IL DISEGNO
(NERO Cantica dell’Inferno – VERDE Cantica del Purgatorio – ROSSO Cantica del Paradiso
Numeri arabi: sequenza dei Canti nel Poema
Numeri romani: sequenza dei Canti in ogni singola Cantica)
Al mio cantuccio, donde non sento
se non le reste brusir del grano,
il suon dell’ore viene col vento
dal non veduto borgo montano:
suono che uguale, che blando cade,
come una voce che persuade.
Tu dici, E` l’ora; tu dici, E` tardi,
voce che cadi blanda dal cielo.
Ma un poco ancora lascia che guardi
l’albero, il ragno, l’ape, lo stelo,
cose ch’han molti secoli o un anno
o un’ora, e quelle nubi che vanno.
Giovanni Pascoli, L’ora di Barga
Una stella a otto punte, una formella di marmo che arriva dal Duomo di Barga che, probabilmente, ha affascinato Pascoli molto di più di quanto ci ha narrato. Duomo templare, duomo esoterico e pitagorico… di quali messaggi segreti e muti ha potuto arricchire un Poeta Orfico che gli ha dedicato la poesia di un’ora che non possiede un tempo? Con questo viatico torniamo al pitagorismo che fu di Pascoli, che fu di Dante: torniamo a cose che hanno molti secoli o forse un anno o forse un’ora, torniamo alla Sacra Dozzina, a quel 12 sacro che indica la via diritta agli iniziati raccogliendoli dentro lo smarrimento in una selva oscura per condurli al Risveglio e alla Verità.
Usando 12 versi per tre volte l’Alighieri disegna i cieli, criptandoli sotto il Poema, veramente tumulando nelle profondità del suo Tempio quei disegni che raccontano la reale didascalia del suo viaggio, dei quali peraltro torneremo a parlare, ma che già conoscono bene i Lettori di Stelle segrete e quiete.
Le avevo chiamate mappe tolemaiche quasi presagendo, e senza sapere perché, che davvero potessero contenere indicazioni per proseguire il viaggio, come fossero davvero mappe per cercare un tesoro. Il presagio si è avverato e sta per iniziare il secondo viaggio. E si parte ancora una volta da una domanda-bambina, da un semplice interrogativo: se con 12 versi, carissimo Dante, hai disegnato i cieli… che potrebbe accadere se raccogliessimo i Canti riordinandoli in Sacre Dozzine?
Il risultato della ricerca ha portato al disegno e che è il vero protagonista di questo libro, perché per spiegarlo ci vuole un libro intero.
Tu dici, E` l’ora; tu dici, E` tardi, voce che cadi blanda dal cielo… ma non ci serve la ferita del tempo umano che con lancette ci trafigge il cuore e che c’inchioda al presto e al tardi come in croce: lasciamo che le cose ci brillino in mano con la lentezza infinita dell’Essere, senza sospettare sotto i nostri piedi il precipizio del Divenire.
Lentamente andremo… perché ci attende l’Universo.
IL CERCHIO DELLA VITA
Il cerchio è la psiche dell’Universo
Pitagora
Non esiste in tutto l’Universo qualcosa che non possa essere riconducibile a un punto, a una linea, a un triangolo… così diceva Pitagora. Ma che dire del cerchio? Inarrivabile perfezione rinchiusa fra due immisurabili misteri: il suo centro – punto senza dimensione – e la sua circonferenza che non può mai giungere alla sua quadratura. Nel cielo di Giove, nel cielo della Geometria come si riteneva ai tempi di Dante, il dio olimpico regala ai mortali la consapevolezza preziosa del Limite… agli uomini che tutto possono contemplare, ma che non tutto possono misurare. Che dono raffinato se ancora conservassimo negli occhi tutti i nostri interrogativi dell’alba dei millenni… quando il respiro degli uomini ancora si espandeva al cielo in dimensione circolare raggiungendo le stelle e la Divina Ruota dello Zodiaco, e tutti i mortali racchiusi si sentivano dentro l’armonia delle sfere concentriche. Quando al Cerchio Infinito si consegnava il Tutto dell’Universo. Forse in qualche parte profonda di noi tratteniamo questa memoria.
Il Fiore della Vita è un Simbolo che accompagna da millenni gli uomini, un decoro, un amuleto, un gioco infantile del compasso, un modello dell’Infinito che ci abita, un ricordo di armonie… qualsiasi cosa sia ci accompagna e ci deposita al Cerchio. E al Cerchio necessariamente si arriva se ci si pone il problema di raccogliere 100 Canti in Sacre Dozzine.
Avremmo 8 dozzine (96 canti) con il resto di 4. Con questo unico dato numerico come potremmo giungere a tracciare uno schema che abbia una qualche corrispondenza con la complessa architettura del Poema dantesco? Potremmo risolvere con l’aiuto di Pitagora e del suo modello cosmologico: l’infinito Cerchio (ma sarebbe una sfera, e quindi stiamo parlando in proiezione piana) che contiene l’Universo e che nel suo centro contiene la Sacra Tetrade, il quadrato mistico formato dai 4 elementi – terra aria fuoco acqua – e che a sua volta contiene il punto dell’1: colui che sta nel mezzo delle cose, il punto dell’origine, l’unico istante del Tempo, il generatore del TUTTO. Oggi diremmo… l’inimmaginabile punto in cui è esploso il Big Bang. Un ottagono regolare inscritto in un cerchio è il primo traguardo che si raggiunge disponendo su ogni lato dell’ottagono 12 Canti. Amiamo questo disegno: ci ricorda la circolarità delle mappe tolemaiche, ma come si può costruire geometricamente la Sacra Tetrade – il resto di quattro – che dovrebbe stare al centro?
Ringraziamo Maria Castronovo per questo interessante articolo tratto dal libro La Stella di Barga.
Libri scritti da Maria Castronovo ed offerti gratuitamente al pubblico!
DANTE_E_LA_STELLA_DI_BARGA_prima_parte
DANTE_E_LA_STELLA_DI_BARGA_seconda_parte
STELLE_SEGRETE_E_QUIETE_CASTRONOVO
Maria Castronovo ospite sulla nostra WEB RADIO