Ormai mi pare evidente che il compito principale di ogni ricercatore sia quello di infondere nuova coscienza sulla Terra. Ma come?
Attraverso il continuo processo di trasformazione di ognuno di noi.
Dobbiamo intraprendere un lavoro certosino di osservazione attenta di noi stessi, degli automatismi, dei condizionamenti, dei personaggi che ci dominano.
Dobbiamo sviluppare costantemente, attraverso la pratica della meditazione e la pratica della Presenza nell’azione, la capacità di essere consapevoli di ciò che ci accade dentro e fuori, delle nostre azioni, delle autentiche motivazioni che ci spingono.
Dobbiamo imparare a vedere gli altri, a riconoscerli e a sentirli uguali a noi, non proiettando su di essi i nostri giudizi e le nostre frustrazioni.
Dobbiamo ritrovare il contatto profondo con la natura che ha la meravigliosa capacità di riportarci a noi stessi, al silenzio e alla grazia che c’è in ognuno di noi, anche se talvolta è nascosta e coperta da strati di pensieri inutili.
Dobbiamo ritrovare la compassione e la gratitudine.
La Vita è generosa, ma siamo noi ad averla offuscata, violentata, inquinata.
Siamo noi ad aver formato un mondo così colmo di menzogne e non possiamo prendercela con la Vita!
La Vita risponde e sostiene, se ci rivolgiamo a essa con animo sincero e con amore.
Roberto Maria Sassone






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