Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore,
con che cosa lo si potrà render salato?
A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

Mt 5,13-16

E’ innanzitutto indispensabile comprendere che l’uomo, al pari di ogni altra creatura, non esiste “a caso ” e non è libero di fare ciò che vuole. L’intera vita di un uomo rappresenta una delle innumerevoli tessere dell’inconcepibile mosaico che è il Piano Divino. La completa realizzazione interiore dell’essere umano coincide unicamente con la sua capacità di comprendere e di adeguarsi a tale Piano. Egli può anche esprimere il suo libero arbitrio disinteressandosi alla missione che gli è propria, ma, al di fuori del Progetto del Grande Architetto, l’uomo diventa una scheggia impazzita destinata a vivere soffrendo… e condannata a morire.
Ogni individuo, nascendo, eredita un destino personale che è direttamente connesso alla sua storia passata: questa è la « croce » che gli spetta di portare. Egli deve migliorare il suo carattere e sviluppare emozioni superiori, incontrando persone e vivendo situazioni che gli permettono al contempo di esaurire il suo karma. Parte della vita di ogni uomo sarà quindi orientata a portare a compimento le conseguenze delle azioni intraprese nelle esistenze passate, siano esse buone o cattive.
Ma, oltre alla sua personale « croce », ogni uomo dovrebbe assumersi la responsabilità di prendere su di sé parte del carico del mondo, contribuendo coscientemente, insieme ai suoi simili, alla realizzazione del Piano Divino. Nel Vangelo è scritto: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.” (Lc 9,23) Rinnegare se stessi significa smettere di pensare ai mille problemi legati alla propria personalità. Prendere la propria croce significa cessare di lamentarsi e di chiedere aiuto per la soluzione di questi problemi. L’uomo che prega i Maestri affinché questi lo aiutino a risolvere le sue difficoltà con il partner, i soldi, il lavoro… si sta rifiutando di prendere la sua croce. La vuole mettere sulle spalle di qualcun altro.
Sempre nel Vangelo è scritto: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero.” (Mt 11,28-30) Questo è un invito a partecipare al Piano Divino. Chi è affaticato e oppresso dai suoi crucci personali, sarà ristorato in seguito alla decisione di dedicarsi interamente, di « sacrificarsi » (=farsi sacro) a uno scopo superiore.
Il messaggio dei Maestri è: non occupatevi dei problemi relativi alla personalità – conseguenza delle mille sfaccettature del karma -, non sprecate energia nel pensare ad essi, dedicatevi invece con tutta l’anima a servire il Piano Divino; come conseguenza riceverete dall’alto fiumi di Gioia e Amore… e le vostre preoccupazioni si scioglieranno al calore del Sole. Chiunque abbia intrapreso la strada del « servizio » può testimoniare questo risultato. Egli è nel mondo, ma non è più del mondo.
Uno degli aspetti fondamentali del Progetto prevede la spiritualizzazione della materia. L’alchimista occidentale intende percorrere un processo di « imitatio Christi » che conduce alla redenzione della materia. Egli si apre alle forze del Cielo per consentire la discesa del Fuoco – lo Spirito Santo – nella carne; la sua carne e al contempo la carne del mondo, cioè la materia in senso più generale.
In antitesi a quanto usualmente si crede, il vero « potere » non abita nello Spirito, bensì nel Corpo, e quindi al Corpo si deve obbligatoriamente tornare per concludere l’Opera. Nel Corpo sono l’origine e la fine, nel Corpo è custodito il « segreto ».
fuoco 1
Durante la Piccola Opera – i Misteri Minori – cioè la fase ascendente del percorso alchemico, l’alchimista mette a tacere la natura inferiore (nigredo) e spicca il volo verso il Cielo (albedo), ma una volta giunto nel Regno dei Cieli deve proiettarsi ancora oltre, identificarsi con il Tutto, la Materia Prima, per discende a redimere e cristificare la carne (rubedo) – innalzandola (Grande Opera o Misteri Maggiori).
Si tenga presente che una piccola Opera al Rosso si verifica ogni qualvolta l’alchimista si identifica con l’Assoluto e permette al Fuoco di attraversarlo.
Gli atomi che, in tali occasioni, vanno ad aggiungersi al «corpo di gloria» in costruzione sono di due tipi:
a) quelli che, grazie ai nostri sforzi, hanno mutato la loro struttura, passando così dal mondo della personalità a quello dell’anima; (Albedo) (Piccola Opera)
b) quelli che, grazie al verificarsi di un’emozione superiore, discendono su di noi direttamente dal Regno dei Cieli. (Rubedo) (Grande Opera)
Infatti, tutte le volte che esprimiamo un’emozione superiore, stiamo aprendo un «varco» che permette allo Spirito dimorante nel Regno dei Cieli di riversarsi in noi.
Ci troviamo nel punto d’incontro fra Piccola e Grande Opera: quando la quantità di atomi trasformati raggiunge un certo livello (fase Albedo), l’emozione superiore che ne deriva ci consente di accedere a una fonte superiore (fase Rubedo).
Prima ci siamo distaccati dall’emozione negativa, iniziando a considerarla come un oggetto su cui lavorare. (Nigredo)
Poi siamo riusciti a trasmutarla in un’emozione di gioia. (Albedo)
Quindi ora ci spingiamo fino a “toccare” Dio, lasciandoci trasmutare dal Suo Fuoco. (Rubedo)
Il segreto per far discendere lo Spirito Santo risiede nel porsi completamente al Suo servizio col fine di soccorrere l’umanità, senza manifestare più alcun desiderio personale. È il desiderio del « suicidio occulto », l’annullamento del proprio Io nel Tutto.
Ciò può essere compiuto al meglio a partire dal momento della realizzazione dell’Opera al Bianco, poiché è proprio da quello stato di coscienza extracerebrale che l’uomo può fungere da perfetta Coppa del Graal pronta ad accogliere il Fuoco che scaturisce dal Centro del Sole.
 
