovvero il culto di satana, il sacrificio dei bambini e il cannibalismo.
6. Su ordine di Paolo, i suoi uomini tornarono nel sud della Francia e rintracciarono Maria Maddalena (Mariamne) e Martha (Matia) e le eliminarono. Ancora si discute se, nel corso di questo periodo, i Cristiani abbiano effettivamente avuto la possibilità di giustiziare anche numerosi dei discepoli originari.
7. I loro resti furono infine recuperati dai fedeli seguaci della prima ed effettiva chiesa di Gesù e dei suoi discepoli, e sepolti accanto a Gesù e il resto dei suoi familiari, quelli uccisi da Paolo e dalle sue forze, e deposti nella tomba di Talpiot est.
8. Eppure, dopo aver raggiunto Roma, Paolo ritenne di non aver ancora terminato la propria opera. Elaborò, con Papa Linus (Lino), il primo vescovo cristiano di Roma, un piano molto dettagliato, mirante ad appiccare incendi nei punti nevralgici di quella città, abitata da oltre un milione di persone, per ucciderne il maggior numero possibile.
9. Il piano funzionò quasi alla perfezione. Centinaia di migliaia di persone rimasero intrappolate nelle fiamme quando i numerosi incendi con premeditazione appiccati inghiottirono la città diffondendosi a partire da tutti gli angoli di Roma. Ben due terzi della città di Roma andarono completamente distrutti, non perché il piano fosse male architettato, ma perché il genio del male di Paolo e del suo protetto, Papa Linus (Lino), riuscì ad intrappolare senza fornire possibilità di scampo un numero elevatissimo di persone.
10. Ad esclusione della guerra, gli incendi rappresentano il più terribile atto di terrorismo, ed inoltre la causa del maggior numero di vittime umane nella storia degli uomini. Un ulteriore record di cui il fondatore del Cristianesimo e i leader cristiani dovrebbero essere orgogliosi.
11. I sopravvissuti furono curati ed ospitati nei palazzi di Nerone e dei cittadini più benestanti. Contrariamente alle menzogne e alle assurde manipolazioni operate dagli storici cristiani, Nerone interruppe la propria campagna indirizzata a tenere sotto controllo la rivolta in Giudea per fornire aiuto diretto nelle operazioni di soccorso, salvando decine di migliaia di persone dalla fame.
12. Ma se Paolo di Tarso, l’uomo più spregevole, malvagio e perverso che abbia mai vissuto sulla Terra, era ormai alla fine della sua avventura terrena, aveva tuttavia in serbo un’ulteriore sorpresa.
13. Successivamente all’esecuzione di Papa Linus (Lino), un principe britannico, la regina cristiana Boudicca (Budicca) lanciò una sanguinosa campagna di devastazione ai danni delle città romane in Britannia, incendiandone diverse e intrappolando negli incendi gli stessi abitanti. Nel giro di poche settimane, fu protagonista della strage di circa 250.000 anime.
14. Infine, quando la testa di Paolo di Tarso fu recisa dal suo corpo, il suo regno del male temporaneamente ebbe fine. Il mondo beneficiò di un breve periodo di ritorno alla vera illuminazione, dal 100 d.C. circa al 200 d.C., prima che le forze del male attivate in origine da Paolo di Tarso e dalla sua religione cristiana potessero nuovamente riunire le proprie forze.
15. In seguito a tale condotta perversa, che non aveva precedenti nella storia, di cui Paolo, l’uomo più crudele della storia umana e tra i primi Cristiani, fu autore, il semplice fatto di dichiararsi cristiani si trasformò in un crimine punibile con la pena capitale in tutto l’Impero Romano.
16. Nessun’altra legge tanto severa fu mai approvata dal Senato romano e dall’imperatore nella storia dell’Impero Romano e del mondo antico.
17. Semplicemente dichiararsi cristiani implicava, in base alla legge, la condanna a morte. E ciò si verificò poiché i Cristiani guidati da Paolo rappresentarono la forma peggiore di terrorismo mai manifestatasi al mondo, i personaggi più fanatici e pericolosi vissuti sulla faccia della Terra.
18. Come supremo atto di perversione, quale solo una chiesa fondata dai Sadducei e ancora gestita dalle famiglie dei Sadducei potrebbe mai compiere, ancora ai nostri giorni la Chiesa Cattolica di Roma si affanna ad affermare che i Cristiani furono uccisi dai romani per le proprie nobili convinzioni, poiché era l’Impero Romano ad essere “malvagio”.
19. Tale fasulla affermazione viene raramente contestata per l’evidente mancanza di prove atte a sostenere il contrario.


