Questa volta 4 Canti al costo di 2…
PIROETTA E SCAMBIO
9-59, IX dell’Inferno e XXV del Purgatorio: ANIME E PIETRE
Che giova ne le fata dar di cozzo? (9)
Guarda il calor del sole che si fa vino! (59)
APOCATASTASI E CREAZIONE
(domenica delle Palme 26 marzo 1301, notte)
10-60, il X dell’Inferno e il XXVI del Purgatorio: IL BACIO DEL PERDONO
Ma fu’ io solo, colui che la difese a viso aperto… (10)
… sovenha vos a temps de ma dolor! (60)
FARINATA E I POETI LUSSURIOSI
(domenica delle Palme 26 marzo 1301, notte)
Nelle danze medievali il ritmo terzinato era molto usato, come spesso è usata la figura della piroetta e dello scambio del partner. Ed ora il respiro si fa più affannato e la danza più appassionata: siamo a pochi metri dal Grande Passaggio nel Basso Inferno (canto XIII), l’inferno vero, il territorio vasto della Lupa in cui si dannano tutti coloro che scientemente hanno fatto del male agli altri. Comincia il lungo viaggio nel dolore, dal 13 al 62, cinquanta canti di dolore.
E che cosa serve a un Pellegrino che dovrà affrontare questa terribile esperienza?
Oggi la risposta sarebbe… nervi d’acciao. Ma non ne sarebbe contento l’Alighieri. Ci vuole molto di più, per riuscire ad affrontare il dolore.
In tutti e quattro i canti risuona, sotto e sopra i versi, la grande sinfonia dedicata all’Anima, e ai suoi Maestri Accompagnatori: l’Amore e il Perdono.
Nel canto nove ci si avvicina al terrore della morte, e sarà lo stesso Virgilio che salverà la vita al povero Dante difendendolo dalla Medusa, il mostro mortifero che rappresenta la terribilità del VERO. Poco dopo Dante comprenderà che tutti possono essere salvi, diavoli compresi: basta arrendersi al progetto misterico del perdono e dell’amore. E in questa esperienza raggiungerà il risveglio dell’Anima Intuitiva, quella che ci permette di comprendere che, oltre al VERO, c’è dell’ALTRO.
Nel canto cinquantanove ci sarà spiegato come viene creata nell’Uomo l’Anima Intellettiva, quella che ci permette di entrare in contatto diretto con l’ALTRO.
Nel canto dieci incontreremo gli Spiriti che l’anima col corpo morta fanno.
Farinata degli Uberti, aquila ghibellina (perché siamo ancora nei canti dominati dall’Aquila), insegnerà a Dante la difficile arte del perdonarsi, perché senza questo gesto non si può incontrare il dolore dei Dannati della Lupa. Se non perdoniamo i nostri errori, i nostri rimorsi, i nostri sensi di colpa… tutti rimbalzerebbero contro il dolore dei dannati, ci tornerebbero indietro a colpo di boomerang, e il dolore diventerebbe totale, senza alcun margine di purificazione; o di terapia, come adesso direbbero bene gli psicanalisti.
Nel canto sessanta, canto dei grandi poeti stilnovisti, Guido Guinizelli e il trovatore provenzale Daniel Arnaud, assisteremo alla grande cerimonia del Bacio del Perdono. Alla fine tutti e due chiederanno a Dante l’aiuto in cui sperano molto: quello di riuscire a perdonarsi, per poter mettere fine alla loro pena.
Se Francesca è il primo Spirito infernale, Daniel Arnaud è l’ultimo Spirito del Purgatorio, entrambi lussuriosi. E costituiscono quindi le due grandi colonne del Tempio del Dolore che, nella Kabbalah, è l’Albero della Vita: il Pilastro della Legge (Francesca), e quello della Misericordia (Daniel Arnaud). E questa sera vedremo di che cosa si sta parlando! Intanto godetevi questa coreografia: mettete i 4 canti sul palco, e il nove danzerà anche con il 60, e il 10 col 59. Come era bello vedere così nel Medioevo.
Maria Castronovo
Maria Castronovo scrittrice e docente di Storia e Letteratura Italiana. Ha pubblicato romanzi, anche storico-filosofici, saggi e opere apparse nella rivista bimestrale Ellin Selae (CN). Da tempo si occupa di filosofia esoterica ed ermetica e dei linguaggi simbolici che la riguardano, approdando a tecniche esegetiche anche junghiane e hillmaniane che applica all’indagine dei testi letterari, ma specialmente alla Divina Commedia. Dal 2007 cura annualmente pubbliche Lecturae Dantis.
Libri: DONNA SELENE https://www.unilibro.it/libri/ff
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