Questa è una storia che tutti i bambini si raccontano prima di andare a dormire, per ricordarsi da dove vengono e a cosa servono.

C’era una volta, in un tempo immobile, un mondo interamente ricoperto dai ghiacci. Tutti gli abitanti del pianeta, congelati in un giorno senza tempo, apparivano come statue bloccate nei movimenti che quotidianamente avevano svolto. Chi era stato colto nel sonno dormiva, chi mangiava mangiava, chi lavorava lavorava. Solo che non si rendevano conto di farlo per l’eternità. L’Indifferenza, sovrana del gelo, sedeva sul suo trono sul tetto del mondo ed osservava il suo capolavoro: un globo inerte che presto sarebbe precipitato in un buco nero senza fondo.

La Madre Terra era seduta all’interno del suo pianeta, e immaginava le stelle girare. Il futuro appena passato l’aveva costretta a rifugiarsi nel cuore del mondo, dove silenziosa continuava a battere la vita, nascosta. Sul suo volto si rifletteva il sogno di un mondo differente, su cui avrebbe regnato l’armonia, un mondo in cui gli uomini si sarebbero di nuovo presi cura di se stessi e degli altri.

C’era stato un tempo ed un altrove, in cui il mondo era apparso diverso da come appariva in quel momento. In quel tempo, la Terra aveva desiderato molto dei figli senza riuscire ad averne. Un giorno, ella si era arrampicata sul profilo del mondo, per affidare al vento i propri timori e le proprie preghiere segrete. Durante la discesa, le accadde di incontrare una vecchia cieca che filava seduta ad un bivio, con le spalle appoggiate ad un grande albero. “Ho sentito dire che vorresti avere dei figli” disse l’anziana donna. “E’ vero” rispose la Terra “Vorrei che qualcuno, dopo di me, guidasse il Mondo verso un futuro nato dai sogni degli uomini”.  “Ebbene” continuò la vecchia “Se mangerai di queste erbe che io ti darò, tu potrai generare due gemelli. Devi però sapere che, non appena saranno cresciuti, essi dovranno abbandonarti per decidere delle sorti del Mondo. Tu non potrai opporti, e dovrai lasciarli partire.” La Terra accettò di buon grado e strinse il patto con l’anziana donna. La cieca che la Madre aveva silenziosamente riconosciuto, altri non era che l’Eternità, che tutto sapeva dell’inizio e della fine dei tempi.

Ora che l’attimo del parto avrebbe dato origine ad una nuova vita e forse al cambiamento, si avvicinava, la pancia cominciava a pesarle. Chiuse gli occhi e tornò a pensare alle stelle ed il dolore le sembrò quasi sopportabile. Il fiume di lava che scorreva davanti ai suoi piedi avrebbe accolto la nuova vita e sarebbe stata la prima cosa che i gemelli avrebbero visto insieme al suo volto. Non fu difficile, solo faticoso. I due gemelli, un maschio ed una femmina, si alzarono in piedi. La Madre terra vide la pelle color del cielo e seppe che tutto era iniziato.

Passò un mese ed un giorno. I gemelli impararono dalla Madre tutto quello che c’era da sapere sull’amore e sulla loro presenza sul Pianeta. Con il passare dei giorni, i bambini conobbero dalla madre tutte le bugie, gli inganni e le antiche false credenze che la Gelida Indifferenza aveva chiamato al suo cospetto per ridurre il mondo in quello stato. Mano a mano che la Madre raccontava del futuro appena passato, la pelle dei bambini mutava, cambiando colore. Un giorno, i gemelli si spogliarono della vecchia pelle che rimase informe e senza colore sul terreno. Fu quel giorno che la Madre chiamò accanto a se i figli e disse loro: “ Voi siete stati generati per la salvezza del mondo e costituite l’ultima speranza per il Pianeta. Il tempo che mi è stato concesso dall’Eternità per darvi alla luce e crescervi è finito ed è giunta l’ora che io rientri nel centro del mondo. Voi soltanto potete far tornare in vita questo immenso paese congelato ed addormentato da se stesso ed io non posso né indicarvi la strada da seguire, né accompagnarvi lungo il cammino che conduce verso l’esterno. Il mio dovere è  tornare alla sorgente del fiume di lava, nel luogo in cui tutto ha origine, per nascondere e tenere al sicuro il cuore della terra.”
Ciò detto, la Madre diede loro le spalle e si addentrò nelle profondità del pianeta.