Capitolo 8
LA TOMBA PERDUTA DI GESÙ

1. La questione singolare a proposito dei defunti e dell’Universo è che spesso non operano in base ai piani dei personaggi corrotti e menzogneri che sono al potere.
2. La verità tende a rivelare sé stessa solo al momento opportuno.
3. E’ appunto questo che si è verificato a Talpiot est, nei pressi di Gerusalemme, il 30 marzo 1980. Un ingegnere ebreo alle prese con la costruzione di appartamenti portò accidentalmente alla luce una tomba assolutamente unica e straordinaria, con elementi simbolici di cui mai si era stati testimoni in qualsiasi altra tomba antica dello stesso genere nella storia dell’umanità.
4. Effettuata la scoperta, il primo elemento che notarono gli archeologi Josef Gat, Amos Kloner e Shimon Gibson fu lo strano simbolo riportato in corrispondenza dell’ingresso alla tomba di Gesù, sulla parete sud dell’anticamera. Una decorazione a forma di V – o anche un elemento simile a un timpano, a una chevron a forma di Y – al di sopra di un cerchio posto in primo piano. Misurava più di un metro di larghezza, si trattava una scultura in rilievo in pietra splendidamente realizzata.
5. Numerose ossa erano state appositamente collocate nell’anticamera immediatamente al di sotto del simbolo rappresentato dallo chevron. Nell’antica Gerusalemme, i defunti venivano solitamente collocati all’interno delle tombe; una volta trascorso un certo periodo nelle tombe, le ossa dei defunti venivano sistemate all’interno degli ossari.
6. Gli ossari, noti come “scatole di ossa”, costituivano una tradizione ebraica che perdurò per circa 100 anni fino alla distruzione del Tempio avvenuta nel 70 d.C.
7. Fondamentalmente, i morti venivano disposti su delle panche di pietra ricavate all’interno della tomba stessa per un tempo sufficientemente lungo da consentire a tutta la carne di decomporsi e di abbandonare quindi le ossa. Successivamente, trascorsa quella specifica fase, la tomba veniva riaperta e le ossa raccolte e collocate in un ossario.
8. Eppure, tale collocazione delle ossa immediatamente al di sotto del simbolo dello chevron era assolutamente contraria alle tradizioni ebraiche del tempo, ed assai più simile alla tradizione egizia relativa alla sepoltura dei faraoni e alla sepoltura di grandi re in generale.
9. L’esistenza stessa di una tomba indicava una famiglia di una certa rilevanza. Le tombe, soprattutto quelle intagliate nella roccia, erano riservate solo ai benestanti e ai personaggi di primissimo rilievo. Nel caso della tomba di Talpiot est, quest’ultima era da attribuire a una famiglia di grandissima rilevanza, così come evidenziato da quel simbolo tanto particolare.
10. Tale simbolo, riconosciuto in generale come il più antico dei simboli della Massoneria, uno stilizzato “occhio di Ra”, è stato riconosciuto soltanto in un sito come uno dei primi simboli dei Nazareni. Lo stesso simbolo è stato trovato su decine e decine di ossari dei primi Nazareni, in numerosi casi erroneamente considerati come i primi Cristiani.
11. Quando gli archeologi aprirono la tomba, scoprirono una tomba perfettamente concepita ed intagliata nella roccia, un elemento di grandissima rilevanza, dato che gli ebrei, nella costruzione delle proprie tombe, non erano in generale tanto ossessionati dalla precisione, così come lo erano invece gli antichi Egizi.
12. Considerando la precisione del suo design, la tomba di Talpiot pare somigliare assai più a una tomba egizia che alle tradizionali tombe ebraiche.
13. All’interno della tomba, gli archeologi ritrovarono dieci (10) ossari dalla struttura più semplice.
14. Alcuni ossari, tra quelli scoperti, furono ritrovati accompagnati da sculture meravigliosamente realizzate, tipiche in particolare delle famiglie sadducee, che anche nella morte ambivano a distinguersi. La tomba di famiglia del Sommo (Alto) Sacerdote Caifa, un membro del Casato di Hanan (Ananus), ovvero lo stesso Sommo Sacerdote che, sostiene la Bibbia, aveva inviato Gesù presso Ponzio Pilato, conteneva numerosi ossari splendidamente realizzati.
15. Nonostante l’evidente rilevanza di questa famiglia, l’assenza di ossari ornati indicava una scelta deliberata, piuttosto che una questione riconducibile a ridotte disponibilità economiche. Questo elemento farebbe pensare quindi a una tomba non sadducea e, più nello specifico, a una tomba essena o nazarena.
16. Dei dieci ossari, sei su dieci ossari furono ritrovati con iscrizioni, una percentuale elevata se si considera che solo il 20% degli ossari ritrovati riportino in generale iscrizioni.
17. Nell’ambito della stessa tradizione legata al seppellire nuovamente le ossa dei morti in ossari di calcare, era pratica tradizionale iscrivere con uno stile simile ai graffiti il nome, a volte il soprannome (nomignolo), della persona di primissima importanza sistemata all’interno di una importante tomba di famiglia.
