La fine dell’impero capitalistico
Il sistema capitalistico attuale potrebbe avere i giorni contati. Il sistema dominante dalla rivoluzione industriale fino ad oggi, ha messo in mostra tutte le sue lacune e non poteva essere altrimenti. Esso è caratterizzato da dinamiche intrinseche che potevano solamente portare ad un fallimento totale. Risulta difficile se non impossibile pensare che il permeare l’intera economia mondiale sul concetto capitalistico, sia stata una scelta oculatamente voluta e premeditata da coloro che fin da subito avevano intenzioni di appropriarsi del potere e delle ricchezze dell’intero pianeta. E’ impossibile cercare valide motivazioni alternative e giustificative a tale nefasto scopo. Nel corso del tempo abbiamo assistito ad un aumento progressivo delle disuguaglianze e disparità sociali. Attualmente i capitali circolanti sono concentrati in pochissime mani e ciò lo si deve anche a politiche economiche di supporto che hanno favorito grandi holding a discapito delle piccole e medie economie locali. Pertanto, il sistema capitalistico, può essere tranquillamente definito come il più barbaro tra diversi sistemi perseguibili. Tradisce tutti i sani concetti di equo ed etico sviluppo dell’economia territoriale e locale a scapito di una globalizzazione che altro non è che una concentrazione del potere economico spartito tra le multinazionali in giro per il mondo e controllate dalle stessi menti diaboliche. Un modo di fare economia basato sulla competizione, che è una guerra invisibile ma altrettanto se non più distruttiva della guerra con le armi, il cui perno fondante sono il profitto e lo scopo di lucro non può che portare ai disastri che sono sotto gli occhi di tutti. I suoi effetti devastanti si ripercuotono su una grandissima fetta della popolazione mondiale che vive sotto o al limite della soglia di povertà. A questo sono da aggiungere gli effetti collaterali, non meno devastanti, di carattere morale e sociale. Un sistema caratterizzato da una continua guerra per la sopravvivenza, dove in molti si devono spartire le briciole, non può che creare dei disastri sui valori e sulle virtù umane e morali. Chi controlla la spartizione delle briciole non ha nessuna difficoltà a far perseguire azioni umanamente inaccettabili e deprecabili . Come non ha nessuna difficoltà a far accettare condizioni di lavoro umilianti a fronte di un compenso progressivamente più umiliante. E quando si arriva vicino alla soglia di povertà , si accetta tutto pur di sbarcare il lunario in qualche modo. Oggi come sempre, la stragrande maggioranza degli economisti annaspano nel cercare soluzioni valide all’interno di un sistema che è esso stesso la causa dei mali prodotti. Possono dar vita alle più strampalate tesi di guarigione sapendo già che tutte falliranno sotto il peso stesso della distorsione ciclopica che sta alla base dei sistema stesso adottato
Il sistema capitalistico e le tasse
Concependo l’intero sistema economico su basi competitive, risulta più che ovvia l’introduzione di una tassazione su chi produce reddito per finanziare le spese pubbliche, cioè quelle spese che uno Stato deve sostenere per dare il pubblico servizio. L’istruzione, la sanità, le strade, i rifiuti, l’illuminazione pubblica ecc…sono tutti spese di bilancio che lo Stato deve fronteggiare. Non avendo un reddito proprio, lo Stato deve per forza andare nelle tasche dei contribuenti, pena l’impossibilità di prestare questi servizi. Il ragionamento non fa una piega. Per queste motivazioni risulta di difficilissima comprensione vivere in un sistema economico senza che sia esercitata la tassazione. Ma quando la tassazione e la spremitura effettuata sui contribuenti supera di gran lunga i servizi prestati e mette a serio rischio la soglia di povertà e di dignità esistenziale di milioni di persone, siamo sicuri che la tassazione non abbia altri scopi che il contribuente non riesce a percepire o ad accorgersi ? Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo aumento della tassazione a fronte di una drastica diminuzione dei servizi e della loro efficienza. Non suona strano che anni or sono con una tassazione minima tutti i servizi erano garantiti e molto più efficienti di adesso e il debito pubblico era una voce quasi insignificante ? Quel’è quell’elemento apparente invisibile che ha fatto invertire una condizione di tassazione ancora accettabile ? Dove vanno a finire realmente le nostre tasse ? Partiamo dall’ultima domanda che risponde anche alle due precedenti. Per comprendere tutto il meccanismo che si è creato in distorsione al rapporto tasse/servizi, è necessario comprendere il concetto di Sovranità Monetaria. Senza questa fondamentale comprensione non è possibile fornire risposte esaustive e veritiere. Dire che uno Stato possiede Sovranità