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Il femminino è il lato nascosto nel visibile. Lo mostra Eva, estratta da Adamo. Lo mostra Iside, il femminino egizio, laddove il termine inglese Inside significa proprio “interiore”. Questo interiore è l’Intelletto Trascendente celato nell’intelletto umano. Esso intelletto accompagnò Dante in Paradiso nel nome di  Beatrice.
Esso intelletto è acquattato come Sfinge a a Giza. Esso intelletto è Iside. Non è quindi casuale che tra il celti questo intelletto trascendente è detto Siddhe, tra gli ebrei Shaddai (il nome con cui Dio si mostra ad Abramo, Isacco e Giacobbe) e tra i buddhisti è l’insieme dei poteri detto Siddhi.

Questo femminino trascendente era noto come Metatron dai cabalisti e Intelletto Agente tra gli aristotelici e non solo. In buona sostanza, il femminino è l’esoterismo e se occorre estrarre Eva da Adamo significa che dobbiamo estrarre lo Spirito dalla lettera.
Mike Plato
 La lettera a volte è il senso materiale, a volte la legge senza la grazia.
La dottrina appunto dalla quale riceviamo il comandamento di vivere sobriamente e rettamente è lettera che uccide, se non ci assiste lo Spirito che vivifica. Infatti le parole: La lettera uccide, lo Spirito dà vita [11], non si devono intendere soltanto come ammonizione a non prendere in senso letterale ciò che è stato scritto in senso figurato e di cui sarebbe assurdo il senso letterale; ma, intuendo il loro significato simbolico, cerchiamo di nutrire l’uomo interiore con una interpretazione spirituale, perché la sapienza della carne porta alla morte, mentre la sapienza dello Spirito porta alla vita e alla pace [12].
Ad esempio, se uno prendesse materialmente molte delle cose che sono state scritte nel Cantico dei cantici, non per gli effetti prodotti dalla luminosa carità, ma per gli affetti illeciti di una libidinosa voluttà. Non dunque nel solo modo suddetto sono da intendersi le parole dell’Apostolo: La lettera uccide, lo Spirito dà vita, ma anche e principalmente nel senso in cui dice in un altro passo: Non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare [13].
E poco più sotto dice: Il peccato, prendendo occasione dal comandamento, mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte [14].
Ecco che cosa significa: La lettera uccide. E certamente quando si dice: Non desiderare, non si dice qualcosa di figurato da non prendere letteralmente, ma è un precetto apertissimo e salutarissimo, adempiendo il quale non si avrà più nessun peccato. Ecco perché l’Apostolo ha scelto il comandamento: Non desiderare a principio generale in cui abbraccia tutto, come se esso fosse la voce della legge che tiene lontani da ogni peccato, e di fatto nessun peccato si commette se non per concupiscenza: perciò è buona e lodevole la legge che comanda così. Ma quando non aiuta lo Spirito Santo, suscitando al posto della concupiscenza cattiva la concupiscenza buona, ossia riversando nei nostri cuori la carità, allora quella legge, per quanto buona, con la sua proibizione accresce il desiderio del male. Come l’impeto dell’acqua che non cessa di riversarsi in una direzione, se viene ostacolato, diventa più forte e, travolto l’ostacolo, precipita in basso con maggior massa e violenza. Non so infatti per quale ragione, ma ciò che si desidera, si fa con più piacere se è vietato. Ed è così che il peccato mediante il comandamento seduce e uccide, se al comandamento accede anche la trasgressione, che non c’è dove non c’è la legge [15].
Prendo la lettera nel senso di pura legge.
Fonti:
http://mikeplato.myblog.it/
http://www.augustinus.it/italiano/spirito_lettera/spirito_lettera_libro.htm
 

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