Sembra assurdo eppure una profilassi così ovvia ai giorni nostri ha uno scopritore, un medico ungherese, Ignác Fülöp Semmelweis (Buda, 1º luglio 1818 – Döbling, 13 agosto 1865). Svolse i suoi studi di medicina presso l’università di Pest e a Vienna. Per i suoi importanti contributi allo studio delle trasmissioni batteriche da contatto e alla prevenzione della febbre puerperale, è noto anche come il salvatore delle madrI.
Diventato dottore in Chirurgia ed Ostetricia, nel 1846 ottenne anche l’incarico per due anni di assistente effettivo del dottor Johann Klein, che dirigeva la prima divisione della clinica ostetrica all’Ospedale generale di Vienna (Allgemeines Krankenhaus der Stadt Wien), il più moderno ospedale europeo inaugurato nel 1784 dall’imperatore Giuseppe II. All’inizio della sua fondazione la clinica ostetrica dell’Allegemeines era diretta dal dottore Johann Boër. Dotato di un grande senso di umanità per le puerpere, il dottore proibì l’insegnamento sui cadaveri delle donne e ne dissezionava i corpi solo per studiarne le patologie che avevano condotto al decesso. Durante i trent’anni della sua direzione la mortalità delle partorienti si aggirava intorno all’1%. Tutto questo cambiò quando nel 1823 la clinica fu affidata a Klein, i cui assistenti avevano l’obbligo di eseguire fino a 15-16 autopsie al giorno per poi direttamente procedere alle visite interne delle partorienti. Klein nel 1834 aveva fondato una seconda divisione di maternità usata solamente per il tirocinio delle ostetriche. Fin dall’inizio del suo assistentato, il giovane medico ungherese dedicò tutte le sue energie al lavoro in corsia e a continue dissezioni, ossessionato dall’elevato numero di decessi delle partorienti per febbre puerperale e soprattutto assillato dalla sconcertante rilevazione che il numero delle morti era di molto superiore nella clinica di Klein che non nella seconda divisione diretta dal dottor Bartch, dove a far partorire le donne erano le ostetriche.
Durante l’assenza di Semmelweis tra il primo ed il secondo periodo contrattuale, un suo collega ed amico, Jakob Kolletschka, era morto a seguito di una breve malattia. Semmelweis ebbe la possibilità di studiarne la cartella clinica e fu colpito da due elementi:
• l’autopsia praticata sul cadavere evidenziava lesioni simili a quelle che si riscontravano sulle donne morte per febbre puerperale;
• Kolletschka solo qualche giorno prima si era ferito nel corso di una autopsia praticata sul cadavere di una di queste mamme.
Gli fu chiaro che la febbre puerperale e la morte del professor Kolletschka erano la stessa cosa dal punto di vista patologico perché entrambe presentavano gli stessi cambiamenti anatomici. Ciò fu sufficiente a Semmelweis per giungere ad un’ipotesi, straordinaria per l’epoca: la febbre puerperale è una malattia che viene trasferita da un corpo all’altro a seguito del contatto che i medici e gli studenti presenti in reparto hanno prima con le donne decedute (su cui praticano autopsia) ed immediatamente dopo con le partorienti che vanno a visitare in corsia.
Era una teoria sconvolgente per i tempi. Per dimostrarla il giovane Semmelweis mise in atto una banale disposizione: tutti coloro che entravano nel Padiglione sarebbero stati obbligati a lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calce (ipoclorito di calcio). A questo aggiunse la disposizione che per tutte le partorienti si cambiassero le lenzuola sporche con altre pulite. I fatti gli diedero immediatamente ragione. Era il maggio 1847.
A causa del rifiuto dei medici e della Scuola viennese circa la sua teoria, Semmelweis si lasciò schiacciare sempre di più da complessi d’inferiorità e spirito di persecuzione. Ci vorranno molti anni prima che la scoperta di Semmelweis venga accettata e applicata in modo generalizzato. Prima di allora, le scoperte di Semmelweis vennero screditate e le morti ripresero ad essere ingenti. Il dottor Semmelweis venne licenziato dall’ospedale di Vienna, nonostante i positivi risultati, per aver dato disposizioni senza averne l’autorità.
Tornato in Ungheria applicò lo stesso metodo all’ospedale di San Rocco a Pest, ottenendo anche qui un abbassamento significativo dei nuovi casi di febbre puerperale. Fu proprio in Ungheria che nel 1861, scrisse il suo testo storico, Eziologia, concetto e profilassi della febbre puerperale. Purtroppo la comunità scientifica dell’epoca gli si scagliò contro e Semmelweis finì per essere ricoverato in manicomio. Morì per infezione setticemica contratta durante un intervento chirurgico
I lavori del 1879 di Louis Pasteur e del 1883 di Joseph Lister avrebbero dimostrato la grandezza delle intuizioni di Semmelweis. Mettendo fine ad uno dei più grandi esempi di pregiudizio nei confronti di un uomo geniale, la città di Budapest nel 1894 gli eresse un monumento tombale e poi nel 1906 una statua, che successivamente sarebbe stata collocata davanti all’ospedale San Rocco, e infine gli intitolò la Clinica Ostetrica dell’Università.
Già durante le più accese polemiche contro Semmelweis, l’amico Ferdinand von Hebra si era esposto in suo favore, pubblicando numerosi lavori sulle sue straordinarie scoperte ed attirandosi per questo non poche né trascurabili inimicizie. Sono sue le parole: “Quando qualcuno scriverà la storia degli errori umani ne troverà pochi più gravi di quello commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis.”
Fonte:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ign%C3%A1c_Semmelweis