Monetaria equivale a dire, semplicemente, che esso provvede da sé alla creazione ed immissione di valore monetario all’interno del sistema economico della Nazione che lo Stato rappresenta. Facendo ciò non viene creato debito pubblico e lo Stato non può essere ricattato da nessun presunto creditore esterno. E attenzione perché non si sta parlando solo della creazione fisica del denaro (banconote e monete), che è appena il 2-3 % del valore totale circolante, ma anche di tutta l’emissione di moneta scritturale, cioè effettuata con semplici click al computer. Cosa succede se questo compito affidato allo Stato dal popolo sovrano viene invece, come è avvenuto, affidato al sistema bancario privato ? Succede che si dà inizio ad uno sconvolgimento e ad un ribaltamento di tutte le forze in campo e dei valori ad esse attribuiti all’interno del sistema economico. Lo Stato si indebita di tutto ciò che egli stesso può creare in favore del suo popolo e quest’ultimo, che è l’effettivo creatore di ricchezza reale, ne subisce le drammatiche conseguenze. E non manca di certo la ciliegina sulla torta: la creazione di tutta la moneta circolante (fisica ed elettronica) non necessita da oramai molto tempo della sua corrispondente riserva in oro come in passato. Che significa? Che il sistema bancario crea ricchezza monetaria a costo praticamente rasente lo zero. Il risultato è che ad ogni nuova emissione, che non riguarda solamente il prestito concesso allo Stato ma anche e soprattutto l’erogazione di prestiti a famiglie e imprese, mutui compresi, si viene a creare un creditore (le banche centrali) e una infinità di debitori. Questi ultimi vengono schiavizzati e saranno costretti a lavorare tutta la vita per ripagare un debito verso il sistema bancario che si è costituito senza che essa abbia attinto a disponibilità preesistenti. Si tratta della famosa creazione ex nihilo (dal nulla). Tralascio i dettagli con cui avvengono tali criminali operazioni perché riguardano registrazioni contabili non di facile comprensione per chi non abbia dimestichezza con la contabilità bancaria. Quindi, da un lato abbiamo il debito pubblico degli stati mentre, dall’altro abbiamo quello della imprese e delle famiglie. Il primo serve a ricattare gli Stati compiacenti (al cui interno ci sono emissari delle banche e della finanza) che vengono obbligati a prendere ordini e a seguire le direttive europee ( già, ce lo chiede l’Europa) e a concedere quello che rimane della sovranità politica, giudiziaria e relative forze dell’ordine e militari nelle mani di questi infami istituzioni private non elette da nessuno e autoproclamatesi immuni sul piano giudiziario. E serve anche a svendere e a privatizzare, con la scusa della truffa del debito, gioielli e apparati statali che appartengono in realtà al popolo sovrano. Il secondo, invece, serve a schiavizzare e a mantenere la popolazione indebitata e sottomessa ai suoi problemi economici dai quali arrivano tutte le difficoltà per le imprese nostrane e per il sostentamento ai beni di prima necessità. Siccome ogni torta che si rispetti deve avere almeno due ciliegine, ecco la seconda: tutti i debiti prevedono un interesse. L’interesse che lo Stato deve pagare sul proprio debito pubblico finisce per aumentare enormemente e progressivamente la tassazione a carico della popolazione ( attualmente la cifra annua si aggira sui 70 Miliardi di Euro. Per avere una idea della grandezza di questa cifra basti pensare che corrispondono a circa 140.000 miliardi delle vecchie lire annui ). Ecco dove vanno a finire le nostre tasse ed ecco perché a fronte della più alta tassazione europea corrispondono i servizi peggiori, oramai inesistenti. Siamo arrivati all’assurdo. Chi sostiene che sia giusto pagare le tasse e lo vede ancora come un dovere morale a cui il cittadino non deve sottrarsi, è materialmente complice inconsapevole della distruzione economica, sociale e politica del suo paese. E’ vero, ci sono poi i compensi strabilianti che vengono dati ai politici compiacenti e servi dell’elite finanziaria globale ( vitalizi ecc…) ma questi, seppure scandalosi, sono solo briciole se si rapportano agli interessi sul debito. E proprio su quelli fanno appositamente ricadere l’attenzione sulle persone non informate, affinchè non si accorgano dove risiede la vera criminale truffa di gigantesche proporzioni a danno di un popolo intero. Ma siccome abbiamo il pasticcere più bravo del mondo, le torte vogliamo farle perfette e ci mettiamo pure la terza ciliegina. Gli interessi che vengono richiesti a fronte del falso e criminale debito creato (perché era lo Stato stesso a doverlo creare in favore del suo popolo che produce la ricchezza reale), corrispondono a ricchezza monetaria che non è mai stata creata. Il che rende il debito inestinguibile.
