Per Bruno l’universo è un corpo unico, organicamente formato, con un preciso ordine che struttura ogni singola cosa e la connette con tutte le altre. Fondamento di quest’ordine sono le idee, principi eterni e immutabili presenti totalmente e simultaneamente nella mente divina, ma queste idee vengono “ombrate” e si separano nell’atto di volerle intendere. Nel cosmo ogni singolo ente è dunque imitazione, immagine, “ombra” della realtà ideale che la regge. Rispecchiando in sé stessa la struttura dell’universo, la mente umana, che ha in sé non le idee ma le ombre delle idee, può raggiungere la vera conoscenza, ossia le idee e il nesso che connette ogni cosa con tutte le altre, al di là della molteplicità degli elementi particolari e del loro mutare nel tempo. Si tratta allora di cercare di ottenere un metodo conoscitivo che colga la complessità del reale, fino alla struttura ideale che sostiene il tutto.

Tale mezzo si fonda sull’arte della memoria, il cui compito è di evitare la confusione generata dalla molteplicità delle immagini e di connettere le immagini delle cose con i concetti, rappresentando simbolicamente tutto il reale.

Riallacciandosi ad antiche tradizioni di pensiero, Bruno elabora una concezione animistica della materia, nella quale l’anima del mondo viene a identificarsi con la sua forma universale, e la cui prima e principale facoltà è l’intelletto universale. L’intelletto è il «principio formale costitutivo de l’universo e di ciò che in quello si contiene» e la forma non è altro che il principio vitale, l’anima delle cose le quali, proprio perché tutte dotate di anima, non hanno imperfezione.

La materia, d’altro canto, non è in sé stessa indifferenziata, un “nulla”, come hanno sostenuto molti filosofi, una bruta potenza, senza atto e senza perfezione, come direbbe Aristotele.

La materia è allora il secondo principio della natura, della quale ogni cosa è formata. Essa è «potenza d’esser fatto, prodotto e creato», aspetto equivalente al principio formale che è potenza attiva, «potenza di fare, di produrre, di creare» e non può esserci l’un principio senza l’altro. Ponendosi quindi in contrasto col dualismo aristotelico, Bruno conclude che principio formale e principio materiale benché distinti non possono essere ritenuti separati, perché «il tutto secondo la sostanza è uno».

Discendono da queste considerazioni due elementi fondamentali della filosofia bruniana: uno, tutta la materia è vita e la vita è nella materia, materia infinita; due, Dio non può essere al di fuori della materia semplicemente perché non esiste un “esterno” della materia: Dio è dentro la materia, dentro di noi.

Maria Castronovo

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