Non avevo nessun Maestro che mi potesse istruire sul Dio Sconosciuto, perché non avevo fiducia in nessuno. Molto avevo visto e molto avevo perduto a causa della cattiveria degli uomini e del loro pensiero limitato ed alterato. Avevo visto gli uomini disprezzarsi a vicenda e considerarsi senz’anima. Avevo visto uccidere e bruciare innocenti solo per paura. Avevo visto bambini legati nudi ai pali degli schiavi, esaminati da anime perverse che strappavano loro i primi peli della pubertà perché apparissero ancora più bambini quando li violentavano.
Avevo visto preti e profeti inventare, nel loro odio per l’umanità, creature orride e mostruose per dominare e rendere schiavi gli esseri umani conl’aiuto di precetti religiosi. Non avrei voluto come maestro nessun uomo vivente perché tutti gli esseri umani erano prigionieri del loro pensiero limitato c alterato – ognuno aveva preso ciò che era puro ed innocente e lo aveva alterato con la propria limitata capacità di comprendere. Non volevo aver nulla a che fare con un dio uscito dalla mente umana, perché un dio creato dall’uomo non poteva che essere fallace.
Furono gli elementi delta vita che mi istruirono sul Dio Sconosciuto. Imparaidai giorni. Imparai dalle notti. Imparai da quella vita tenera ed apparentemente insignificante che sa affermarsi prepotente anche in presenza di distruzione e di guerra. Contemplai il sole nel suo glorioso apparire all’orizzonte. Seguii il suo viaggio attraverso il cielo fino al suo tramonto ad ovest, dove si abbandona al sonno. Imparai che il sole, senza pronunciar parola, controlla sottilmente la vita; infatti anche chi sta lottando sul campo di battaglia, al tramonto del sole sospende le ostilità. Osservai la bellezza della luna nella sua pallida luce che danzando attraversava la volta celeste e, nel suo meraviglioso mistero, rischiaraval’oscurità. Vidi il fuoco del nostro accampamento illuminare il cielo vespertino. Ascoltai gli uccelli selvatici posarsi sull’acqua, ascoltai, di notte, il fruscio degliuccelli nel nido, ascoltai le risate dei bambini. Osservai le stelle cadenti, gli usignoli, la brina nel canneto, l’argenteo lago gelato ed avvertii che tutto creaval’illusione di un altro mondo. Osservai le donne in piedi nel fiume riempired’acqua le brocche, con i vestiti annodati a mostrare le ginocchia dì alabastro.
Ascoltai il loro vocio, i loro pettegolezzi, le loro risate canzonatorie. Sentii l’odore del fumo di fuochi lontani e l’odore dell’aglio e del vino nel respiro dei miei uomini. E fu allora, osservando la vita e riflettendo sul suo continuo fluire, che scoprii chi fosse veramente il Dio Sconosciuto.
Arrivai a concludere che il Dio Sconosciuto non erano gli dei creati dal pensiero limitato degli esseri umani.Compresi che gli dei nella mente degli uomini erano solo la personificazione delle cose che essi più temevano o rispettavano; compresi che il vero Dio era l’Essenza perenne che permette all’uomo di crearsi delle illusioni e di viverle come meglio gli pare, l’Essenza che ci sarà sempre, anche quando l’uomo ritornerà a un’ altra primavera, a un’altra vita. Compresi che il Dio Sconosciuto abita veramente nellapotenza e nella perennità della Forza della Vita.
Chi era dunque il Dio Sconosciuto?
Ero io… e gli uccelli nel loro nido notturno, la brina nel canneto, il cielo all’alba e al tramonto. Lo erano il sole e la luna, i bambini e le loro risate, le ginocchia di alabastro ed il fluire dell’acqua, l’odore dell’aglio, del cuoio e dell’ottone. Impiegai molto tempo a comprenderetutto ciò, sebbene tutto fosse davanti ai miei occhi già da sempre.
Il Dio Sconosciuto non si nascondeva aldilà della luna o del sole – era tutto attorno a me!
Ramtha
da: Dio è in te, la Divinità dimenticata