sezione6Opera di Jole Caleffi

Oggi voglio parlarvi di un percorso che amo definire “iniziatico”. Esso, come tutti i percorsi che si rispettino, è costituito da diverse tappe che sono quasi concatenate l’una con l’altra. Come in tutti i percorsi, ci sarà chi arriverà al traguardo prestabilito e chi, invece, si fermerà in un punto intermedio.

Chi inizia a lavorare su di Se, si sa, lo fa perchè non è più soddisfatto della propria situazione di Vita e vuole apportarvi, al suo interno, dei cambiamenti. Molte persone partono dal gradino più basso del percorso iniziatico, rivestendo il ruolo di vittima. Chi diventa vittima, lo fa soprattutto per attirare a se l’attenzione degli altri.

La vittima è una persona inconsapevole che cerca aiuto attraverso la lamentela, la sottomissione e vari malesseri psicofisici. Attraverso il suo atteggiamento da vittima e seppur in maniera inconsapevole, attirerà a se un carnefice. Quello del carnefice è un ruolo conseguente e complementare allo status di vittima. Infatti il carnefice esiste in funzione della vittima in maniera imprescindibile e nasce quasi sempre dopo che è nata la figura della vittima (salvo i casi delle vittime dei conflitti bellici e di chi non può difendersi in maniera efficace come, ad esempio, i bambini; in questi contesti eccezionali il carnefice è il primo ad apparire).

Il ruolo del carnefice è fin troppo chiaro: esso è una persona violenta, ricattatrice, dispotica e dominante. Egli esercita queste sue caratteristiche sulla vittima. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, basta accendere la Tv: violenze domestiche, sette religiose, truffatori e così via all’infinito.

A volte succede che la vittima prenda coscienza della sua condizione di svantaggio e decida, finalmente, di cambiare. Dallo status di vittima, però, a volte potrebbe diventare essa stessa carnefice. Ne sono esempi le mogli che uccidono i mariti violenti dopo aver subito abusi per anni.

Come abbiamo visto, nei primi due gradini del cammino evolutivo troviamo lo status di vittima e quello di carnefice. Se andiamo avanti nel cammino, incontriamo lo status di salvatore. Salvatore è colui il quale ha abbracciato come “missione” di Vita l’aiutare gli altri. Queste persone, però, spesso non si accorgono di voler dare aiuto anche a chi non ne ha bisogno o non è pronto a riceverlo. Rientrano in questa categoria quelle persone che credono di sapere cosa sia giusto per noi e fra questi: i guru, i parenti, i leader religiosi e, in generale, tutte quelle persone che pensano di dovere salvare a tutti i costi l’umanità.

Subito dopo lo status di salvatore troviamo quello di viandante. Viandante è colui il quale, liberatosi dal desiderio di voler rivestire ruoli che non gli competono (in particolare quello di vittima, carnefice e salvatore), si mette in cammino allo scopo di trovare la via giusta per lui.

Tuttavia, il viandante si troverà a percorrere mille vie differenti, essendo ancora disorientato, ciò allo scopo di cercare quella giusta per lui. Rientrano in questa categoria tutte quelle persone che hanno cominciato un serio lavoro su di Se ma che ancora non si sono decise a seguire un’unica via e continuano, per ciò stesso, un cammino altalenante fra yoga, esoterismo, psicologia energetica e quant’altro possa dare loro una parvenza di equilibrio.

Dopo la fase di sperimentazione tipica del viandante, troviamo, al gradino successivo, la figura del pellegrino. Questa è la figura che completa il lungo percorso iniziatico, alla quale pochi riescono ad arrivare. Pellegrino è colui il quale, dopo aver lavorato su di Se passando attraverso i diversi status precedenti ed accumulando le esperienze necessarie per continuare il cammino, riesce finalmente a trovare la via giusta per lui.

Rientrano nella figura del pellegrino tutti coloro i quali hanno trovato un equilibrio stabile nelle loro Vite attraverso la pratica costante di una o più discipline che gli consentono di vivere in armonia ed integrazione con il mondo che li circonda perchè hanno raggiunto la pace con se stessi e risolto la maggior parte dei conflitti interiori.

Il pellegrino va e trova la via grazie alla forza della fede. La fede è proprio la caratteristica che contraddistingue la figura del pellegrino rispetto alle altre che lo precedono lungo i gradini del percorso evolutivo. LA FEDE FA LA DIFFERENZA PERCHE’, SOLO DAL MOMENTO IN CUI SI COMINCERA’ A CREDERE IN SE STESSI, PROPRIO ALLORA INIZIERANNO AD ACCADERE I MIRACOLI ALL’INTERNO DELLE NOSTRE VITE.

Vincenzo Bilotta

Fonte: http://vincenzobilotta.blogspot.it

Fonte immagine: http://www.jolecaleffi.com/


 

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