Avete voi una idea chiara della magia e del mago? magia[i] è sapienza assoluta. Vale a dire che è la sintesi di tutto ciò che è stato, è e sarà. E’ una parola che racchiude tutti gli attributi dell’onnipotenza divina; se voi al nome dio date il valore della suprema intelligenza che crea, regola e conserva l’universo.
Il mago è il possessore, il depositario vivente ed utente della scienza di dio.
Quindi la magia non è ciurmeria, il mago non è mistificatore.
Tre magi andarono a visitare Cristo nella sua culla: non erano tre saltibanchi, ma tre grandi iniziati alla scienza divina[ii].

Marius Decrespe così scrive[iii]: la magia è la scienza delle forze occulte della natura, la vera fisica e la vera chimica dell’avvenire. Così il Rabbino Federico Kiel, che sotto S. Luigi avea inventata la lampada ad arco ed i condensatori elettrostatici, era un mago distinto; quegli che realizzasse oggi il telefoto od anche il telefono senza fili sarebbe parimenti un mago; i talismani e gli amuleti riposano sugli stessi principi della metalloterapia di Durcq e negli antichi libri dei Segreti magici[iv] si trova la composizione speciale delle iniezioni rigeneratrici di Brow-Sequard.
Questa Scienza è tanto potente che fa perdere, a colui che si è impadronito del secreto divino, la volontà di parlarne; anzi coloro che sono arrivati han fatto il possibile di non scrivere la verità che sotto forma quasi inintelligibile dagli stessi che ne avevano la intuizione.
Un secreto terribile, come vedete, ma che i lettori serenamente studiosi possono intravedere e raggiungere a grado a grado che compiranno le loro prove e le loro osservazioni.
Giacché si pensi che gli antichi sacerdoti questa scienza la impartivano nel tempio a tutti quelli che si rendevano degni di apprenderla e praticarla, dopo prove terribili e lunghe, e si dava a gradi, con riti e cerimonie che la nostra chiesa cattolica ha conservato negli ordini sacri e la Massoneria nella graduazione delle sue dignità.
Si prega l’amico lettore di non interrogare su questo punto né un prete, né un massone. Il prete cadrebbe dal settimo cielo ed il massone dal quinto piano della torre di Babele; poiché nei seminari arcivescovili non si preparano i sacerdoti sapienti, ma i mestieranti, e nelle logge dei liberi muratori politicanti e pappanti si ignora persino che il triangolo di cui fanno pompa è fratello all’altro che nelle chiese si dipinge sul capo del Padreterno.
Ogni prete dovrebbe essere un iniziato, cioè un partecipante al secreto di Dio, come un massone di ultimo grado dovrebbe tenere nella saccoccia dei pantaloni tutta la sapienza dell’universo. Invece, all’epoca del cinematografo e della linfa della peste, il prete ed il massone sono estranei alla loro casa; l’uno consacra come un impiegato del Cristo e l’altro chiede un impiego ai fratelli per edificare il proprio tempietto. Gli antichi chiamavano costoro profani da pro innanzi e fanum tempio, sarebbero cioè della gente che gracchia fuori le porte della casa di dio. Tra i figli di Gesù, istituiti dal pio e bollente Santo Ignazio, si trova qualche militante, ma… attenti alla marca di fabbrica!