Per riassumere : immaginate un contenitore dove valore monetario entra ed esce. Ogni volta che entra valore monetario si genera un debito. Ogni volta che esce dal contenitore valore monetario (che non rientra più in circolazione nell’economia reale interna, come per esempio l’interesse sul debito appena descritto, gli acquisti dei prodotti delle multinazionali, gli impegni finanziari per acquisto di forniture da Big Pharma, i costi della politica che finiscono in conti protetti, gli stipendi milionari di amministratori delegati di importanti holding, le spese per strumenti ed armi bellicose ecc…..), si genera una contrazione della massa monetaria in circolazione che potrà essere ripristinata solo attraverso la richiesta di ulteriore prestito che, a sua volta genera incremento del debito. Un meccanismo talmente perverso che, per sua natura, non potrà che aumentare progressivamente il debito in circolazione. Nel momento in cui aumenta l’immissione di valore monetario nel contenitore assistiamo ad una falsa ripresa economica, sbandierata su tutte le pagine dei media e sulla tv dei servi di regime come il successo delle politiche economiche tipo il Job Acts . Quello che non ci fanno mai vedere, ovviamente, è la corrispettiva impennata del debito pubblico, preludio di guai ancor peggiori. Nel momento in cui, invece, diminuisce l’immissione di valore monetario nel contenitore, assistiamo ad una fase di contrazione e forte crisi indotta. Il momento ideale per aggredire i beni e per minacciare (e lo faranno se non li fermiamo) il prelievo forzoso dai conti correnti.
IL SISTEMA CAPITALISTICO E I DIRITTI UMANI ECONOMICI
Quando si parla di diritti assoluti ed inalienabili, specie quelli contenuti nei trattati internazionali a difesa dei diritti della persona umana, la percezione che le masse hanno di questi diritti è del tutto distorta in quanto non sono esattamente conosciuti. Quasi tutti pensano ancora ai diritti umani in rapporto allo schiavo in catene che viene frustato o ad atti di discriminazione razziale. In realtà nessuno o quasi è a conoscenza di numerosi diritti riconosciuti e ratificati in legge nell’ordinamento giuridico degli Stati aderenti, tra cui l’Italia. Tra questi diritti vi sono anche quelli economici ,praticamente sconosciuti fino a pochissimi anni fa. Il diritto ad un alloggio, al vestiario e al godere del progresso tecnologico, ad un tenore di vita più che dignitoso per sé e per tutta la famiglia sono solo i principali diritti economici. Il vero paradosso di tutta la faccenda è che mentre da un lato venivano enunciati questi diritti universali spettanti a ciascun individuo, dall’altra si procedeva in senso contrario con i già collaudati e distorti principi e meccanismi intrinseci al sistema capitalistico. Potevano mai essere così distratti i padri fondatori della carta dei diritti umani da non accorgersi di questo incredibile paradosso ?
Eppure, in buona o in cattiva fede lo sono stati a tal punto da non accorgersi che perseguendo il sistema capitalistico con al centro lo scopo di lucro, non sarebbe mai stato possibile esaudire quei tanto cari diritti economici. Proprio da questa enorme, ciclopica svista è nato uno dei dogmi più potenti che ancora oggi fa danni incalcolabili. Le masse sono convinte di vivere in un sistema in cui godono della massima protezione dei loro diritti. Questa convinzione, radicata e sostenuta da innumerevoli e commuoventi discorsi strappalacrime dei principali profeti mondiali attraverso i media da loro controllati, è talmente potente e accecante che non permette di vedere e comprendere che più si parla di diritti più essi ci vengono sottratti senza pietà e senza empatia alcuna. Questo porta al dramma che non si riesce mai ad individuare i reali responsabili del danno e con quali strumenti stanno operando contro le masse stesse. Addirittura si innesca quel processo che porta alla sindrome di Stoccolma. Il soggetto affetto dalla Sindrome di Stoccolma, durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino all’amore e alla totale sottomissione volontaria, instaurando in questo modo una sorta di alleanza e solidarietà tra vittima e carnefice. Tutto questo a seguito della indotta convinzione che il carnefice stia operando per l’interesse e la difesa dei diritti di tutti.
