I nostri nonni contadini sapevano che avere nel cortile di casa una grande quercia era di buon auspicio e ritenevano che appoggiare la schiena al suo tronco donava vigore.
Il colle su cui si è stata edificata Roma era stato scelto perché vi dimorava un ulivo secolare. Tutte le culture antiche avevano nel loro sapere intuitivo la conoscenza delle qualità nascoste delle piante, ma forse non quelle della musicalità.
E’ anche stato sperimentato che ciascun albero ha una propria “voce” che cambia con il variare delle stagioni, dell’ora, della giornata, dell’età e della specie: il tiglio, le cui foglie ci offrono infusi calmanti, produce una musica calmante; la voce del pioppo è invece guizzante; quella delle piante ultrasecolari è invece caratterizzata da suoni grevi.
Tramite apparecchiature elettroniche, si rilevano le variazioni di conduttività della pianta, registrate grazie a sensori posti sulle foglie e vengono trasformate in suoni. Le piante imparano a modulare i suoni che ne risultano tramite un sistema di Bio-feedback, realizzando dei veri e propri concerti: il risultato è una musica particolarmente suggestiva, che rende diretto ed emozionante il contatto con il mondo verde. E’ possibile, entrando in meditazione, instaurare un contatto profondo con la pianta, questo ci dà la possibilità di suonare o cantare con loro seguendo schemi e logiche di armonizzazione diverse da quelle a qui siamo abituati ma indotte dalla pianta stessa.
Renato Poletto è un ricercatore del suono. Dopo la sua formazione musicale metal-rock, con gli anni e l’esperienza è approdato laddove la musica si fonde con la spiritualità. Un percorso che dalla musica è sfociato in una ricerca globale attraverso le varie culture. E’ diventato così “un antropologo musicale”, costantemente alla ricerca di strumenti particolari come il Duduc o il Teremin, con un’esperienza musicale davvero sterminata. Nel corso di questo ultimo decennio, si è poi affinato nel canto armonico, con campane tibetane e di vetro.
”Anche così è possibile salvare questo nostro fragile pianeta. Salvando la Terra, salveremo anche le sue voci e le diverse culture”. Il suo motto è:
“Mi dicono che assomiglio a Peter Gabriel.
Ho le sopracciglia di un folletto e faccio cantare anche le piante”.
Ascolta “RENATO POLETTO ricercatore del suono e LA MUSICA DELLE PIANTE” su Spreaker.
Fonte: http://www.vociditerra.it/chi-siamo/
http://www.ighina.it/2014/08/sabato-23-agosto-ore-2030-renato-poletto/
http://www.yakshamada.it/1/conferenze_671102_1.html