Associamo l’espressione “vero uomo” a persone con una forza di carattere superiore o che abbiano compiuto imprese al di fuori della norma o che comunque si atteggino ad individui superiori che incutono rispetto e soggezione. Eppure non sempre è così…
Secondo noi un vero uomo (o una vera donna) è una persona che è riuscita a conoscere se stessa, il proprio potenziale ed i propri limiti, e che dopo avere combattuto contro i nemici del sonno e della dimenticanza sia riuscita a trovare il proprio giusto posto nel mondo.

Innanzitutto per essere “vero” un uomo o una donna devono conoscere se stessi e questo è frutto di un duro lavoro che può iniziare soltanto realizzando di non conoscersi affatto. E’ necessario liberarsi dagli schemi psicologici e culturali imposti dall’esterno che impediscono la conoscenza di sè in quanto impongono alla nostra coscienza fin dall’infanzia dei modelli a cui conformarsi.

Se osserviamo la stragrande maggioranza dei nostri contemporanei ci rendiamo conto che non sono sfiorati per nulla dal dubbio di vivere una vita automatica basata su modelli introiettati dall’esterno e senza quasi nessun contatto con il proprio vero Sè. Molto spesso accade che affinché nasca l’interesse ad auto-conoscersi deve verificarsi un evento o un’esperienza che metta in crisi le false sicurezze e che apra una frattura nella percezione di se stessi e del mondo. Da quel momento diventa fondamentale l’incontro con un altro ordine di idee, ad una diversa visione del mondo rispetto a quella dominante che possa dare un giusto orientamento ed una giusta guida.

Ma qual è il percorso per conoscere sè stessi?
Il primo passo è l’auto-osservazione. Osservare dentro di noi attentamente ed accettare tutto ciò che si vede, come se aprissimo un’automobile e guardassimo dentro il motore annotando ogni cosa. Quest’impresa, riferita a sè stessi, è assai più ardua di quanto sembrerebbe: infatti l’osservazione deve andare di pari passo con l’accettazione. Siamo fatti di aspetti positivi e negativi, ma troppo spesso siamo tentati di accettare i primi e rifiutare categoricamente i secondi. Eppure non possiamo arrivare a conoscerci se non accettiamo ció che siamo (e non come ci immaginiamo di essere).

E’ più facile vedere gli altri che noi stessi ed è per questo che Lavorare in gruppo è fondamentale: gli altri ci fanno da specchio mettendoci di fronte continuamente a quegli aspetti di noi che non ci piacciono. Inoltre è fondamentale la presenza di una guida che conosca le varie fasi di questo processo e che, in ogni situazione, possa dare le giuste indicazioni. E’ un lavoro faticoso e spesso doloroso, ma andando avanti si esperimenta un diverso modo di essere.

Questo cambiamento avviene in modo impercettibile e sempre più profondo se é coadiuvato dal lavoro di osservazione-accettazione.
Il secondo passo è l’azione. Prima dell’osservazione si crede di poter fare secondo la propria volontà, ma successivamente si comprende che in realtà è qualcosa in noi che agisce, c’è una moltitudine di forze che ci muove a nostra insaputa ed è fondamentale realizzare che in verità noi non possiamo fare niente. Durante il percorso di conoscenza, se abbiamo la fortuna di avere una buona guida ed un ambiente che ci sostiene in questo, ci può essere chiesto di agire in un certo modo, per esempio di lottare contro aspetti di sè o abitudini radicate. Nella Quarta Via crediamo che per svolgere in modo autonomo e consapevole tale lavoro bisogna imparare a farlo sotto la direzione di una persona che ha già seguito questo percorso e che conosca la via della giusta azione. Questo modo di operare, all’inizio ostico e a volte incomprensibile, porta a sviluppare una forza che già si avvicina alla volontà vera, la quale si manifesterà quando tutte le tendenze ed i desideri secondari si saranno sottomessi ad uno scopo principale.

Chi ha percorso queste tappe forse puó essere definito un VERO UOMO E VERA DONNA.
Sapere chi siamo, essere sè stessi, conoscere il proprio posto nel mondo ed agire in armonia con esso dovrebbero essere le mete di tutti gli esseri umani ed anticamente in tutte le civiltà ogni aspetto della vita, dall’educazione all’arte e alla religione, era finalizzato ad aiutare l’uomo al raggiungimento di tali obiettivi. Nella civiltà contemporanea, invece, tutto sembra essere orientato a rendere gli esseri umani sempre meno consapevoli e sempre più meccanici.

Eppure anche in quest’epoca chi ha veramente un’aspirazione autentica e cerca con sincerità sicuramente potrá incontrare quell’aiuto e quella guida necessarie alla riscoperta del proprio valore essenziale e della propria umanitá.
Andrea Bertolini

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