LA RIVOLUZIONE ECONOMICA
Fino ad ora si è parlato solamente di cose orribili dalle quali sembra impossibile uscirne. Niente di irrimediabile. Volontariamente o involontariamente siamo sempre noi esseri umani i creatori del nostro destino. E sono sempre più numerosi quelli che hanno capito e che intendono sterzare verso un nuovo paradigma che riporti la vera pace e il vero benessere tra i popoli e all’interno delle comunità. Non servono molte persone per accendere la miccia, ma è necessario che essi siano veri portatori di un interesse che va ben oltre la sfera degli interessi personali. Chi ha veramente compreso le dinamiche che muovono e provocano le sofferenze nel mondo ha anche compreso come solo attraverso la cura dell’interesse collettivo si possa giungere anche al massimo benessere personale. Se è infatti vero che nell’interesse collettivo è compreso quello personale, non può dirsi vero il contrario. In questa trappola ci è caduto e ci sta tuttora sguazzando la quasi totalità delle persone interessate solamente al proprio tornaconto. Ed è maglio per tutti che queste persone se ne stiano in disparte sin tanto che non sarà portato a termine il percorso di rinnovamento a beneficio di tutta la collettività. Non per cattiveria, ma per assoluta e primaria necessità di non essere presi per un braccio da chi potrebbe solo rallentare questo processo attirando l’attenzione sui suoi specifici problemi personali. Solo chi ha una visione a 360°, anima e intento puro, potrà giungere al traguardo e traghettare tutti gli altri sull’altra sponda. Ci sono tanti aspetti da correggere nel sistema attuale. Ma è sull’economia che deve avvenire il primo cambiamento, sui suoi principi di base e sui suoi attuali meccanismi. Questo perché è proprio dall’economia che poi si innescano tutti gli altri cambiamenti necessari al ripristino di perduti valori civili e morali. Un popolo che gode di benessere e abbondanza non potrà mai esprimere comportamenti insani e immorali ma il suo opposto in armonia, gratitudine e autentici rapporti personali. Non vi è scarsità nel mondo, vi è solo una voluta e premeditata scarsità di denaro per accedere all’abbondanza di cui siamo circondati. Gli scaffali sono sempre pieni nonostante l’allarmante disoccupazione. Quindi non vi è né mancanza di beni e materi prime, che la natura ci offre abbondantemente e gratuitamente, né vi è mancanza di opera umana. L’unica cosa che manca è quella che può essere creata paradossalmente senza limiti: il denaro per accedere agli scaffali. Sentirsi dire che non ci sono i soldi per fare questo o quello è la più grande assurdità che ci hanno fatto bere fino ad ubriacarci. La ricchezza monetaria, tra azioni, derivati e altro, è 54 volte superiore rispetto al PIL mondiale. Peccato che all’economia reale arrivino solo briciole sempre più piccole. E qui ho introdotto una piccola parte del contenuto dell’opera “La vera economia dei diritti umani che cambia il mondo” un opera che ora, oltre all’edizione in formato elettronico, è anche disponibile in versione cartacea nelle librerie e può essere anche ordinato dal web store della Uno Editori che ha creduto sin da subito sia nell’importanza del progetto che dei suoi contenuti. I meriti vanno condivisi tra decine e decine di persone che fanno parte del gruppo di studio di Popolo Unico che hanno collaborato alla stesura dei testi, alla grafica e alle correzioni ortografiche. Insomma, un lavoro d’equipe gratuito e molto gratificante eseguito in armonia e unità di intento, ricalcando perfettamente il principio collaborativo che è alla base dell’intero progetto economico. Per dirla in breve, “la vera economia dei diritti umani che cambia il mondo” rovescia come un calzino l’attuale concetto capitalistico sia nei principi che nei meccanismi. La sua forza è l’estrema semplicità che può essere compresa da chiunque. In sostanza pone fine in colpo solo a tutte le problematiche frutto di una scellerata quando criminale programmazione distruttiva al fine del controllo globale delle risorse naturali e delle persone che abitano questo meraviglioso pianeta.
