Consideriamo innanzitutto la Pasqua, come un fenomeno cosmico e non come un evento storico, religioso o festivo. Un fenomeno cosmico che comprende, principalmente, il nostro pianeta, Terra, il suo satellite Luna e la stella principale del sistema, il Sole. Tra i tre corpi celesti, sembra che l’unico che ospiti forme di vita sia il nostro, Terra; qui abbiamo animali, minerali, vegetali in grande quantità e dinamico equilibrio, tutti composti degli stessi elementi che compongono il resto dell’Universo, aggregati in forme tali da creare vaste biodiversità.
E’ dunque tutt’altro che azzardato ipotizzare che posizioni, energie ed eventi di carattere cosmico siano relativi anche a tutte queste creature. Anzi, i progressi scientifici continuano ad avvalorare questa interdipendenza assoluta universale già patrimonio di ogni mistico. La fitta rete di connessione che lega il tutto vibra dunque in ogni istante, ed in particolare quando energie diverse si armonizzano su alcune frequenze; è questo il caso di alcuni momenti del ciclo terrestre che da sempre l’uomo, in ogni cultura ed area del pianeta, ha reso sacri, celebrandoli. In particolare possiamo individuare i due Solstizi e i due Equinozi, più altri momenti topici tra i quali appunto la Pasqua.
Soffermandoci solo su quest’ultima, prima di tutto ricordiamo che si tratta di un evento legato ai cicli della Luna; dunque una data sacra antica, che ci riporta indietro fino ai tempi della Dea Madre, quando una spiritualità rivolta al femminile ancora non era stata soppiantata dai culti solari, dal Dio Padre maschile. Un tempo che risale al Neolitico e prima ancora. La saggezza popolare, la tradizione contadina legata alla terra, ancora riportano vaghe memorie di questa conoscenza.
La Luna insomma irradia l’aspetto femminile dell’energia, l’elemento acqua: emozioni, inconscio, fiducia, gioia. Su un pianeta la cui superficie è coperta per due terzi dall’acqua, ospiti di un corpo che ne è composto al 75%, decodificando sensi e realtà con un cervello che ne presenta il 90%, difficilmente possiamo considerarci estranei alla sua presenza ed interazione. Cosa accade dunque nel momento cosmico della Pasqua? Quali energie sono disponibili per il pianeta e in che modo possono essere poi così importanti per la spiritualità degli esseri umani?
Tutti i miti che celebrano la Pasqua ci raccontano storie di Resurrezione: la rinascita che segue ad una morte apparente. E’ un modo come un altro di spiegare quello che avviene in inverno e che segue la primavera. Una sorta di parabola, il cui significato va ricercato nello specchiarsi delle cose all’interno di noi stessi. Il seme, caduto in autunno, a metà di quella stessa stagione muore (in corrispondenza dei giorni di Halloween, per intenderci), abbandonandosi al suolo, al mondo di sotto. Nell’inverno si cristallizza in questa morte apparente, una sorta di ibernazione, di gestazione nel ventre della madre terra. A metà della stagione invernale (durante i giorni di S. Valentino) è necessaria una scelta: amore per la vita o paura e rimanere nel ventre. Non tutti i semi germoglieranno, solo quelli la cui scelta sarà verso l’ignoto, lo sconosciuto, che andranno cioè oltre la paura per amore.
Arriva dunque la Primavera con il suo Equinozio; un’inclinazione differente dei raggi solari scalda il cuore del seme, il richiamo della vita è avvertito da tutti i viventi: è primavera.
Ma non è a primavera che il seme inizierà ad aprirsi; dopo aver scelto l’amore, dopo aver udito il richiamo dell’esistere, dovrà morire per rinascere. Dovrà rompere il suo guscio, e trovare la strada verso la luce come un cieco germoglio ancora tenero.
Altrettanto bene sapevano i mistici che è questa stessa luna che può favorire un cambio sostanziale per i cicli di consapevolezza della vita dell’umano.
La qualità che si espande nel momento cosmico della Pasqua è quella della fiducia: fiducia nella rinascita del proprio spirito, nella resurrezione in senso attuativo, presente, e non quale rimando ad una prossima vita o piano di esistenza. Lo spirito, il più alto intento interiore –non è statico; necessita di essere nutrito, ravvivato, proprio come un fuoco. Non è un caso che ci si riferisca spesso al Sacro fuoco dello spirito, è un’analogia calzante, come quella della Resurrezione di un Cristo durante la Pasqua.