Ecco quanto avviene nel corso di tale operazione magico/alchemica. Una volta tranquillizzati i cinque sensi del corpo, l’alchimista si dispone nello stato d’animo suscitato dal “sentire interiormente” le frasi evangeliche:
“Non sia fatta la mia, ma la Tua volontà.” (Lc 22,42)
“Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la Sua opera.” (Gv 4,34)
Egli si proietta verso il Cielo, accostando la sua coscienza a quella dei Maestri o a Dio stesso. Per fare ciò, oltre a rendere immobili i tre veicoli inferiori (fisico, emotivo e mentale), è indispensabile che “allinei” i centri superiori: il Cuore, la Gola, il Terzo Occhio e il Coronale. A tale scopo può immaginare una linea di luce che salendo lungo la spina dorsale li attraversa tutti fino a uscire dal centro Coronale, in cima alla testa, per collegarsi ai Maestri. Con il tempo, acquisita una certa abilità nel rimanere fermo in questo stato di meditazione, la coscienza dell’alchimista si ritira dai veicoli inferiori per essere rapita nell’anima.
Allora, in risposta a questa « invocazione », il Fuoco discende e invade i corpi sottili: dapprima agisce sui corpi mentale, astrale ed eterico, poi da questi può essere indirizzato verso il corpo di carne al fine di operare anche qui la trasmutazione. Ogni singola particella, fino all’ultimo atomo di calcio delle ossa, viene rimpiazzata da una nuova particella mediante un processo fisiologico misurabile scientificamente. La legge dell’Attrazione richiama atomi antichi, con una maggiore frequenza vibratoria, e respinge quelli più “giovani” e meno evoluti (Legge di Repulsione), obbligandoli a cercare altrove nuovi centri di attrazione. Così, mentre la coscienza si espande e ascende, altri atomi di un ordine più elevato e dimoranti sul piano spirituale rimpiazzano quelli vecchi. (si veda a proposito: “Il diario di un alchimista” di Douglas Baker)
Nella Grande Opera non avviene più una trasformazione degli atomi di cui sono composte le sostanze grossolane della macchina biologica, come accadeva nella Piccola Opera; si verifica invece la loro sostituzione. Ogni singola particella viene rimpiazzata da una nuova, appartenente alla sfera dello Spirito Santo.
Sostituire gli atomi, anziché mutare la struttura di quelli già esistenti nella personalità, rappresenta un’altra forma di «redenzione» della materia.
Post correlato: Amore e Alchimia – L’Apertura del Cuore
Post correlato: FUOCO ALCHEMICO – Irradiazione


Fonte: http://officinaalkemica.altervista.org

 




Loading...

Notice: ob_end_flush(): failed to send buffer of zlib output compression (0) in /home/kzjpxwtn/public_html/wp-includes/functions.php on line 5373