Pone fine a:
- Disoccupazione
- Debito
- Ingiustizia sociale
- Avvelenamento dei prodotti alimentari ed altro
- Crisi d’impresa
- Sottomissione
- Comportamenti insani
- Suicidi per problemi economici
- Guerre competitive
- Tassazioni
- Vessazioni
- Esproprio di beni necessari ad una vita dignitosa
- Orari di lavoro estenuanti
- Pensioni
- Sostegno a persone diversamente abili
- Contenimento della massa monetaria
- Inflazione
- Mancanza di fondi per ricostruzioni a seguito di calamità naturali e per qualsiasi altra opera sociale
- E tantissimi altri problemi correlati
La denominazione “vera economia” deriva proprio dal fatto che essa si pone come l’unica vera strada percorribile, anche se sempre ottimizzabile, confacente alla realizzazione di tutti i diritti economici di cui si parlava prima. Non presenta alcun punto di comunicabilità con il sistema capitalistico. Due linguaggi opposti. Di fronte alla presentazione di una soluzione definitiva a tutti i problemi economici e sociali, chiunque intenda criticarla, mettersi di traverso o impedirne la sua realizzazione sarà costretto a gettare la maschera e a manifestare la sua vera natura ignobile e deprecabile senza potersi riparare dietro bei discorsi ammaliatori che hanno contraddistinto la sua falsità.
L’uomo al centro dell’economia
Senza svelare ulteriori particolari contenuti nel libro, voglio porre l’attenzione sull’aspetto a mio parere più entusiasmante di tutto il progetto. Siamo talmente abituati, fin dalla nascita, ad eseguire sempre i medesimi meccanismi dei quali ne siamo diventati tutti dipendenti senza nemmeno accorgerci di eseguirli. Il sistema economico capitalistico prevede che tutte le attività economiche siano in competizione tra loro, cerchino di piazzare i loro prodotti o servizi presso le masse dei consumatori, sperare che le vendite vadano bene (oggi sarebbe meglio dire a gonfie vele), quindi ottenere ottimi profitti che consentano di far fronte ad un incredibile lista di costi fissi. Poi, su quello che resta, far fronte ad una tassazione che va dal 65 all’82% quindi, per chi ha rapporti con le banche, far fronte agli interessi passivi, quindi pagare gli stipendi e i salari agli uomini macchina che prestano la loro opera decurtati di altri di altri oneri che corrispondono a circa il 50% dell’importo lordo in busta paga. In questa lista possiamo notare che l’opera umana viene collocata nella lista dei costi, quindi di quei dolori che devono essere abbattuti il più possibile per raggiungere lo scopo di lucro. E in tutto questo vi sono altri costi fissi che godono di priorità del loro pagamento rispetto al costo dell’opera umana per via del fatto che una loro messa in mora comprometterebbe l’esercizio dell’attività economica esercitata (bollette energia, DURC ecc..). E tutto questo è comunemente accettato come talmente normale che non si riesce nemmeno a concepire altri meccanismi basati su concetti completamente diversi.
Ora la domanda è: l’opera umana è al servizio dell’uomo o al servizio di potentati che lo sfruttano ? Certamente la seconda. Quindi, cos’è questa se non una forma molto raffinata di schiavitù moderna ?
La cosa scandalosa che passa in sordina è che l’opera umana viene considerata un costo. Un costo che opera per soddisfare un intento di profitto altrui che, a sua volta, soddisfa intenti di profitto più elevati (stati e banche). Nessuna opera umana viene eseguita in favore della collettività, se non le opere gratuite. Dove gira denaro, gira opera umana al servizio di Enti privati i quali sono, a loro volta, al servizio degli Stati e delle Banche. In questo contesto primitivo la remunerazione dell’opera umana è di gran lunga inferiore alla sua resa in termini economici e la differenza va a tutto vantaggio dei potentati che controllano l’economia e la finanza. Così si spiega l’enorme disparità che si è creata in cui appena l’ 1% della popolazione mondiale possiede il 60% della ricchezza, mentre la parte restante combattono tra loro per accaparrarsi le briciole più grandi. E,mentre questo accade tutti i giorni e le disparità aumentano, si nota come tutto questo venga percepito dalle masse sfruttate solo a livello di effetto sulle condizioni di vita senza che ne vengano approfondite le motivazioni profonde che risiedono in una ferrea volontà di chi comanda i giochi. Questo è possibile solamente perché esiste ancora un dogma potentissimo che inietta la convinzione che viviamo in un sistema civile e libero dove viene fatto il possibile per risolvere i problemi economici che affliggono il mondo. E i potentati se la ridono. Non può esservi nessuna libertà e nessuna civiltà in un sistema concepito sulle regole dell’economia capitalistica. L’ideologia della autoderminazione individuale contenuta nei principi e nei trattati in difesa dei diritti umani, trova il suo principale ostacolo proprio nel sistema capitalistico. L’uomo è stato relegato al ruolo di una macchina, di uno strumento di produzione capitalizzato dal quale succhiare la sua energia e le sue risorse. Tutto ciò è inaccettabile e significa che l’uomo non produce per il proprio benessere ma per quello di chi lo sfrutta e lo controlla.