18. Tenendo conto dell’odierna ossessione per le lapidi scolpite con precisione e per gli epitaffi utilizzati nel caso dei defunti, in relazione a tale approccio stile “graffiti” – che in media caratterizzava solo un ossario su cinque – bisogna riconoscere che tale tradizione abbia avuto un notevole seguito nella storia. Persino le famiglie sadducee adottarono la medesima tradizione fino all’epoca della distruzione del Tempio.
19. Le iscrizioni non erano destinate alla visione del pubblico, dato che, una volta sepolti, i morti erano destinati a restare nella loro ultima dimora.
20. Un’altra tradizione era rappresentata dall’incisione di una X, che implicava il “Tau” o il concetto di “fine”, ben rifinita e riportata su alcuni degli ossari. Tale elemento viene interpretato in maniera errata dai biblisti e dagli archeologi come un simbolo che tipicamente indicava un muratore/costruttore, una interpretazione chiaramente sbagliata. Anche perché tale X non è mai nella stessa posizione, non ha neppure lo stesso stile, e non ha neppure uno specifico orientamento geometrico o lo stesso tipo di supporto.
21. Né questa X fu un simbolo dei primi Cristiani, quanto piuttosto l’indicazione, da parte della famiglia, nel momento in cui seppelliva i propri cari, di una vita ben vissuta.
22. C’è ancora un elemento ancora più sorprendente in riferimento a questa tomba, ovvero il fatto che essa fu aperta da archeologi, non da tombaroli. Quindi non ci può essere alcun dubbio né sull’autenticità dei suoi contenuti né sulla sua storia.
23. Tutte le iscrizioni sono autentiche. Tutto ciò che riguarda tale tomba di 2000 anni fa è scientificamente verificabile.
24. In termini di nomi stile graffiti incisi ai lati di quei sei ossari risultano particolarmente suggestivi:
25. Ossario 80/500: “Mariamne e Mara”-“Mariamne, chiamata anche Maestro/a”
26. Ossario 80/501: “Yehuda Bar Yeshua”- “Giuda, figlio di Gesù”
27. Ossario 80/502: “Matia” – “Martha/Matteo”
28. Ossario 80/503 “Yeshua Bar Yosef” – “Gesù, figlio di Giuseppe”
29. Ossario 80/504: “Yose” o “Yosa” – un soprannome di “Giuseppe”
30. Ossario 80/505: “Maria” – una versione latinizzata dell’ebraico “Miriam”
31. Ossari 80/506-508 erano semplici, senza iscrizioni.
32. Ossario 80/509 “James (Giacomo) bar Yosef” – Giacomo, figlio di Giuseppe – tale ossario fu in seguito rubato e modificato con la falsa dicitura “fratello di Gesù”, per cui l’iscrizione è stata modificata affinché si leggesse “Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù”. Tuttavia, successivamente ad alcuni test scientifici sul calcare ed un’analisi della spettroscopia di assorbimento atomico del materiale, nel caso dell’”ossario di Giacomo”, è risultata una corrispondenza al 100%, scientificamente verificata, con l’ossario rubato 80/509.
33. Quando la tomba fu aperta, le ossa di Gesù e dei suoi fratelli e sorelle, tra cui suo figlio, furono ritrovate. La scienza è anche riuscita a recuperare parte del DNA di Gesù e Maria Maddalena (Mariamne). Tuttavia, le ossa di Gesù e della sua famiglia furono sepolte nuovamente dagli ebrei ultra-ortodossi che seguono la propria interpretazione del credo farisaico. L’ubicazione precisa delle ossa di Gesù e della sua famiglia è andata perduta.
34. Non ci può essere alcun dubbio, la tomba di Talpiot est rappresenta l’ultima dimora del corpo di Gesù e dei suoi fratelli e sorelle. Né ci può essere alcun dubbio sul fatto che Gesù sia effettivamente esistito. Né ci può essere alcun dubbio sul fatto che il Cristianesimo creato dalle famiglie sadducee, e più recentemente il Cattolicesimo Romano, siano basati su una serie infinita di elementi assolutamente fasulli e mendaci.
35. Eppure, il riscontro che è stato registrato con riferimento alla scoperta dell’effettiva tomba di Gesù risulta assai singolare. Gli studiosi cristiani sottolineano il fatto ovvio che i nomi Gesù e Maria fossero nomi comuni all’epoca, e che quindi non ci sarebbe alcun elemento degno di nota nei nomi iscritti sugli ossari di Talpiot est.
36. Tuttavia, discutere semplicemente dei nomi in sé e rifiutare di rendersi conto della possibilità infinitesima che esattamente tutti quegli specifici nomi potessero essere presenti tutti in un’unica e specifica tomba, risulta in ogni caso una condotta deliberatamente tenuta allo scopo di ingannare, ed inoltre l’evidenza di un cattivo lavoro svolto dagli studiosi. Poiché l’elemento effettivamente da sottolineare sarebbe la probabilità che proprio quegli specifici nomi fossero presenti in quella specifica tomba.
37. E una tale probabilità risulta quantomeno inverosimile. Vi è una probabilità compresa tra 1 su 200.0000.0000 e 1 su 3.000.000.000 che sia esistito nella storia umana un altro sepolcro esattamente identico, con i medesimi nomi della famiglia di Gesù, in una stessa tomba.
38. In altre parole, 2.000 anni fa vivevano sul pianeta circa 120 milioni di persone, quindi tale probabilità risulterebbe ancora più infinitesima considerata la popolazione dell’epoca. Pertanto, anche restando nel campo della statistica pura, non vi è alcuna possibilità che la tomba sia di altri se non di Gesù, noto anche come Gesù Cristo.


