Sotto la facciata normale della coscienza, con il suo preciso ordine morale e le sue buone intenzioni, si nascondono le forze istintive primitive della vita, che, simili a mostri del profondo, senza sosta divorano, generano, combattono. Sono forze in massima parte ignote, ma è dalla loro spinta e dalla loro energia che la vita stessa dipende: senza di esse gli esseri viventi sarebbe inerti come pietre.
L’Alchimia contemporanea non è una scienza esoterica, ma è un universo complesso in cui confluiscono, intuizioni provenienti da studi umanistici e scientifici come la psicologia, la filosofia e la neuroscienza. Nel Medioevo lo studio della natura umana era giunto a uno stadio superiore a quello attuale. Certo, erano assenti le dimostrazioni scientifiche di alcune ipotesi, ma la teoria assimilata dalla filosofia antica, greca, cristiana e poi araba era sufficiente per costruire un universo di significati unitario così forte da ispirare, in forme conscie o inconscie, una rilettura creativa dei miti e delle vicende bibliche e uno straordinario proliferare di leggende, favole e proverbi.
La simbologia alchemica occidentale descrive in “serpenti, draghi, orchi e animali mitologici” i “mostri del profondo” al fine di rendere visibili e “concrete” le forze ignote che, se fossero lasciate funzionare liberamente e senza alcun controllo, avrebbero il potere di ridurre la vita al mero ciclo di nascita e morte e l’individuo a un “ammasso” biologico di bisogni, necessità e desideri da soddisfare, come nel mondo brulicante delle paludi primordiali. Senza un consapevole contenimento di queste forze gli uomini sarebbero come pietre scagliate da forze ignote da “Leggi cosmiche” cicliche e ripetitive, così pesanti e corcitive da far pensare a un eterno ritorno delle stesse identiche cose, degli stessi “programmi” gia visti e rivisti.
Nella creazione dell’Arte e della Cultura l’uomo ha cercato, anche se inconsciamente, di porre un freno a queste forze naturali e di incanalarle, almeno in parte, l’energia in forme adatte a perseguire scopi diversi. Con la nascita della coscienza di relazione (la libido degli alchimisti), che si concretizza nello sviluppo delle città medioevali fortificate, valori culturali e valori psichici hanno cominciato a contrapporsi alle mete puramente biologiche e materiali del funzionamento inconscio delle pulsioni, rappresentato simbolicamente dalle Istituzioni delegate al loro controllo (Chiesa, Stato).
La coscienza di relazione nasce dal conflitto. All’interno delle mura, come all’interno del cerchio di un mandala, le forze psichiche si confrontano e duellano. Le esigenze della vita sociale e le stesse necessità materiali hanno imposto una notevole disciplina dall’esterno, mentre una spinta forse anche maggiore proveniva dall’interno dell’individuo stesso, nella forma di simboli ed esperienze a carattere numinoso che si traducono in rituali e dogmi di carattere religioso e politico. Fino a che le forme religiose e sociali sono capaci di contenere e di soddisfare in una certa misura i bisogni della vita interiore degli individui che compongono la comunità, le forze istintive restano come addormentate e ci si dimentica in massima parte della loro esistenza. Ma quando il senso di precarietà, la penuria di risorse, la stupidità della istituzioni, le difficoltà economiche, l’incertezza degli “investimenti”, lo stress quotidiano, famigliare e sociale, giungono a livelli superiori alla media, allora si innesca una imprevedibile “consapevolezza della materia psichica” per cui le forze istintive (serpenti, draghi, orchi e animali mitologici) si destano dal loro stato di assopimento e chiedono di essere “combattuti, contenuti, incanalati, veicolati e ammaestrati” da una forma di coscienza superiore.
Marta Breuning
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