prospettiva

Qualsiasi paura, ha l’abilità di nascondersi e far credere che lei non esiste... noi ci immedesimiamo in quell’emozione scatenante e la consideriamo vera ed oggettiva, in qualsiasi circostanza, facendoci coinvolgere con tutto ciò che ne deriva. Quando invece, sorgendo in noi, la  riusciamo ad osservare in modo distaccato e quindi non ci immedesimiamo nell’emozione allora scorgiamo la fonte di quella paura debellandola.

Si… è stato proprio così lo scorso primo maggio… I miei ragazzi erano a Roma al concerto che si tiene di consueto ogni anno. Io a casa, avevo dedicato con impegno tutta la giornata ai avori in giardino, quando alle 16,00 di pm arriva una telefonata della polizia dal pronto soccorso di un ospedale di Roma.

Mio figlio era stato ricoverato d’urgenza per un malore..il medico mi spiegava frettolosamente di che si trattava e che forse c’era bisogno di un piccolo intervento e che telefonando al padre, mio ex marito, si era reso indisposto ad andare per l’autorizzazione in quanto minorenne. Sarebbe servita comunque la presenza di un familiare anche solo per dimetterlo.

Bene gli dissi che sarei partita immediatamente… Il cellulare ha preso a squillare di continuo…familiari, parenti… mentre io mi preparavo a partire… tutti là, ansiosi, presi dal panico… impotenti… non mi erano certo d’aiuto… mentre la mia angoscia saliva, la osservavo… fino a vederla in mezzo ai lati dell’autostrada che scorreva veloce… solo una persona vicino a me, che nel frattempo era giunta a casa per una visita, è stata capace di mantenere quel self control che mi serviva in quel momento di bolgia e confusione…

Gli ho detto serenamente: “devo andare a Roma a prendere mio figlio, vieni con me e mi fai compagnia?”- mentre lui sgranava gli occhi come una civetta nel buio 🙂 giunti là, tutto si è ridimensionato con una cura di antibiotici ed antiinfiammatori… più di 700 Km e rientro alle 4 di mattina… passando per il girone infernale del GRA…
Ho guardato la mia paura… ho ascoltato quella di mio figlio, che nello stesso medesimo istante, così lontano, ha saputo dimensionarla… comprendendo come e cosa abbia insegnato questa esperienza… ha persino trovato la forza di andarci da solo al pronto soccorso vicino, rifiutando l’ambulanza perchè riteneva più necessaria che stesse nei pressi del concerto per casi più gravi… anche se il dolore era forte… non si è lasciato vincere dal panico… osservandosi dentro… e continuando ad irradiare l’Amore… nonostante tutto.

La notte era illuminata dal quarto di luna, mentre la strada scorreva serena tra i nostri Cuori uniti dal dialogo di una Consapevolezza superiore… una enorme nuvola disegnava un angelo dalle ali spiegate sui nostri racconti…

NON SIATE LA PAURA, POICHE’ SIETE DESTINATI AD AMARE

Grazie a Sara!!!
(parallelismisferici)

 

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