Pitagora, prima di insegnare, obbligava i suoi discepoli a tacere per sei mesi: prova più terribile di tutte perché uomini di coraggio passerebbero attraverso i roghi dell’inquisizione di Spagna e non saprebbero tacere per pochi giorni un secreto di pulcinella.
Da questo si può arguire che coloro che insegnavano questa scienza terribile o ne sapevano l’importanza, richiedevano qualità che il comune non ha.
Immaginate per un istante che i vostri bambini, in ginocchio e con ogni grazia, vi chiedessero una rivoltella carica delle sue brave pallottole, scambiandola con un giocattolo divertente: consegnereste voi nelle loro mani puerili un gingillo tanto pericoloso senza venir meno ai vostri doveri di padre verso i figli e di uomo verso l’umanità? — Voi consegnerete un’arma nelle mani dei figliuoli il giorno in cui sarete sicuri che essi ne useranno per salvare la loro vita, non per offendere, ne per offendersi.
Il maestro compiva l’educazione del profano, conduceva pian piano il neofita al sacerdozio. Il sommo sacerdote era l’adepto, cioè il completo arrivato — il mago.
Cristo ha compendiata tutta la preparazione magica nell’ama il prossimo tuo come te stesso, e nel non fare all’altro ciò che non vuoi che si facesse a te.
Chi integralmente pratica questi due precetti e sa tacere è pronto per cominciare. Una perfetta rettitudine di cuore; un chiaro sentimento del bene; una completa avversione a produrre il male; un grande amore pel tuo simile; una coscienza scevra da ogni macchia; nessun desiderio che non sia il bene altrui; nessuna paura del male che possa colpirti operando il bene: — ecco come il mago contiene il santo ed è degno di quella grande astrazione del bene che é Dio.
Siete pronti e preparati così? — mettete sulla vostra testa la corona della sapienza e il secreto di Dio si rivela a voi—voi siete diventati adulti da poter tenere nelle mani l’arma che non adoprerete mai pel male e che non vi colpirà mai.
Scrive Eliphas Levi[v]: esiste un secreto formidabile, la rivelazione del quale ha già distratto un mondo, come l’attestano le tradizioni religiose dell’Egitto, riassunte simbolicamente da Mosè al principio della Genesi. Questo secreto costituisce la scienza fatale del bene e del male e il suo risultato, quando lo si divulghi, è la morte. Mosè lo rappresenta sotto la figura di un albero che è al centro del Paradiso Terrestre e che è vicino e che e attaccato per le sue radici all’albero della vita che e guardato dalla spada fiammeggiante e dalle quattro forme della sfinge biblica, il Cherubino di Ezechiel…. qui mi debbo arrestare perché temo di già di averne detto troppo.
Sì, esiste un dogma unico universale, imperituro, forte come la ragione suprema, semplice come tutto ciò che è grande, intelligibile come tutto ciò che è universalmente, e assolutamente vero, e questo dogma è stato il padre di tutti gli altri.
Sì, esiste una scienza che conferisce all’uomo delle prerogative in apparenza sovraumane.
Or se questo terribile secreto esiste, non è ad un santo che deve essere confidato?
GIULIANO KREMMERZ
[i] ??????? greco, d’onde e venuta la parola magia, è alterazione delle parole Mag, Mehg, Magh che in pelvi e in zend, lingue dell’antico oriente, significano prete perfettissimo, sapiente. In Caldeo Magdhira equivale ad alta sapienza. Vedi angoetil-dcpebron, lo Zend-Avesta (II. p. 556) e P. CHRISTIAN Hist. de la Magie.
[ii] Il dott. Gerard Encausse, sotto il nome di Papus, il più completo volgarizzatore dell’occultismo in Francia, cosi scrive nel suo Traité Méthodique des Sciences Occultes: « Erano degli iniziati del settimo grado, questi nomini esperti nella conoscenza delle cose divine che lasciarono il loro santuario per venire a prosternarsi innanzi ad un fanciullo coricato in un presepe, perché essi avevano visto il suo astro e riconosciuto che era l’astro del figlio di Dio. Questo cammino dimostra ad ogni spirito superiore che Dio volle che alla culla del figliuolo si incontrassero le due maniere di conoscere 1’avvenire, i pastori dagli angeli e i magi dallo spirito di luce.
Il dott. Encausse da questa definizione della Magia:
« La Magia, considerata come scienza, è la conoscenza della formazione trinitaria nella natura e nell’uomo e della via per la quale l’onniscienza dello spirito e il suo controllo sulle forze della Natura possono essere acquistati dall’individuo mentre egli è ancora nel corpo. Considerata come arte, la magia è l’applicazione di queste conoscenze alla pratica.

[iii] Journal du Magnétisme. Janvier 1897.
[iv] Grimoires. Il Grande Alberto e il Piccolo Alberto p. esempio.
[v] Introduction au Dogme de la Haute Magie pag. 83.
CONTINUA SU: http://www.giulianokremmerz.it/OPERE/Mondo_Secreto/Mondo_Secreto_Home.htm
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