La donna in un tempo antico aveva un rapporto diretto con le entità dell’Universo. Aveva un ruolo di “ponte” fra la materia e lo spirito. Riceveva dallo spirito le ispirazioni, le direttive dal mondo sovrasensibile: le cosiddette “muse”, indovine erano donne chiaroveggenti che effondevano nell’umanità bellezza e creatività.
Attraverso la donna si è creata tutta la conoscenza religiosa del passato, tutta la tendenza verso il bello e il buono. Erano le donne che trasmettevano all’umanità dei primordi la direzione morale attingendola direttamente dalle regioni superiori spirituali.
Dal quarto secolo A. C. (in Grecia, Egitto, Roma) avvenne un cambiamento: nel maschio fluirono potenti forze di razionalismo che andarono a sostituirsi all’azione ispiratrice del mondo femminile. L’umanità smise di venire ispirata dalle donne e cominciò a diventare “razionale”. Perse il contatto con il divino, la guida saggia delle femmine, per venire addestrata dalla mente maschile.
Il materialismo cominciò a diffondersi. Da quel momento avvenne anche la “discesa” sociale della donna, la quale venne accantonata, disprezzata, violentata moralmente, fisicamente e associata impropriamente a forze oscure (vedi streghe medievali). La donna cominciò a subire la supremazia del maschio e smarrì la connessione con il divino. Venne a scadere sia socialmente, che spiritualmente. Perse le sue facoltà a causa dell’oppressione maschile.
Il materialismo fu un fatto necessario per l’individuazione del singolo, che deve però essere superato. Doveva venire reciso a mezzo dell’uomo il legame con il mondo spirituale, affinchè si potesse poi rifondarlo su una base nuova, cosciente. Se l’umanità avesse continuato ad essere condotta da un mondo spirituale che operava tramite il femminile, l’umano non avrebbe mai potuto conseguire l’individualità, sarebbe stato un essere guidato dal mondo celeste in modo automatico.
Oggigiorno dobbiamo essere capaci di compiere grandi gesti: atti eroici, soprattutto interiormente.
Essere capaci di vedere la passata sottomissione della donna come una “fase” dettata da una precisa volontà superiore di fare sprofondare l’umanità nel materialismo, richiede una grande spregiudicatezza.
Parlare di “necessità” del maschilismo è indubbiamente qualcosa di infame. Ma pensare che doveva “necessariamente” interrompersi quell’antico “matriarcato” spirituale in cui la Saggezza del mondo spirituale dominava l’umanità come rigida “genitrice” rende tutto plausibile.
La Madre del cosmo, istruiva l’umanità attraverso il mondo femminile, il quale riportava tali leggi e direttive entro il consorzio umano. Questo era in realtà il “matriarcato”: l’edificazione e la conduzione della coscienza morale umana secondo indicazioni provenienti dal mondo spirituale. Una “educazione” occulta, tramite il femminile.
L’avvento del “Patriarcato” interruppe la comunicazione e la possibilità di venire addestrati dal cosmo spirituale. L’uomo divenne libero dalle leggi divine, ma anche più solo, abbandonato a se stesso. Tale solitudine lo spinse a cercare simulacri di Dèi nel mondo fisico. Il materialismo, la soddisfazione di sé tramite beni materiali, soppiantò l’antica guida del cosmo femminile.
L’umanità doveva arrivare ad una fase in cui toccando il basso, doveva avvertire una spinta che la facesse risalire verso l’alto.
Il tempo del “matriarcato” è paragonabile ad un tempo in cui l’umanità era bambina, ed era irresponsabile, incapace di autonomia: era guidata dal mondo spirituale che tramite il mondo femminile indicava la direzione da seguire.
Il tempo del “patriarcato” è invece il tempo dell’adolescenza dell’umanità, ove entra in scena una ribellione, in cui gli individui smettono di prendere norme dal mondo spirituale e si rimettono ai loro impulsi, alle loro necessità interiori.
Ora ci troviamo nel 21° secolo e l’umanità ha acquisito l’età della maturità, la “maggiore età”.
Non è possibile qualificare i tempi antichi come migliori degli attuali: non si può dire che l’infanzia è meglio dell’adolescenza. Sono entrambi “fasi” della vita che servono per costruire l’individualità. Una volta diventati adulti, non si può più tornare indietro. Si vede il passato come un periodo necessario al proprio sviluppo.
In futuro non vi sarà più un cosmo che guida l’umanità. Né un patriarcato o un matriarcato. Ma una maschio e una femmina che consapevoli dei loro passati ruoli, come bambini cresciuti, adulti, cammineranno insieme verso il luogo da cui sono provenuti. Torneranno alla loro casa, portando con sé il frutto del loro lavoro insieme e intraprenderanno un processo di collaborazione consapevole con le entità del mondo spirituale.
Il mondo spirituale che un tempo guidava la Terra tramite le ispirazioni del mondo femminile non imporrà più la sua volontà, ma la condividerà con l’umanità futura. L’umano interagirà con il cosmo, divenendo egli stesso un collaboratore e amministratore delle leggi del cosmo. Diverrà un essere della decima gerarchia: un angelo che dopo aver attraversato il massimo materialismo, ha edificato la massima libertà, la massima capacità di amare in modo libero. Matriarcato e Patriarcato appariranno così come due “fasi” necessarie all’edificazione di quell’entità spirituale futura: l’umanAngelo.
Quando oggigiorno, le varie confraternite dicono che la donna “deve tornare ad innalzarsi, ad essere ciò che era” si intende che si deve riportare la donna all’antico splendore, quando era in grado di farsi ispirare dallo spirito le leggi estetiche e morali.
Le antiche qualità femminili sono come “state dimenticate” dalla donna, riposte in lei, seppellite da secoli di pregiudizi e ingiustizie. Si tratta di farle nuovamente riaffiorare, di ripristinare le condizioni affinché la donna possa ricollegarsi con il divino in modo cosciente. Tali capacità perdute possono essere riacquisite tramite un cammino di autoconoscenza.
L’uomo deve riconoscere la donna come colei che può farlo emergere dal materialismo, attraverso la forza dell’ispirazione e della Speranza. Il ruolo dell’uomo sarà di accogliere i contenuti femminili, conferendo loro una forma.
La donna è la forza, l’uomo la forma.
Autore:
Tiziano Bellucci, nato a Castelfranco Emilia (MO) il 21 maggio 1962. Ha trovato la sua sintesi fra scienza, arte e religione dopo il suo incontro con l’antroposofia di Rudolf Steiner.
Dal 1993 si occupa di ricerca del sovrasensibile.
Autore e compositore di brani di musica moderna, ingegnere del suono e arrangiatore musicale per giovani autori. Insegnante di chitarra e tastiere. E’ docente presso la scuola di arte-terapia antroposofica “Stella Maris” come insegnante di antroposofia www.associazionestellamaris.it
E’ conduttore, conferenziere, relatore e scrittore di tematiche scientifico spirituali.
Fonte: www.riflessioni.it