Capitolo 9
PERCHÈ I CRISTIANI NON METTONO IN DUBBIO I PROPRI LEADER?

1. L’elemento più singolare in relazione alla scoperta dell’effettiva tomba di Gesù, e della prova che egli non sia stato in realtà l’unico figlio di Dio, che non sia fisicamente asceso al cielo, come sostenuto dai Sadducei che hanno fondato il Cristianesimo quale vero e proprio contro-movimento rispetto al Gesù storico, è che alla maggior parte dei Cristiani tale scoperta neppure interessa.
2. Il fatto che Gesù abbia fondato i Nazareni affinché si opponessero alle menzogne e alle pratiche sataniche dei Sadducei non sembra preoccupare la maggior parte Cristiani.
3. Le ragioni sono molto semplici.
4. I simboli utilizzati dai Sadducei, il culto nascosto della Dea Madre Cibele e del Dio Dagon, la divinità dei raccolti e della prosperità, rappresenta il culto delle più antiche divinità dell’umanità.
5. E’ nel nostro stesso sangue, questo culto pagano è nella memoria genetica che ci accomuna ai nostri antenati. Quasi senza rendercene conto, stiamo parlando di una storia e di una serie di simboli che risultano infinitamente più antichi del Cristianesimo.
6. Questi simboli risultano tanto potenti che il culto della Dea Madre, e il sacrificio umano ad essa correlato, potrebbe essere definito come l’elemento fondante su cui si è basata, sin dall’inizio, ogni cultura antica di rilievo nel mondo.
7. Questa è la ragione di fondo in grado di illustrarci l’effettivo potere del Cristianesimo, e in grado di spiegare perché la maggioranza dei Cristiani, di propria volontà e in assoluta tranquillità, rinnega una verità che gli si disvela tanto chiaramente di fronte ai propri occhi, perché i simboli e i miti del Cristianesimo risultano più antichi e più attraenti, pur rappresentando delle assolute menzogne.
8. Se un personaggio tanto potente e ispirato, quale fu Geremia, non è riuscito a convertire i Sadducei, se Gesù stesso non è riuscito ad impedire che i Sadducei distruggessero il suo messaggio trasformando lui stesso in un simbolo pagano legato al sangue ed al culto del cannibalismo, allora quale speranza può mai avere una persona comune impegnata ad illustrare ai Cristiani il fatto che i Cristiani stessi abbiano adorato la religione creata dei Sadducei per 2.000 anni?


