Gli archetipi sono campi di energia psichica e nello stesso tempo unità di misura,
questo abbinamento può sembrare sconcertante
perché spesso chi percepisce quelli non sa calcolare queste e viceversa:
rari sono i pitagorici”.
Elémire Zolla
Noi esistiamo in questo corpo, questa mente, siamo questa persona perché, quando siamo venuti al mondo, ci siamo dati l’identità attraverso un pensiero che si è concretizzato attorno ad un serie di impulsi, energie e dinamiche. L’universo è l’insieme di tutte le energie e dinamiche, le vibrazioni e tutto il sentire, di tutti i sensi e significati che, esso stesso, si dà manifestandosi come realtà concreta che è questa, della Terra in cui viviamo e di chissà quante altre forme di realtà che ancora non conosciamo.
Molte altre forme di realtà già siamo, anche se non ne siamo consapevoli.
Sono le nostre dimensioni che esistono e sono in modo altro, oltre, dalla realtà materiale e fisica che sappiamo di essere.
Per cogliere le altre dimensioni che già siamo e viviamo, ma che ancora non conosciamo, abbiamo bisogno di attivare e riconoscere in noi chiavi, catalizzatori, porte che ci permettono di sapere che stiamo già sperimentando altro, già viviamo in altro, a livelli diversi dell’esistenza, del sentire, del pensare. E, in altri livelli di noi stessi, stiamo sempre bene, sappiamo sempre tutto, siamo innanzitutto ciò che ci serve per vivere pienamente questa vita sulla Terra.
Il quotidiano spesso, ancora non coincide con il nostro benessere, con la risposta ai nostri desideri.
Due sono le istanze da considerare: innanzitutto che il nostro avvertire dolore, avvertire la mancanza di persone – cose – eventi nella nostra vita, è un’illusione della mente e, solo quando riusciamo a collocarci, almeno per qualche istante, oltre l’illusorietà del reale, cogliamo che abbiamo sempre tutto ecco che, da questa certezza, pian piano, anche il soffrire, la mancanza, si aprono su un nuovo e più fecondo sentire di sé. Poi, spesso viaggiamo sul pensiero e, ancor più spesso, su pensieri e schemi trasparenti, siamo ciò che non vorremmo essere e lo sappiano, o non lo sappiamo. Come fare a renderci conto che siamo in uno schema che non corrisponde a ciò che oggi vorremmo vivere? Spesso pensiamo che è l’altro, sono gli altri a non darci ciò che pensiamo giusto per noi.
La verifica è questa: dentro e fuori corrispondono.
L’esterno è ciò che io mi sono creato per me, in tutto, non c’è niente e nessuno che interferisce su come creo la mia realtà. Quando questo è chiaro e assodato in tutta la sua pregnanza, possiamo cominciare a lavorare.
Così, ascolto la realtà, la leggo, l’osservo e mi dico:
Ciò che ho davanti o il vuoto che mi sembra di avvertire è ciò che io mi sto dando o non mi sto dando nell’esistenza. Solo questo c’è.
Comincio ad elencare, non ciò che vorrei e non ho, e presumo qualcuno, fosse anche Dio o il mio compagno/a di vita mi dovrebbe dare, ma ciò che ho davanti e lo faccio corrispondere al dentro di me:
Questo è quanto di me ho sentito e ho pensato. Quanto per me ho accolto e benedetto. Questo è quanto sono, abbondanza o riduttività.
Altro non c’è, nella dinamica e situazione di creazione, se non il mio essere creatore della mia realtà e le risorse che io so andarmi a cercare per renderla concreta davanti a me.
Questa è la strada per rendersi conto che solo in me devo guardare, solo in me devo andare a contattare e fare esperienza delle potenzialità e modalità del creare.
Abbiamo bisogno di imparare a cogliere le chiavi universali che abbiamo in noi, con esse ci siamo dati corpo ed identità, con esse ogni momento interagiamo con tutto l’universo.
Abbiamo bisogno di ritrovare la nostra storia di creazione, come ci siamo dati corpo e psiche, come ritrovare in noi questa dimensione dell’essere con-creatore di noi stessi. L’ebraismo chiama be-r?-’š?t, “in Principio”, l’Istante in cui l’essere viene all’esistenza. Ciò che noi stessi siamo e partecipiamo nel nostro essere con-creatori di noi stessi e del mondo.
La Vita, l’Essere, Dio, il Tutto, nella sua manifestazione, nel suo darsi all’esistenza si è proiettata fuori di sé dandosi, ad ogni manifestazione, un’espressione di se stessa.
Ogni espressione di sé che Dio, il Tutto s’è dato, è un archetipo….
Per gentile concessione dell’autrice che ne ha fatto omaggio a VisioneAlchemica l’articolo è tratto dal libro: Archetipi la danza della vita di Francesca Salvador
Per il libro: http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/miscellanea/archetipi-danza-salvador.html