L’unico modo che abbiamo per uscire da questa prigione senza sbarre è rimodellare di sana pianta l’intero sistema economico, i suoi principi e i meccanismi che lo governano. Tutta l’opera umana deve essere riconvertita al servizio della collettività senza intermediari di mezzo. Sia che si tratti di produzione di beni di prima e seconda necessità sia che si tratti di qualsiasi tipo di servizio. Il criminale concetto competitivo deve essere sostituito con quello collaborativo in cui tutti possono godere dell’opera degli altri. L’unico vincolo richiesto è quello dell’etica, del prodotto sano non nocivo per l’uomo e del rispetto dell’ambiente. L’opera umana non deve mai più rappresentare un costo, è una assurdità che non potrà mai essere tollerata in una società civile. L’uomo crea ricchezza in tutti i contesti e in tutti i settori economici. Questa ricchezza diviene patrimonio di tutta la collettività e a ciascun prestatore d’opera viene riconosciuto un CREDITO attraverso il quale accedere a tutti i beni e servizi creati da altri esseri umani. In sostanza per qualsiasi opera prestata viene immediatamente riconosciuto un CREDITO corrispondente che funge come da buono acquisto per tutte le necessità primarie e secondarie. Questo CREDITO tiene conto della durata della prestazione e del corrispondente dispendio di energie. Per le opere più faticose saranno riconosciuti periodi di riposo più lunghi. In questo sistema a misura d’uomo verranno eliminate tutte le attività improduttive a tutto vantaggio del monte ore necessario procapite. Si stima che in assenza di disoccupazione, e in assenza di attività improduttive, sarà sufficiente una media di tre o quattro ore giornaliere pro capite per soddisfare tutti i bisogni e i desideri della collettività, forse anche meno. E non solo, prestare la propria opera in favore della collettività senza subire subordinazioni intolleranti, costituisce una forma più che gioiosa ed appagante sotto tutti i punti di vista. Questo vale anche per tutte le attività che oggi riconduciamo alle funzioni dello Stato. L’istruzione (che sarà di supporto al potenziamento dei talenti individuali), la sanità (che sarà ristrutturata sulle libertà di cura e sulle validità comprovate di esse ), le forze dell’ordine e la giustizia ( che saranno a totale difesa dei diritti inalienabili dell’uomo ), sono tutte attività umane in cui ogni singolo prestatore riceve i propri CREDITI. In questo sistema umano e collaborativo, il prelievo di tasse e imposte perde tutto il suo significato non potendo più essere giustificato in nessun modo. Con questo sistema non potranno mai essere posti limiti all’opera umana. Quell’assurdità che si sente dire che non esistono i soldi per fare non la sentiremo mai più. Ad ogni opera corrisponde un CREDITO che viene creato all’istante, che non deve essere elemosinato a nessuno e che non viene preso in prestito da nessuno. Se prendiamo ad esempio l’ultimo terremoto che si è abbattuto in centro Italia, basterà mandare sul posto prestatori d’opera della ricostruzione ognuno dei quali percepirà il proprio CREDITO che poi spenderà per le proprie necessità. La ricostruzione sarebbe velocissima e indolore per la collettività. Una domanda potrebbe sorgere spontanea: ma i materiali della ricostruzione chi li paga ? Risposta: sono già pagati perché coloro che hanno provveduto alla loro realizzazione sono già stati pre pagati con gli stessi CREDITI. I materiali ottenuti sono a disposizione della collettività.
Sorge però una problematica. Se tutti percepiscono CREDITI mensili per la loro opera prestata, tutti diventeranno ricchi in poco tempo e nessuno vorrà più lavorare. Non è un problema, ogni volta che si utilizzano CREDITI per approvvigionarsi di beni o servizi, essi stessi vengono stornati anziché essere scambiati. Colui al quale ci si rivolge per l’acquisto di beni o per la prestazione di servizi è anch’esso già prepagato in CREDITI per l’opera che sta svolgendo. La Vera Economia dei diritti umani è di una semplicità sconvolgente. Tutto quello che è stato inventato e che si frappone tra l’opera dell’uomo e il suo godimento è furto di ricchezza umana (riduzione in schiavitù) a vantaggio spropositato di pochi criminali che ottengono così potere e controllo sulle masse. Questo è l’unico modo per mettere l’uomo al centro dell’economia, del benessere e della manifestazione dei suoi talenti e virtù. E’ un passo evolutivo che, di questi tempi, si rende più che mai doveroso e necessario .
