Conosco un ragazzo che ha doti particolari, le ha sempre avute, quando era un bimbo di 3 anni diceva che quel signore aveva la luce azzurra intorno e quell’altro invece stava male perché era tutta grigia, con estrema naturalezza, così, come fanno i bimbi, tutti i bimbi del mondo; poi pian piano ha cominciato ad averne timore, perché solo lui vedeva, nessuno intorno a lui confermava e pur credendogli e rassicurandolo che tutto era perfetto così com’era, ha cominciato a rinchiudersi e a non volere più “vedere”.
Oggi, ormai adulto ha un forte intuito, prevede avvenimenti che lo riguardano, in questi ultimi mesi ha cominciato ad esercitarsi per riacquisire quei doni che aveva rifiutato e ci sta riuscendo, pian piano.
Ultimamente si stà ispirando a Gustavo Rol, fa esperimenti con le carte da gioco, riesce ad indovinare il colore, rosso o nero, per circa 30 carte di seguito poi arriva l’errore, perché quando arriva ad oltrepassare la metà del mazzo gli sembra “incredibile” essere quasi al traguardo.
Giorni fà, era circa mezzanotte mi ha telefonato, dal tono della voce ho intuito fosse accaduto qualcosa di particolare, la voce atona di chi è deluso ma nel contempo lo sentivo spaventato ed arrabbiato.
Mi ha spiegato che si era concentrato su una carta, il 4 di fiori e col mazzo di 54 carte chiuso davanti a sé continuava a pensare solo a quella carta, dopo qualche minuto ha sollevato il mazzo e ha girato la prima carta, era il 4 di fiori, ha esultato per la riuscita dell’esperimento ma ha sentito che doveva continuare.
Allora ha girato il mazzo e l’ultima carta, in fondo al mazzo, era un 4 di fiori, per qualche secondo è rimasto a guardare le due carte, il cuore ha cominciato a battergli forte in petto e ha lanciato, come se gli bruciasse tra le mani tutto il mazzo sul tavolo. Le carte si sono sparse alla rinfusa e si sono aperte per lasciarsi svelare…. erano tutte dei 4 di fiori. Mi ha detto che ci era riuscito ma che la paura aveva invalidato tutto, “La paura capisci?” mi urlava al telefono… “ E’ sempre la fottutissima paura che ci blocca capisci? Dobbiamo smetterla di avere paura, io devo smettere, Rol non aveva paura.”
Abbiamo paura del nostro potere infinito, abbiamo paura delle nostre capacità, i nostri potenziali sono inespressi e bloccati dalla paura, dobbiamo assolutamente integrarli, perseverare nel coltivarli e ritentare e riprovare ancora fino a che la paura, sia un punto nero in uno sfondo bianco alle nostre spalle!
Patrizia Pezzarossa
Testi di Visione Alchemica
Riproduzione consentita con citazione della fonte.
LA NOSTRA PAURA PIÙ PROFONDA
La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda, è di essere potenti oltre ogni limite.
E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più.
Ci domandiamo: ” Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? “
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo, non serve al mondo.
Non c’è nulla di illuminato nello sminuire se stessi cosicché gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi: è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza automaticamente libera gli altri.
Siamo nati per rendere manifesto ciò che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi.
In ognuno di noi.
E’ come se dentro di noi ci fosse un grande diamante con mille facce:
alcune sembrano risplendere più di altre e ogni
persona possiede, nel suo petto, un fulgido diamante con mille facce luminose.
Il diamante è perfetto, senza la minima incrinatura.
La sola differenza tra gli uomini è il numero di facce
che la nostra anima ha reso brillanti e luminose.
Ogni diamante è diverso e ognuno è perfetto.
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere,
inconsapevolmente, diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso.
dal libro “Ritorno all’amore” di Marianne Williamson
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