In questo post parlerò della legge di risonanza, una tra quelle fondamentali dell’esoterismo e le sue implicazioni nei rapporti fra gli esseri umani e tutto ciò che li circonda. Dedicato a chi, nella gioia e nella sofferenza, scopre di avere ancora la forza di innamorarsi.
L’opposto di solitudine non è stare insieme, è stare in intimità
(Richard Bach)
La tradizione esoterica, nei millenni, l’ha definita con molti nomi: legge dei simili, oppure legge di “simpatia”. Più di un autore ne ha descritto il funzionamento, compresi diversi illustri maestri cabalisti.
La risonanza energetica è alla base della magia e di altre discipline moderne che lavorano con l’energia, (tra cui la radioestesia e la radionica), e consente all’uomo di connettersi con i piani più elevati di consapevolezza, unendo la propria coscienza al divino. Ma è anche il meccanismo che fa scattare l’innamoramento tra due esseri umani, non solo sul piano della personalità, ma anche su quello animico.
La risonanza tra l’Uomo e Dio
Il maestro cabalista Isacco il Cieco, vissuto a Narbona (Francia del Sud) a cavallo del XII e del XIII secolo, riteneva che: “Tutte le creature della terra sono sospese a delle potenze superiori e queste ad altre ancora che le sono superiori, fino alla Causa che è senza fine.”
In un altra parte della sua opera il concetto è meglio approfondito: “È una cosa ricevuta dai cabalisti di verità che le creazioni di questo mondo discendono dall’alto come lungo una catena, non vi è alcuna creatura che non abbia la sua potenza in alto, così lo esprimono i nostri maestri: “il più piccolo filo d’erba ha un astro in alto che lo scuote e gli dice: “abbi fede” (Gen. Rabbia 10:6).
E ancora: “Quanto all’uomo, egli attira una potenza più elevata e più interiore di tutte [le altre creature] e la sua anima intelligente è ben più limpida, in quanto non transita per un intermediario come le altre creazioni che appaiono vincolate: essa è emanata da una realtà più nobile della loro”. Dunque l’uomo avrebbe questa speciale risonanza, diremmo noi con linguaggio un poco più consono alla nostra epoca, che lo collega direttamente con la divinità. E in quanto tale egli viene definito nella tradizione esoterica, dall’ermetismo in poi, microcosmo, ossia universo che contiene in sé il macrocosmo. In L’Arte Ieratica dei Greci Proclo parla di una simpatia che permette all’uomo di attirare in basso la luce divina. Mosé de Leon, un altro cabalista successivo di un secolo a Isacco il Cieco, sosterrà che: “tutte le realtà del mondo qui in basso e tutte le sue realizzazioni prendono movimento e potenza a partire dall’alto (…) e quando si tocca una tale cosa in basso, la potenza che la patrocina in alto si risveglia“.
Dall’amore divino a quello umano
Nell’introduzione a questo post ho distinto il piano della personalità e quello animico. Per personalità intendo l’insieme del corpo fisico, delle emozioni e della mente inferiore (quella per intenderci con cui facciamo la spesa al supermercato) in un essere umano. Il piano dell’anima è invece quello dell’origine, della scintilla eterna che permea di vita il nostro esistere. Per chi, come me, crede nella reincarnazione, questa scintilla decide consapevolmente, di esistenza in esistenza, di costruirsi e “nascondersi” in un corpo in modo da poter affrontare, vivere e risolvere schemi energetici a livello fisico, emozionale e mentale lasciati indietro dalle incarnazioni precedenti. Lo scopo per l’anima è di sciogliere progressivamente i nodi creati dalla personalità lungo il percorso, aumentando la propria crescita, affinando via via la qualità della propria esperienza. Nel piano della personalità le dinamiche sono controllate da un principio di causa ed effetto, mentre in quello animico i fenomeni si richiamano l’un l’altro attraverso rapporti di analogia o, dal punto di vista energetico, grazie a un meccanismo di risonanza di cui mi sono già occupato nel post le potenti leggi della risonanza sottile, a cui rimando il lettore curioso.
La radice del vero innamoramento tra esseri umani
Questa legge opera anche tra umano e umano. A ciascuno di noi sarà già capitato di provare istintivamente una grande affinità nei confronti di una persona appena conosciuta, senza che ci sia un motivo concreto sul piano di causa ed effetto (quello di personalità). Magari al primissimo incontro quella persona non ci piace neanche, la giudichiamo negativamente nel suo aspetto fisico o per un suo atteggiamento, o per un determinato suo comportamento. Ma poi, magari, ci capita di approfondire la nostra conoscenza con questo essere umano e, dopo pochi scambi di parole, a volte solo di sguardi, quando si verificano quelle pause brevi tra un discorso e l’altro, scatta qualcosa che ci lascia sorpresi.
A mano a mano che l’incontro o gli incontri si moltiplicano e si approfondiscono, sensazioni di “familiarità”, di “già vissuto”, prendono spazio e si intensificano. Siamo ormai entrati in relazione. Malgrado le resistenze, gli avvertimenti e magari le paure della mente razionale, che poco o nulla può nei confronti di questo fuoco, all’improvviso o dopo poco, o magari dopo giorni o settimane, ci ritroviamo immersi nel bisogno di condividere la nostra esperienza quotidiana con quella persona, mentre una sensazione di assoluto che si completa prende sempre più forma dentro di noi a mano a mano che scambiamo momenti di vita insieme.
E’ la radice dell’innamoramento animico, il ritrovamento della propria anima gemella. A volte, purtroppo, la nostra anima gemella non è ancora pronta a stabilire una relazione con noi anche sul piano della personalità, completandola nei suoi aspetti emozionali e fisici, dato che sta ancora vivendo relazioni e affrontando situazioni di vita che fanno parte del suo percorso autodiretto. Ma la potenza della risonanza animica può tenerci per lungo tempo uniti a questa persona, nella speranza che finalmente un giorno si liberi e possa intraprendere un percorso con noi. Non è detto che in questa vita si possa intraprendere liberamente una relazione completa di tutti gli aspetti di cui umanamente abbiamo bisogno per poter raggiungere la completezza. Quel giorno potrebbe infatti non arrivare mai, e questa può essere fonte di grande frustrazione e, in definitiva, di sofferenza. L’unica soluzione per integrare questa esperienza nel nostro cammino evolutivo è la presa di coscienza necessaria e, direi, quasi doverosa, della discordanza fra risonanza animica e quella sul piano umano. Solo spostandosi a un livello di consapevolezza che vada oltre la sfera della personalità possiamo trovare le chiavi per la comprensione di questo meccanismo, finalizzato al completamento dell’evoluzione di ciascuna anima verso il ritorno alla Fonte, ove tutto è Uno ma anche dove non esiste né causa, né effetto, né evoluzione, né cambiamento.
(1) Estratti da Charles Mopsik, Les Grands Textes de la Cabale (Pratiques religieuses et efficacité théurgique Dans la cabale des origines au milieu du XVIII siècle), Verdier, Paris, Lagrasse, 1993, pp. 75-76.
Fonte: https://curiamoatlantide.wordpress.com/2015/05/06/il-diapason-delle-relazioni-umane/