Capitolo 10
IL GIORNO DELLA RESA DEI CONTI

1. I Cristiani esprimeranno indignazione nei confronti di questo resoconto storico che espone la maniera in cui i primi Cristiani si comportarono nei confronti di Gesù e della sua famiglia.
2. Pretenderanno che elementi di questo genere non siano mai effettivamente discussi.
3. Ma non saranno più in grado di condannare al rogo persone innocenti, di distruggere la storia e la cultura, di uccidere impunemente, di adorare in segreto Satana e di trattare le persone di buona volontà come pecore.
4. Il regno dell’organizzazione più malvagia che sia mai esistita sulla faccia del pianeta terra è prossimo alla fine.
5. Le anime di tutti coloro che furono uccisi da Paolo e dai fanatici Cristiani, attendono da lungo tempo questo momento.
6. Le anime di Gesù e della sua famiglia hanno atteso questo momento per 2000 anni.
7. In ogni occasione in cui una persona di buona volontà entri in una chiesa e si faccia il segno della croce in un tempio progettato e ispirato da Paolo di Tarso e dai Sommi (Alti) Sacerdoti del Casato di Ananus, contamina la memoria di coloro i quali furono assassinati, ovvero quella di Gesù e quella della sua famiglia.
8. In ogni occasione in cui un sacerdote cristiano faccia appello a una regola, a un decreto divino o a principi di carità fasulla in nome di Gesù, contamina la memoria di coloro i quali furono assassinati, ovvero quella di Gesù e quella della sua famiglia, uccisi dagli effettivi fondatori del Cristianesimo.
9. In ogni occasione in cui uno studioso cristiano si presenti e si impegni a promuovere una contro-argomentazione pretestuosa, o tenti una volta ancora di convincere la gente che il nero sia in realtà il bianco, che il male sia il bene, che cerchi di confondere le anime degli innocenti, egli contamina la memoria di coloro i quali furono assassinati, ovvero quella di Gesù e quella della sua famiglia.
10. Per duemila anni questi ultimi hanno atteso, hanno atteso il giorno in cui il regno di Satana che ha sede nelle stesse chiese che affermano di rappresentare il culto di Dio e di Gesù, giungesse al termine.
11. Per duemila anni, a quel grande ingannatore (Satana), a colui che rappresenta il più grande degli ingannatori, grazie a Paolo di Tarso, venerato come San Paolo, è stata dedicata ogni singola chiesa che sia mai stata costruita da allora quale tempio cristiano.
12. Per duemila anni, anime di buona volontà sono state corrotte, bambini innocenti sono stati sacrificati nel corso di riti satanici, mentre un’organizzazione dedita al male puro ha regnato affermando di rappresentare il bene.
13. La religione che contamina il nome del suo Salvatore, la religione fondata da quegli uomini che hanno assassinato gli stessi personaggi che affermano di adorare, è prossima alla fine.
14. La Fine dei Giorni, tanto temuta dalla Chiesa, è qui, ora, e una nuova era di illuminazione è finalmente prossima.

Continua alla 2° parte ?

Hearthaware blog

Autore: Franck O’Collins – Fonte: www.one-faith-of-god.org
Traduzione: Heimskringla per connessionecosciente.wordpress.com

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