Per riuscire a seguire se stessi, per apprendere il funzionamento del proprio pensiero, bisogna essere straordinariamente vigili e iniziare così a sviluppare una sensibilità sempre maggiore al complesso intrico dei propri pensieri e reazioni e sentimenti, una maggiore consapevolezza non solo di se stessi, ma anche degli altri, di coloro con cui si è in rapporto. Conoscere se stessi vuol dire studiare se stessi nell’azione, che è rapporto.
Quanto meglio conoscerete voi stessi, tanto più ci sarà in voi chiarezza. La conoscenza di sé non ha mai termine – non si arriva ad alcun conseguimento tangibile, ad alcuna conclusione. E’ come un fiume infinito. Man mano che lo studio di sé procede e va sempre più in profondità, si trova la pace. Soltanto quando la mente è tranquilla – attraverso la conoscenza di sé e non attraverso un’autodisciplina imposta – solo allora, in quella tranquillità, in quel silenzio, la realtà può venire alla luce.
Pensiamo correttamente solo quando conosciamo noi stessi. Senza la comprensione di voi stessi non avete alcuna base per pensare; se non conoscete voi stessi, quello che pensate non vale.
Voi e il mondo non siete entità diverse, separate tra loro, ciascuna con i propri problemi; voi e il mondo siete una cosa sola. Il vostro problema è il problema del mondo. Voi potete essere il risultato di determinate tendenze, di condizionamenti ambientali, ma fondamentalmente non siete diversi dagli altri. Interiormente ci assomigliamo tutti; tutti siamo preda dell’avidità, della cattiveria, della paura, dell’ambizione e così via. Le nostre fedi, le nostre speranze, le nostre aspirazioni hanno una base comune. Noi siamo una cosa sola, un’unica umanità, nonostante ci separino i nostri pregiudizi e quelle barriere artificiali che sono l’economia e la politica. Ammazzare un altro essere umano vuol dire distruggere se stessi. Voi siete il centro di tutto e, se non capirete voi stessi, non potrete comprendere la realtà.
Concettualmente sappiamo che noi costituiamo una umanità, ma siccome teniamo pensieri e sentimenti in compartimenti accuratamente separati tra loro, non possiamo realmente sperimentare la straordinaria unità dell’essere umano.
Jiddu Krishnamurti