“Se vuoi far ridere Dio, raccontagli i tuoi progetti” diceva Woody Allen interpretando il signor Briggs.
Fin dai tempi antichi, l’uomo ha costantemente sviluppato correnti di pensiero.
Attitudini, atteggiamenti, filosofie, sono da sempre stati fondamentali per riuscire a dare una spiegazione della realtà, identificarla e confinarla in un valore ben definito nella nostra mente razionale.
Come ogni aspetto, c’è sempre una controparte, un’altra faccia della medaglia.
In un’ epoca dove qualunque cosa è estremamente affidata alla ragione, alla logica, al calcolo e al giudizio, abbiamo sviluppato una nuova propensione, un’epidemia di austera serietà dove ci ritroviamo a voler controllare tutto, sempre.
Sentirci onnipotenti davanti al fato, alla magia e all’ineluttabilità degli eventi, pensare di poter dirigere totalmente il flusso della vita elevandoci sopra di essa, ci priva di quella scintilla essenziale che e’ il fascino primordiale dell’esistenza stessa.
Ed ecco che in questo territorio arido e spoglio abbiamo paura di amare, di rischiare, di fare quel passo al di là dell’ordinario, volendo organizzare le nostre vite con metodo e sistema. temendo tutto quello che è fuori dal nostro dominio.
La ceraunofobia (dal greco antico, cheraunos “ fulmine” e “phobos”, fobia) è la fobia dell’umano sui fenomeni atmosferici quali tuoni e fulmini.
Nella figura del tanto temuto arcano numero XVI, si erige la maestosa torre, la casa di Dio, dove un fulmine ne colpisce la punta e fa inevitabilmente crollare la struttura.
Possiamo pensare che questo sia negativo, sfortunato.
Possiamo interpretare la realtà sempre allo stesso modo, pensando che ancora una volta ci è andata male in amore, che il lavoro che abbiamo perso sia una punizione divina, che quella porta che si è chiusa sia l’ennesima prova che tutto ci è nemico.
Oppure possiamo fare qualcosa di diverso, dove se la realtà cambia in base all’osservatore, far cadere le nostre convinzioni limiti e confini, vuol dire permettere alla vita di accadere così com’è.
Vuol dire uscire dalla caverna della paura e dello stato di allerta, comprendere che l’Universo coopera con noi nella realizzazione del nostro essere, anche quando le cose prendono una piega inaspettata, talvolta dolorosa, ma pur sempre con un senso.
E allora ben venga la torre con la sua ribellione divina, quella che decide di radere al suolo le nostre credenze per riportarci nella condizione di esseri, prima di tutto umani, venuti a fare un esperienza intensa ed unica.
D’altronde fulmine deriva Dal latino. fulmen -ĭnis, ossia fulgere ,‘splendere’.
E se quello che chiamiamo imprevisto, incidente, ostacolo, non fosse altro che il sacro intervento che crea il territorio fertile per tornare a splendere come stelle?
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L’autrice di questo post si chiama Fanta Kone è una giovane ragazza italo/africana, giovane si fa per dire, solo anagraficamente, più si procede in questo cammino più ci si rende conto che il tempo è proprio solo una convenzione, lei ha una profondità e una capacità intuitiva datata, molto datata, adesso le definiamo Anime Antiche, alcuni dicono che siamo tutti anime antiche ma in alcuni Esseri ciò è palese e Fanta è una di queste. Con la freschezza data dalla giovane età lei ti parla di cose antiche con grande consapevolezza. Dall’età di 10 anni è stata iniziata alla vita dai tarocchi Rider-Waite e li interpreta nei suoi consulti individuali.