Con la Primavera siamo risvegliati ad una nuova nascita: nuovi intenti e propositi si affacciano al nostro animo, sostenuti da un’energia vitalizzante. Durante la Pasqua questo processo va più in profondità, da solare diviene lunare ed opera nel rinnovo del nostro sé a strati più nascosti, come le nostre emozioni ed il nostro inconscio. Solo un’alta qualità femminile dello spirito ci può portare ad accogliere il nuovo dentro di noi, cioè la fiducia, l’apertura in due sensi al rinnovo, alla trasmutazione: verso il fuori e verso il dentro, verso l’alto e verso il basso.
Così come il seme, che muoverà verso la luce del sole grazie alla quale opererà la fotosintesi e contemporaneamente verso la terra, dove mettere radici che andranno verso il buio a cercare il nutrimento dell’acqua e dei sali minerali. Se si muovesse in uno solo dei due sensi, non vivrebbe. Se non morisse, se non rompesse il suo guscio, non nascerebbe.
Questo accade anche a noi; spesso abitudini, situazioni, condizionamenti, relazioni e attitudini ci stanno addosso come un guscio che, quando la consapevolezza si espande diventa una stretta armatura che ci ingabbia. Vederlo o saperlo non sempre basta; a quel livello può infatti intervenire un giudizio su noi stessi che ci lascia sempre dentro il guscio, se possibile ancora più scomodi.
E’ un’alchimia interiore quella di cui c’è bisogno. Una trasformazione che avviene oltre il razionale, al di là del dualismo di giusto o sbagliato, nell’intero del nostro essere. Che comprenda l’intento dell’anima e i nostri pensieri, le emozioni e il nostro inconscio. Che sappia farci tendere verso l’alto, verso la luce, esplorando e accettando anche le nostre parti più in basso, muovendo verso ciò che ci appare buio. Una rinascita di amore e coraggio, di forza e di accettazione, per la quale occorre che ciò che è diventato un vecchio guscio venga lasciato morire, e con esso le parti di noi che vi si identificano, le attitudini che le sostengono, le situazioni che le riflettono. Una vera e propria resurrezione, un parto di sé stessi.
Sebbene a noi umani, portatori di libero arbitrio, sia disponibile in qualsiasi momento una rinascita interiore, e sebbene tutta la nostra vita possa definirsi un continuo ciclo di morti e rinascite, già i nostri antenati avevano ben capito quanto fosse importante sintonizzare i propri cicli interiori con quelli della Natura, con Madre Terra, con il Cosmo, e di quale armonico potenziale questa sintonia fosse capace.
Quella che chiamiamo Antica Religione è una Scienza esatta delle relazioni tra l’uomo e la natura.
Nel nostro tempo l’espressione e la comprensione diventano molto più accessibili, per numero e velocità di informazioni, sicuramente, ma soprattutto perché la nostra stessa ragione sta sondando vette e profondità che lambiscono il mistero. Pertanto è più semplice oggi che non ieri dire che ogni cosa nell’universo è correlata, giacché la fisica astronomica e quantistica ci supportano, ci danno ragione: sono arrivate allo stesso punto.
Laddove la luce è energia e l’energia materia, quando il tempo e lo spazio si piegano e due rette parallele all’infinito prima o poi si toccano, è più facile osare il pensiero che non solo questo mondo non sia piatto, ma che la vita stessa, l’esistenza e lo stesso presente abbiano inizio e fine che coincidono, come in un cerchio.
E il Samsara, la ruota del Karma, tutte le altre tonde simbologie – bassorilievi sui muri di un tempio, rosoni di una cattedrale, tracciate su muri, segnate con giganteschi monoliti, dipinte su un tepee o sul volto di un Maori, avranno un nuovo aspetto.
Saranno l’eco di una storia antica quanto il mondo, che avevamo dimenticato di saper ascoltare.
Poi, siccome nulla è definitivo, anche il nuovo ciclo porterà nuove attitudini e nuove situazioni a formare un altro guscio, chiamandoci ancora a morire per rinnovarci, stimolandoci nel processo di continua evoluzione che è proprio di tutto ciò che è, dalle galassie alle cellule.
Fino, forse, ad arrivare ad essere uno con il tutto, fino cioè a quello stato di fusione estatica con il creato che qualcuno ogni tanto raggiunge, che ogni Maestro a suo modo descrive e trasmette. Dal nostro punto di vista, il loro sembra un punto d’arrivo, l’alchimia suprema; dal loro, invece, sembra sia l’inizio di un altro viaggio, di un altro ciclo.
Un suono di campane intona una melodia e ci desta, profumo di fiori nel sole e uccelli che ritornano cantando; è Pasqua, questa Primavera!
Gioiosamente corri a rompere il guscio dell’uovo di cioccolato che aspetta; sappi che la sorpresa sei tu.
articolo di Arshad
Fonte: www.oshocircleschool.com