Un codice segreto nascosto sotto gli affreschi della Cappella Sistina, voluto da Michelangelo per lanciare un messaggio attraverso la sua passione per il disegno anatomico e la sua attenzione maniacale per i particolari del corpo umano. Gli esperti americani di neuroanatomia Ian Suk e Rafael Tamargo (John Hopkins University School of Medicine). In uno studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista Neurosurgery illustrano come siano riusciti ad individuare nel pannello iniziale dell’affresco, quello che raffigura Dio, il disegno nascosto di un cervello umano. All’altezza della gola e del collo di Dio il disegno presenta delle irregolarità anatomiche e mentre il resto dei personaggi sono illuminati tutti a sinistra e dal basso, il collo di Dio è illuminato frontalmente. Quanto basta per porre un’attenzione particolare sulla parte. Sovrapponendo poi il particolare del disegno all’immagine di un cervello visto dal basso i due combaciano perfettamente. Per gli esperti nella parte centrale della tunica della figura si potrebbe nascondere anche il disegno di un midollo spinale.
Questa premessa per inserire la tesi di Giuliana Conforto dal libro “Il parto della vergine”, che trovo molto interessante.
Come e perchè l’uomo conosce?
Il problema accompagna la storia , è il perno centrale della “conoscenza” che, tuttavia, o lo evita o lo relega alla filosofia. Serve la coscienza, dimostra la fisica quantica che, come tutte le altre discipline, non sa che cosa sia. Saggi, poeti e artisti hanno dimostrato di saperlo bene, tanto da individuarne la base organica. Michelangelo, nella cappella sistina lancia messaggi in contrasto con i dogmi della chiesa. Dio dimostra entrambi i sessi, ha la barba e sinuose forme femminili, sulla sua veste, all’altezza dell’ombellico, una V simile a quella dipinta da Leonardo nella sua Ultima Cena e potrebbe indicare che la “separazione” tra luce e tenebre è una distinzione tra due diverse percezioni, la vista e la sensazione che l’uomo può unificare.
Secondo due studiosi, I.Suk e R.Tamargo, la V indica la biforcazione dei nervi ottici, mentre dalla gola si vede la base del cervello. Si tratta del così detto Codice Michelangelo che svela la natura organica del “peccato”
“Mangiare il frutto proibito dell’albero della conoscenza”, ovvero nutrirsi di bipolarismo.
Ciò significa usare una minima parte del proprio sistema nervoso centrale, cioè solo una parte dei neuroni.
I neuroni sono cento miliardi per ogni essere umano, tanti quante le galassie dell’universo osservabile e sono la base organica di una “conoscenza” che ignora il 99,99% della massa esistente.
Interagendo con il campo elettromagnetico i neuroni formano una “conoscenza” interessata alle immagini e alle apparenze. Un’altra porzione del sistema nervoso centrale è composta di cellule Gliali che hanno una toccante nota: non comunicano con la luce, sono nelle…tenebre. Fino a dieci volte più numerose dei neuroni, le cellule gliali svolgono funzioni cruciali ed essenziali per la conoscenza; presiedono al comportamento degli stessi neuroni, sono una sorta di gerarchia superiore che li nutre e li supporta. Per caso formano la nostra Mente Superiore?
Se è così sappiamo che non comunica con la luce ma con i movimenti. Le neuroscienze li hanno messi in evidenza con la Risonanza Magnetica Funzionale.