L’autodeterminazione individuale quale via di accesso al CREDITO
Gli studi di popolo unico, ancor prima di mettere a punto un sistema economico con al centro l’uomo, si sono fin da subito concentrati sull’autodeterminazione individuale. Non è possibile costruire un vero sistema economico senza aver prima eliminato tutti gli ostacoli giuridici che ingabbiano la persona umana dentro a meccanismi diabolici studiati e messi in opera dal sistema di controllo per non consentirgli di esercitare i suoi inalienabili diritti. La consapevolezza di non poter godere di tali diritti, ha permesso che venissero studiate a fondo le motivazioni, per lo più giuridiche, attraverso le quali lo Stato sostituisce la nostra vera identità con finzioni che vengono assoggettate alle norme del diritto interno (positivo). Questa gabbia, sapientemente quanto illegalmente costituita, è uno stratagemma molto funzionale al vero scopo di condurre la persona umana dentro ad un circuito nel quale esso stesso assume il ruolo di SOGGETTO sfruttato, munto e controllato. Identificarsi in quelle finzioni create a d arte, è una accettazione incondizionata del proprio stato di sudditanza e di schiavitù. Era pertanto necessario affermare la nostra vera identità non quale soggetto di norme interne impositive dribblanti i veri diritti, ma in colui che effettivamente gode di quei veri diritti per lo più sconosciuti dalla massa. Questo lo si ottiene con una NOTIFICA da presentare alle istituzioni che altro non è che la resa in pubblicità della nostra vera essenza con conseguente appartenenza al diritto internazionale che tratta proprio di diritti umani assoluti ed inalienabili in capo a quella vera identità. Il continuare a riconoscersi in false identità fittizie, come quelle contenute nella Carta di identità o nella patente di guida, rappresenta il lascia passare ad essere continuamente rappresentati ( oltre a non poter esercitare in pieno la propria capacità giuridica ) da un diritto interno che il più delle volte cura interessi privati a scapito dei diritti della persona. Tutti i passi per giungere all’autodeterminazione individuale in maniera perfettamente legale, sono contenuti nel sito www.popolounico.org con tutti gli approfondimenti del caso e le modulistiche da utilizzare per le notifiche in pubblicità. Fin tanto che si resta rinchiusi e non ci si svincola dal Trust di Stato costituitosi fin dalla nascita, non è possibile agire in libertà e in esercizio dei propri diritti che comprendono anche quelli economici e il relativo accesso al proprio CREDITO universale quale contropartita della propria opera umana esercitata.
Come realizzare la Vera Economia
Una volta che il progetto è stato studiato e ottimizzato in profondità, la domanda chiave è: come realizzarlo nella società ? E’ chiarissimo che se l’attuale condizione di consapevolezza delle masse fosse pronta, la sua realizzazione sarebbe un gioco da ragazzi. Purtroppo moltissimi esseri umani sono ancora imprigionati in falsi dogmi e ripongono ancora le loro speranze in coloro che hanno realizzato la loro schiavitù economica. Restare appesi a partiti e false opposizioni che invece di operare per il bene del popolo operano in favore di interessi privati sovranazionali, è il maggior ostacolo alla realizzazione del progetto. Tuttavia, dopo tantissime idee sul come traghettare l’economia capitalistica verso la vera economia, coscienti delle difficoltà che questo passaggio comporta, si è giunti all’ideazione di un passaggio intermedio in cui è possibile coinvolgere contemporaneamente i produttori e i consumatori che ancora operano all’interno del circuito infernale e delle sue regole. Uno stratagemma suggerito da Paolo Tanga, ex dirigente di Banca D’Italia, attraverso il suo libro “ Dalla crisi dell’Euro al rilancio dell’economia locale “. Le indicazioni contenute nel libro di Paolo Tanga ci sono sembrate fin da subito l’anello di congiunzione tra la vecchia e la vera economia. E proprio su queste indicazioni, Popolo Unico ha cominciato ad elaborare, grazie alla collaborazione di professionisti informatici, una piattaforma in grado di dare supporto operativo a questa fase intermadia. Piattaforma che oramai è in fase di ultimazione. Ma proprio mentre tutta l’attività di Popolo Unico si concentrava sulla realizzazione di questa fase interemedia, si sono succeduti avvenimenti imprevisti e inaspettati. Il decreto vaccini apparso verso i primi di Giugno 2017, ha fatto si che tutte le forze del gruppo di studio si concentrassero nel contrastare quello che rappresenta una soppressione alle libertà personali e alle libertà di cura inaccettabili. Popolo unico era già perfettamente cosciente anche prima dell’introduzione dell’obbligo vaccinale, della pericolosità dei vaccini e degli scopi oscuri che si celano dietro a questa falsa propaganda. Tutto questo ha portato ad ulteriori studi approfonditi che hanno messo in risalto aspetti più che inquietanti che si celano dietro alle vaccinazioni di massa. Tutti studi realizzati su fonti certe ed indiscutibili ( dei quali è doveroso un caloroso ringraziamento a Valeria Gentili ed Andrea Favotto ) che sono contenuti in una sezione appositamente predisposta all’’interno del sito web di Popolo Unico al link https://www.popolounico.org/vaccini .
