Se tu puoi osservare i tuoi pensieri e lo puoi fare facilmente,
significa che essi non sono TE.
Perchè l’osservatore è esterno all’osservato.
Se puoi osservare i tuoi pensieri,
significa che puoi anche cambiarli, anzi lo fai continuamente.
Il pensiero è tutto, la mente è uno strumento meraviglioso e se ci si applica veramente, può dare risultati fenomenali. Non siamo ancora consapevoli delle infinite possibilità che abbiamo, conosciamo i potenziali, li abbiamo letti e riletti, ci siamo documentati cercando di immaginare come potrebbe essere fantastico vivere essendo padroni dei nostri pensieri.
Abbiamo conosciuto le tecniche, il “qui e ora”, il distacco, l’osservatore, la meditazione, abbiamo combattuto contro i pensieri “non pensati” quelli che arrivano da ogni dove, sia da dentro che da fuori di noi, dall’etere, poi abbiamo imparato a lasciarli scorrere ed osservarli senza giudizio alcuno.
Abbiamo vissuto per anni assorbiti inconsapevolmente da forme pensiero delle quali non sospettavamo neppure l’esistenza, quando ne siamo venuti a conoscenza abbiamo stentato a crederlo, pensavamo di essere liberi almeno di pensare ed invece non era così.
Tutte queste informazioni ci hanno portato ad una presa di coscienza di quanto poco sapevamo di noi stessi e di come le nostre giornate scorressero, attraverso i nostri pensieri, totalmente all’oscuro e succubi di certi meccanismi.
Sapere è importante, averne conoscenza è il primo passo per intraprendere il cammino della consapevolezza. In seguito abbiamo messo in pratica le tecniche che ci venivano proposte, l’osservazione di noi stessi, delle nostre dinamiche mentali e ci siamo resi conto di come effettivamente la nostra mente navigasse come un vascello senza timoniere, in balia dei venti. Abbiamo osservato come, qualsiasi informazione propinata da qualsiasi fonte, ci poteva facilmente suggestionare. Abbiamo visto dal di fuori noi stessi, con la tecnica dell’osservazione, le nostre reazioni emotive; finalmente ci siamo VISTI e abbiamo cominciato a comprendere ciò che fino a poco prima era solo pura teoria.
L’osservazione è un altro importante passo nel cammino verso la conoscenza di noi stessi. Abbiamo proseguito imperterriti e per nulla scoraggiati in questa ardua impresa osservandoci sempre più profondamente, il pensiero ora lo percepivamo quando si formava ma, ancora troppo tardi, era già lì bello e pronto, bello o brutto e prendeva la sua strada. Con la tecnica cancellazione abbiamo imparato a sostituirlo con un pensiero consapevole; abbiamo riempito centinaia di immaginari cestini dei pensieri inutili e deleteri ma alla fine siamo riusciti a pensare prima di pensare, sembra un gioco di parole ma è così, siamo riusciti a sentire che stavamo formulando un pensiero e tra bozze malfatte, frasi piene di “non voglio” (che non servono ad annullare), siamo riusciti a confezionare dei pensieri quasi perfetti.
La pratica del “qui e ora” ci ha fornito un ulteriore contributo a proseguire l’apprendimento dell’arte della consapevolezza, siamo quasi tutt’uno con noi stessi e con i nostri pensieri, si… a volte le chiavi di casa spariscono ancora ma basta centrarsi, rivedere il film dei nostri movimenti del momento in cui siamo entrati in casa e… eccole lì!
Sempre più bravi, sempre più presenti a noi stessi e ora cominciamo a raccogliere i frutti di questo impegno, di questo sforzo che abbiamo messo in pratica.
Il controllo dei pensieri è direttamente collegato alla Legge di Creazione, detta anche legge d’attrazione dai guru americani. Se sono consapevole dei miei pensieri sono anche consapevole di ciò che sto creando nella mia vita, certo non è come “detto-fatto” abbiamo sparso milioni di pensieri non compatibili con i nostri desideri e qualcuno vaga ancora, ci vuole pazienza e perseveranza, ma il cambiamento è ormai attivato.
Questo breve promemoria ci permette di vedere il lavoro fatto fin’ora, i risultati arrivano e sono proprio quelli che servono per farci proseguire nel cammino, abbiamo perso per strada cose che pensavamo indispensabili, abbiamo salutato, a volte con rimpianto, abitudini che ci divertivano e credevamo insostituibili, in qualsiasi viaggio si compia si lasciano cose, abitudini, a volte anche persone, è una specie di pedaggio che bisogna pagare ma poi si viaggia meglio e più leggeri, consapevoli dell’effettivo valore che ricoprono nella nostra vita.
Siamo più dentro di noi, sempre di più, non siamo più vittime ma artefici dei nostri pensieri, un parziale progresso ma se ci osserviamo in retrospettiva ci possiamo render conto di come siamo cambiati. Ricordo una frase che ricorreva all’inizio del percorso, quando tutto era molto difficile, “quando vivevo sulla superficie ero più felice”, ora so che quella non era felicità, era un attimo di felicità, la punta più alta in positivo di un grafico che aveva moltissime punte in negativo e mi disperavo perché non ne comprendevo il perché. Grazie a quell’interrogativo ho iniziato il percorso e sono grata a quel grafico, ora lo vedo chiaramente e so che non era quella la felicità, la vera felicità è sapere dove sono le chiavi di casa ed essere consapevole di dove sono io! La felicità è non dover cancellare tutti i pensieri ma solo alcuni, è chiudere gli occhi ed essere con me!
Grazie!
Patrizia di Visione Alchemica
Se potessimo alzare il vostro velo solo per un attimo per permettervi di vedere le meraviglie che vi attendono,
smettereste di essere pessimisti.
Come creatori, la vostra realtà è determinata dal punto di percezione da cui la osservate.
Questo è molto più che pensare positivo:
è l’arte della creazione consapevole.
Steve Rother