Finito il tormentone invernale di Star Wars, ci resta qualcosa che aveva la sua genialità e ispirazione nei primi tre film e probabilmente il successo della saga è dovuto più che a una effettiva qualità dei singoli episodi, al messaggio veicolato a livello subconscio da alcune tematiche su cui si insiste nelle prime due trilogie. Una di queste è la teoria del lato oscuro, che per me è ben lungi dall’essere solo una trovata interessante di sceneggiatura, essendo piuttosto la quintessenza del lavoro interiore. Capiamoci. Niente di quello che viene raccontato nei primi episodi di Star Wars è stato pensato per essere un insegnamento spirituale, non credo che Lucas avesse un qualche intento didattico e non credo che Star Wars sia un film iniziatico.
Ma nella mia vita mi sono ritrovato a notare infinite volte dei segnali che avevano a che fare con la mia pratica che ho difficilmente potuto ignorare. Ma cos’è per me il lato oscuro? Semplice. Tutte le storie che l’ego racconta a proposito del fare o non fare qualcosa, sul perchè sia giusto o sbagliato agire o non agire in una data direzione. C’è chi ancora dubita della validità del parlare di questa cosa chiamata ego e chi ancora si irrigidisce quando impiego tutta la mia attenzione cercando di sviscerarne tutte le pieghe, come se fosse il racconto di un nostalgico agganciato ad ere passate. Eppure per me rimane il centro di tutto il discorso.
Il lato oscuro rappresenta la perdita del punto di riferimento ‘olistico’ o ‘sistemico’, rappresenta quel restringimento della coscienza che mi porta a vedere le mie azioni e pensieri come esenti da conseguenze su un ‘sistema’ interconnesso. Il lato oscuro è l’egoismo molto spesso camuffato da principio esoterico o spirituale, perchè l’ego può fare anche questo, farci credere che siamo arrivati chissà dove e a chissà quali vette di potere.
Il lato oscuro è la polarizzazione, nella quale tutti i nostri pensieri si schierano dalla parte della vittima o del carnefice, dove non c’è spazio per le sfumature, dove non c’è redenzione se non attraverso la manipolazione, lo sfruttamento degli altri e solo un Sith vive di assoluti. Il lato oscuro sorge laddove invece di ‘sentire’ la vita, la ‘pensiamo’ raccontandoci storie alle quali finiamo sempre per credere, perchè noi crediamo di essere esattamente quelle storie. Soprattutto il lato oscuro è l’atteggiamento che sgorga in noi ogni qual volta decidiamo di perseguire solo ed esclusivamente il bello, il comodo, il positivo, lo yang senza vedere che nel dolore e nelle emozioni cosiddette ‘negative’ c’è una medicina che può farci crescere.
E’ quel modo di essere che cerca la soddisfazione immediata e la stimolazione continua. Ed è costantemente in agguato. Ecco perchè nei discorsi di Yoda lungo i primi episodi si intrasente qualcosa che è a conti fatti un messaggio dello spirito per noi. La vita non è solo avventura, viaggi, divertimento e ricerca della soddisfazione personale. Ciò che facciamo, pensiamo, energizziamo con le pratiche, ha effetto su noi e su chi ci sta intorno ed ha effetti che possiamo capire al 10%, ecco perchè il miglior atteggiamento che posso suggerire a un mago errante oggi è di coltivare l’arte del sentire piuttosto che quella del pensare.
Il pensare suggerirà cose che il sentire non troverà valide e lo farà sempre secondo schemi registrati nella mente subconscia come ‘ego’. Ecco perchè dopo aver fatto un po’ di esperimenti con la legge di attrazione il mio consiglio rimane quello di vivere per fede, perchè questa fede (la forza) agisce come un campo unificato nell’interesse di tutti i coinvolti e non solo del nostro. E’ chiaro che è difficile. E’ chiaro che l’ego si opporrà.
E’ chiaro che la difficoltà di questo approccio è direttamente proporzionale alla grandezza del cambiamento che andremo a fare, e finchè non saremo dall’altra parte, il lato oscuro ci sembrerà sempre più semplice e seducente.
Andrea Panatta
Fonte: http://maghierranti.blogspot.it/