IL CODICE DEL CUORE è un libro delicato e magico nel quale convogliano e si condensano energie ed esperienze di autori e ricercatori internazionali. Un libro che ha le sembianze di un viaggio, un breve viaggio che si sviluppa in tre tappe distinte. Nella prima è narrata la storia iniziatica di un dodicenne, in un viaggio tra antiche culture e misteri sepolti, alla scoperta del “grande segreto”: un antico e potentissimo rituale capace di trasformare la vita delle persone. La seconda parte del libro è dedicata all’apertura del cuore e altre tematiche care agli autori. Dalla matrice divina alla forza creatrice della preghiera, un percorso verso la conoscenza di se stessi.
Infine nell’appendice finale, per la prima volta, i manoscritti degli antichi Maestri con i segreti e i metodi delle più efficaci vie di risveglio. Scritto da Riccardo Geminiani con la collaborazione di Salvatore Brizzi e con i contributi di Gregg Braden, che ha seguito attivamente l’ideazione e la realizzazione dell’opera.
Estratto dal libro
Lowell, 21 aprile 1998
Non ho resistito. Ieri sera ho ripreso a frugare nello studio del babbo. Ho trovato altre note sulla lotta tra i Sacerdoti della Luce e i Sacerdoti Neri. Ora ti dico. I Sacerdoti della Luce si rifugiarono sugli altipiani di Nazca, volevano evitare nuovi scontri, ciò che a loro più interessava era tramandare il grande segreto nei secoli. Escogitarono un modo molto furbo per farlo.
Così racconta il babbo: “Disegnarono dei geroglifici usando delle polveri ottenute mescolando detriti vulcanici al succo dell’azalea filiforme, una rara pianta che cresceva ai margini del torrente Amazco. Disegni e scritte lunghe chilometri e chilometri la cui forma era quindi osservabile solo dall’alto. Dal profondo del loro intuito sapevano che in futuro gli uomini avrebbero iniziato a spostarsi nei cieli, sempre più frequentemente, fino a quando il cielo sarebbe diventato l’unica via di movimento. E che quindi avrebbero visto quei geroglifici e quelle parole, che dal basso non erano visibili”.
Così fu. Nel 1939 un pilota dell’aviazione sorvolando quelle regioni vide una enorme parola tracciata per chilometri. Babbo parla anche di una vecchia foto che ritraeva la parola ma non dice che parola fosse.
I sacerdoti per essere sicuri che il grande segreto venisse diffuso utilizzarono anche un altro metodo. Dopo aver vissuto per anni a Nazca, si spostarono a Ica, dove realizzarono dei grossi vasi. Per deviare ogni sospetto utilizzarono tecniche antichissime e disegni rudimentali ma di una bellezza unica (così, scambiati per reperti storici, erano certi che sarebbero stati conservati). In questi disegni erano raffigurati gli elementi chiave del grande segreto.
Nel taccuino del babbo compare uno di questi vasi. Ha cinque immagini. In tutte c’è una bambina. Nella prima piange, nella seconda ride, nella terza entra in una porta, nella quarta gioca e nella quinta abbraccia il padre. Il significato è chiaro, scrive babbo. Per lui forse, non per me.
Babbo dice anche che i Sacerdoti della Luce erano molto abili a prevedere il futuro. E disegnarono nei vasi scene di avvenimenti che si sarebbero poi verificati nel corso dei secoli. “E così è stato. Le loro profezie si sono rivelate infallibili”.
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