La mente ferita
Voi avete il potere di creare, un potere così forte che qualunque cosa crediate si avvera. Create voi stessi, secondo come immaginate di essere. Siete in un certo modo perché quello è ciò che credete di voi. Tutta la vostra realtà, tutto ciò di cui siete convinti, è una vostra creazione. Avete lo stesso potere di qualunque altro umano. La differenza principale tra voi e un’altra persona è il modo in cui applicate il vostro potere e cosa create con esso.
… Tutti gli esseri umani soffrono della stessa malattia mentale. Possiamo addirittura affermare che il mondo è un ospedale psichiatrico. Ma la malattia è con noi da migliaia di anni, e i libri di medicina e psicologia la descrivono come una condizione normale. Tuttavia posso dirvi che non è affatto normale.
Quando la paura diventa troppo grande, la mente razionale comincia a funzionare male e non sopporta più tutto il veleno. Nei libri di psicologia questa condizione è definita come malattia mentale, schizofrenia, paranoia, psicosi… Ma l’origine di tutte queste malattie è il fatto che la mente è così spaventata e le ferite sono così dolorose, che sembra meglio rompere i contatti con il mondo esterno.
Gli umani vivono con la paura continua di essere feriti, e ciò crea un dramma costante. I rapporti sono così dolorosi a livello emotivo, che senza ragione apparente proviamo rabbia, gelosia, invidia o tristezza. Persino dire: “Ti amo”, può causarci dolore. Quando diventate consapevoli che tutti intorno a voi hanno ferite emozionali piene di veleno, potete facilmente comprendere le relazioni umane in quello che i Toltechi chiamano “Il sogno dell’inferno”.
Gli umani combattono tra loro, in una giungla di predatori. Sono pieni di giudizi, di biasimo, di sensi di colpa, di veleni emozionali: invidia, rabbia, odio, tristezza, sofferenza. Creiamo tutti questi demoni nella nostra mente perché abbiamo imparato a sognare l’inferno durante la vita.
Alla nascita, il corpo emozionale è completamente sano. Le prime ferite cominciano ad apparire verso i tre o quattro anni d’età, e si infettano con il veleno emotivo. Ma se osservate i bambini prima di quell’età, vedrete che giocano e ridono tutto il tempo. La loro immaginazione è potente, il loro modo di sognare è un’avventura e un’esplorazione. Vivono nel momento. Non si vergognano del passato e non si preoccupano del futuro. Esprimono ciò che sentono e non hanno paura di amare.
I momenti più felici della nostra vita sono quando giochiamo come bambini, quando cantiamo e danziamo, quando esploriamo e creiamo per il puro piacere di farlo. E siamo felici quando ci comportiamo come bambini perché quella è la tendenza umana normale. Da bambini eravamo innocenti e ci veniva naturale esprimere l’amore. Ma cosa ci è accaduto poi? Cosa è accaduto al mondo?
È accaduto che gli adulti intorno a noi avevano già la malattia mentale di cui parlavo prima, e si tratta di un male molto contagioso. Per trasmettercelo, “agganciano” la nostra attenzione, insegnandoci a essere come loro. È così che i nostri genitori, maestri, fratelli maggiori e tutta una società malata ci hanno trasmesso la loro malattia…
Presto dimentichiamo ciò che siamo veramente e cominciamo a vivere secondo la nostra immagine. Non ne creiamo soltanto una, ma molte, a seconda del gruppo con cui entriamo in relazione. Abbiamo un’immagine a casa, una a scuola, e da adulti ne creiamo altre ancora…
La perdita dell’innocenza
La mente umana è malata a causa di un parassita che le ruba l’energia vitale e la gioia. Il parassita è composto da tutte le convinzioni che vi fanno soffrire. Sono convinzioni così forti che molti anni dopo, quando imparate nuovi concetti e cercate di prendere decisioni, scoprite che tali credenze controllano ancora la vostra vita.
A volte il bambino dentro di voi, il vero sé che eravate all’età di due o tre anni, viene fuori. Allora vivete nel momento presente e vi divertite, ma qualcosa vi tira di nuovo indietro. Qualcosa dentro di voi si sente indegna di essere così felice. Una voce interiore vi dice che la vostra felicità è troppo bella per essere vera, e che essere felici non è giusto. Tutti i sensi di colpa e i veleni immagazzinati nel corpo emozionale vi gettano sempre di nuovo nel mondo del dramma.
La vita ci porta sempre esattamente ciò di cui abbiamo bisogno. L’inferno è retto da una perfetta giustizia. Non c’è nulla e nessuno da biasimare. Possiamo perfino dire che le nostre sofferenze sono un dono. Se aprite gli occhi e guardate ciò che vi circonda, scoprirete che è esattamente ciò di cui avete bisogno per spurgare il veleno, guarire le ferite e uscire dall’inferno.
Il rapporto perfetto
I rapporti sono un’arte. Per essere felici in due, bisogna che ciascuno mantenga in perfetto stato la propria metà. Entrambi avete una certa quantità di spazzatura, di cui siete responsabili. Siete voi a dovere pulire la vostra spazzatura, non l’altro. Se il partner prova a ripulire i vostri rifiuti, probabilmente finirà con il naso rotto. Dobbiamo imparare a non immischiarci in quello che non ci riguarda…
La stessa cosa vale per la metà che riguarda l’altro. Anche lui o lei ha una certa quantità di spazzatura e, sapendolo, voi gli permettete di occuparsene, accettandolo così com’è, spazzatura compresa. Dovete rispettare anche i rifiuti del partner. Lo scopo del rapporto non è quello di pulire i rifiuti dell’altro: ciascuno deve occuparsi dei propri.
Anche se il partner vi chiede aiuto, avete la possibilità di rispondere di no. Ciò non significa che non amate o non accettate l’altra persona. Significa che non siete capaci di aiutarla oppure che non volete stare al gioco. Per esempio, se il vostro partner si arrabbia, potete dire: “Hai diritto di essere arrabbiato, ma io non devo arrabbiarmi con te solo perché tu ce l’hai con me. Non ho fatto nulla per causare la tua rabbia”.
Non dovete accettare la rabbia del partner, ma potete permettergli di essere arrabbiato. Permettergli di essere se stesso, di guarire senza il vostro intervento. E potete accordarvi perché lui o lei faccia lo stesso con voi. Per esempio, un uomo è felice, mentre per una ragione qualunque la sua donna è triste. Poiché lui l’ama, vuole aiutarla, ma aiutarla non significa essere infelice perché lei è infelice. Ciò non è di nessun aiuto, serve solo ad affondare insieme. Se l’uomo continua a essere felice, la sua contentezza potrà far stare meglio la donna.
Allo stesso modo, se state male mentre la vostra donna è contenta, la sua felicità è un aiuto per voi. Per il vostro stesso bene, non cercate di portargliela via. Qualunque cosa vi sia accaduta al lavoro, non tornate a casa a scaricare il veleno sulla vostra compagna. Statevene in silenzio, piuttosto, e fatele capire che non ce l’avete con lei. Potete dire: “Sii felice, continua a stare bene, e appena starò meglio mi unirò a te. Adesso però ho bisogno di stare da solo”.
Guarite la vostra metà e sarete felici. Se potete farlo, sarete pronti per un rapporto senza paura, senza bisogni. Ma ricordate: potete guarire solo la vostra metà. Se ciascuno dei due lavora per guarire la sua parte, vedrete un rapido progresso nel rapporto.
Don Miguel Ruiz
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