Una elevata percentuale di chi sostiene una certa verità spesso e direttamente proporzionale solo alla visibilità mediatica e alla forze di potere di chi la sostiene …

Questo signore è Ignaz Semmelweis. È stato un medico che a metà dell’800 lavorava all’ospedale universitario di Vienna. Egli scoprì e dimostrò che il lavaggio delle mani da parte di medici e ostetriche riduceva fino ad annullarle le morti delle puerpere per sepsi puerperale. Non solo i colleghi medici non gli credettero ma si misero a screditarlo, a sminuirne le capacità professionali e a sbeffeggiarlo. Il mondo accademico, compatto, lo isolò e lo emarginò come un pazzo che metteva in discussione la scienza ufficiale.


In altre parole, il 99,999 % degli scienziati (lo 0,001 era lui stesso) erano graniticamente concordi nel ritenere che le sue idee non avessero fondamento scientifico.
A causa delle mortificazioni subite finì in manicomio e morì solo ed emarginato. Però aveva ragione lui.
Solo venti anni dopo gli fu riconosciuto, grazie ai lavori del 1879 di Louis Pasteur e del 1883 di Joseph Lister avrebbero dimostrato la grandezza delle intuizioni di Semmelweis.
Ora tutti riconoscono la sua scoperta come una pietra miliare dell’Igiene ospedaliera e ancora oggi viene chiamato “il salvatore delle puerpere”


Perché la storia di Semmelweiss è attuale ?
Perché dovrebbe farci capire che se un’elevata percentuale di scienziati sostiene una tesi scientifica e una piccola minoranza sostiene invece la tesi opposta, non si può affermare che la tesi della maggioranza sia quella giusta.


Lo dovrebbero capire coloro che affermano “siccome il 97% degli scienziati sostiene che il cambiamento climatico è di origine umana, allora è vero”. Il 100 % degli scienziati dava torto a Semmelweiss ma chi aveva ragione era lui.
Il fatto è che, come dice Roberto Burioni, la scienza non è democratica: non va a maggioranza.
Quando gli scienziati sono in disaccordo sui determinanti di un fenomeno (perché dispongono di dati contrastanti tra loro) allora si dice che l’argomento è ancora oggetto di controversia. E quando c’è controversia, cioè incertezza scientifica, la prudenza deve essere massima.
In ogni caso, parteggiare per l’una o per l’altra tesi senza conoscere la materia, magari dando ascolto solo a chi urla la propria tesi e ignorando chi la espone sommessamente, è da stolti.


I greci classici praticavano la “epochè”, ovvero la sospensione del giudizio: di fronte ad un nuovo fenomeno non comprensibile con i tradizionali canoni di interpretazione, la “epochè” significava sospendere il proprio giudizio non sulle proprie percezioni del fenomeno (innegabili ma soggettive) bensì sulla interpretazione oggettiva di esso.

Fate come gli antichi greci: su ciò che non conoscete e che è di per se incerto, sospendete il giudizio, aprite la mente, approfondite, studiate.

Fernanda Vigagni

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