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Gli Archetipi sono immagini, modelli, forme primordiali su cui plasmare la propria esistenza, attraverso cui riconoscere e forgiare i propri comportamenti e le energie che si muovono dentro se stessi. Attraverso la comprensione degli Archetipi riconosciamo anche le persone che ci stanno di fronte. Cambiano le nostre parole, le nostre interazioni, il nostro modo di approcciarci all’altro.

Nel racconto “Il Signore degli Anelli”, l’anello del Potere è rappresentativo di tutti gli anelli che incatenano l’uomo all’oscurità. Attraverso un processo catartico l’uomo rinasce, elevando la sua energia, nel pieno Equilibrio degli Opposti.
Gandalf (uomo, stregone): il Saggio – La Saggezza
Legolas (elfo): il Cavaliere – I nobili ideali – (il femminile)
Aragorn (uomo): il Guerriero – La virilità – (il maschile)
Gimli (nano): il Rude – Istinti primordiali e terreni (maschile)
Boromir (uomo): il Grezzo – Interessi e debolezze umane (maschile)

I 4 hobbit rappresentano vari aspetti e caratteristiche del bambino interiore (femminile/maschile con una dominanza femminile). Frodo è il bambino interiore che cerca di emergere e di maturare nel suo percorso, ha in sé i caratteri dell’innocenza, ma anche del desiderio e della volontá di continuare a portare il suo fardello: l’anello del potere. Sam, sebbene inizialmente possa sembrare quasi una comparsa, incarna la figura della madre premurosa e protettiva e anche quella dell’amico sincero su cui poter contare. Un lato molto femminile che in certi momenti quando impugna la spada sfocia nel maschile, nel Guerriero. Sam è talmente immerso nella sua missione che è incurante e non ha mai paura, mostra infatti coraggio e grinta fuori dal comune che risultano essere determinante in molti momenti. Gli altri due Hobbit Merry e Pipino rappresentano il gioco, la spensieratezza, l’incoscienza. Sono molto simili e si infilano in tante situazioni. Sono creduloni. Pipino fa degli errori grossolani, le figuracce che facciamo tutti.

Smeagol/Gollum è una delle figure più cruciali della storia, ma anche quella più problematica. L’anello lo ha talmente cambiato che si sono create dentro di lui due personalità distinte: Smeagol e Gollum che rappresentano due lati del nostro ego tra i più radicati nella nostra umanità: il vittimismo e la brama di potere in grado anche di uccidere pur di arrivare allo scopo. Questi due opposti vanno insieme, sono due facce della stessa medaglia: è un vortice discendente dato dal continuo dialogo della mente.

Smeagol: Vittima – Vittimismo
Gollum: Schiavo del Potere – Brama di Potere

Le 3 figure femminili
Galadriel : la donna elfo che supera la sua prova più difficile, quella di voler possedere l’anello per essere la donna più bella e più terribile tanto che gli uomini amandola, arriverebbero a disperarsi. Questo è un lato oscuro del femminile legato alla vanità e al narcisismo e si manifesta nel desiderio di adorazione. Anche a Gandalf viene offerto l’anello all’inizio della storia, ma lui rifiuta perchè si sarebbe manifestato un potere troppo grande per fare del bene. Insomma lui sarebbe diventato quasi come un Dio. Egli rinuncia a questo senso di onnipotenza. Mentre Boromir cede al richiamo dell’anello e cerca di prenderlo a Frodo, lasciando trasparire un lato tipico umano, riscattandosi solo con una morte gloriosa.

Eowyn: la donna guerriera che ha Fiducia in se stessa, nelle sue capacità, si ribella alle tradizioni e ascolta il suo sentire. Vuole difendere il suo popolo e per esso si batterà sino alla vittoria, mostrando in battaglia tutto il suo valore. Si invaghisce di Aragorn, perché di lui apprezza la sua stessa parte caratterizzante, quella guerriera. In realtà non c’è un sentimento vero tra i due e nel momento in cui Aragorn le ricorda che lei si è innamorata solo di un’idea, di un pensiero, lei aprirà il suo cuore all’Amore per Faramir.

Arwen: la donna elfo che sceglie di diventare mortale per Amore di Aragorn. È un personaggio che impersonifica la Fiducia incrollabile su ciò che sente il proprio cuore. Fiducia e Amore che si fondono insieme consentendo ad Aragorn di fare quel passaggio in avanti che gli consentirá di diventare Re. Il Femminile consente alla parte maschile del Guerriero e dell’uomo di ascendere. Alla fine, infatti, durante l’incoronazione, avviene questo ricongiungimento maschile-femminile. Gandalf, il Saggio, incorona Aragorn che poi riconosce con uno sguardo in Legolas un fratello e negli hobbit dei grandi eroi. Loro sono infatti la nostra parte bambina, una parte preziosa che dobbiamo onorare sempre, perchè è grazie a quella che riusciamo ad andare oltre le solite dinamiche.

L’equilibrio maschile/femminile è rispettato, anche se apparentemente sembrava che non lo fosse. Gandalf chiude il cerchio e riunisce tutti perchè la Saggezza non ha alcuna connotazione. La Complementarietà degli Archetipi è tale che la Compagnia risulta essere vincente, proprio in virtù della presenza di ogni risorsa necessaria. Nell’Unione ciascuno segue in parallelo anche il suo percorso individuale, per elevare la sua energia, l’Archetipo che lo contraddistingue.

L’ultima frase che chiude il film è quella di Frodo: Niente sará più lo stesso dopo aver vissuto simili esperienze che hanno segnato il percorso interiore di ciascuno. Il percorso della Consapevolezza non consente di tornare indietro, ma solo di andare avanti, guardando se stessi e il mondo con occhi diversi.

Fonte: ESSERE IL CAMBIAMENTO LINK

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