Cosa è successo a Roma l’11 Settembre
Stiamo attraversando un fondamentale periodo storico ed evolutivo in cui i fatti si susseguono ad una velocità impressionante. Se da un lato il decreto vaccini ha mostrato a moltissime persone una dittatura che avanza a passo spedito, dall’altra si stanno aprendo spiragli inaspettati che giocano a favore di un mondo libero dai parassiti.
Non tutti sanno che la sentenza n. 1 del Gennaio 2014 della Corte Costituzionale ha sentenziato l’ illegittimità di tutte le cariche governative elette con la legge elettorale denominata “porcellum” in quanto legge incostituzionale. Pertanto, tutte le cariche governative in carica dal 2014 ad oggi, hanno operato abusivamente e illegittimamente. Invece di dare doverosa continuità solamente per indire urgentemente una nuova legge elettorale ed andare quanto prima al voto, hanno legiferato per ben quasi quattro anni e con ben tre governi diversi in rappresentanza della Trilaterale, norme e leggi provenienti da imposizioni sovranazionali ed in contrasto con la volontà del popolo. Il Job Act, il CETA, la legge sui vaccini, lo Jus Soli ecc… sono tutte leggi espressione di una volontà estranea al popolo italiano, oltretutto emanate, come detto, da governi illegittimi ed abusivi. Al di là che tutti i governi che si sono succeduti dopo la cessione definitiva di sovranità monetaria, quindi a partire dai primi anni 80, non rappresentano più la volontà del popolo essendosi dichiarati carnefici del popolo stesso che dicono di rappresentare, la sentenza n. 1/2014 rappresenta una chiara occasione per il popolo di manifestarsi in qualità di disponente della Nazione per cacciare queste ciurme di parassiti al soldo della finanza e del potere internazionale privato.
Così è stato. Tutto è avvenuto nel silenzio generale dei media l’11 Settembre 2017 a Roma davanti a Piazza Montecitorio. Il Movimento Liberazione Itala, in rappresentanza del popolo italiano, capitanata dal Generale dei Carabinieri in congedo Antonio Pappalardo, ha consegnato nelle mani del dirigente della Polizia di Stato Filiberto Mastrapasqua un Atto Stragiudiziale di intimazione e diffida ad adempiere indirizzata al capo dello Stato Sergio Mattarella, in cui si chiede di procedere entro 30 Giorni allo scioglimento delle Camere per andare al voto con la vecchia legge elettorale costituzionale denominata legge Mattarella. In questi giorni stanno procedendo con una legge ancor più incostituzionale del precedente “porcellum” denominata “Rosatellum” la cui prevista discussione in aula sarà proprio per il 10 Ottobre, data della scadenza della diffida ad adempiere.
Il 10 Ottobre il Popolo Italiano tornerà a Roma, si spera numerosissimo come ci ha insegnato il popolo della Catalogna. Se entro la scadenza del termine (appunto 10 Ottobre) non avranno proceduto allo scioglimento delle camere per indire nuove elezioni legalmente rappresentative del popolo italiano ed in conformità costituzionale, il popolo italiano, quale disponente della Nazione, chiederà alle forze dell’ordine di eseguire lo sfratto degli abusivi e si riterrà libero di decidere del proprio futuro politico ed economico come sancito dalle più somme leggi universali ratificate dagli stessi Stati.
E’ di primaria importanza che tutto il Popolo Italiano risponda alla chiamata del 10 OTTOBRE 2017, dopo la quale potrebbero aprirsi scenari tanto imprevisti quanto piacevoli per approdare velocemente verso un nuovo sistema di benessere sociale, culturale ed ECONOMICO.
La Vera Economia dei Diritti Umani che cambia il mondo potrebbe diventare realtà in tempi molto più brevi di quelli previsti. Se il popolo italiano, in gravissime ed agonizzanti difficoltà esistenziali per volere e decisioni estranee, risponde alla chiamata, risponde automaticamente anche alla volontà di aderire ad una rivoluzionaria economia che, per sua natura, non lascerà mai più indietro NESSUNO.
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