In un tempo che corrisponde ad un battito di ciglia, i gemelli decisero di partire. Si sedettero e iniziarono a cercare una soluzione per raggiungere la superficie del mondo. Mentre discutevano sul da farsi, il fiume di lava, rimasto muto fino a quell’istante, li chiamò per nome. Li pronunciò con chiarezza, uno alla volta. I bambini si avvicinarono spaventati e sorpresi al ribollire della lava. Essi conoscevano dai racconti della Madre la potenza del fuoco e si inchinarono timorosi sulle sue rive, chiedendosi come fosse possibile che si rivolgesse proprio a loro. Il fiume di lava disse: “Non abbiate paura, avvicinatevi. Lasciate che vi racconti. All’origine dei tempi la Salamandra, custode del fuoco eterno, fece un incantesimo per difendere il cuore della Terra. Essa predispose che nessun essere freddo potesse raggiungere il centro del mondo per minacciarlo e perché ciò avvenisse, lo isolò con uno strato interno di lava che non consentisse l’ingresso a nessuno se non alla Madre Terra nel caso in cui avesse dovuto nascondersi. Decise poi che soltanto chi  fosse nato sulle mie rive e avesse visto il magma al momento della nascita avrebbe ricevuto in dono la capacità di sopravvivere al calore e quella di poter generare calore ovunque volesse. Vi conosco e vi aspetto da sempre.” Poi si aprì per consentire ai gemelli di alimentare delle torce che avrebbero rischiarato la via durante il viaggio e disse loro che, per giungere ai confini del mondo sotterraneo, avrebbero potuto seguire il suo corso. Essi ringraziarono dunque il fiume e si misero in cammino.

Passò un mese ed un giorno ed i fratelli, stanchi ed affamati, raggiunsero l’ingresso che conduceva alla superficie del mondo. Salutarono il fiume che proseguì lungo un percorso nascosto, per proteggere lo strato interno del pianeta ed uscirono all’aperto. Il gelo che li accolse li assalì di sorpresa. Un vento glaciale, che secondo il volere della suprema Indifferenza sorvegliava la scorza del pianeta, li travolse. I due bambini, intimoriti, tornarono indietro e si addormentarono senza forze all’imboccatura dell’uscita.

Nel sonno profondo fecero un sogno. Apparve loro un’isola volante che vagava sospesa nel tempo e nello spazio. Sull’isola, poggiati, appesi, distesi, disposti secondo un criterio sconosciuto, stavano oggetti di cui i gemelli non comprendevano la funzione. Con gli occhi sgranati, rapiti dalla bellezza del volo, i due bambini abbracciati seguirono con lo sguardo il librarsi dell’isola, dalla quale fuoriusciva una voce che ripeteva loro “Visitate il cielo. Qui sono racchiusi tutti i sogni e le speranze degli uomini del pianeta congelato. I raccoglitori di sogni li hanno salvati impedendo loro di perdersi e li hanno condotti qui prima che il mondo sprofondasse nel sonno. Qui i sogni attendono che gli abitanti si sveglino, per tornare ad infondere la speranza nel mondo.” Nel sogno che non era solo un sogno, i gemelli riconobbero la voce della Madre Terra e per un istante sembrò loro di vederla indicare un pianeta diverso, così come doveva essere prima dell’arrivo dell’indifferenza. Poi, ponendo una mano sul viso di ciascuno dei due figli, sembrò che Lei dicesse: “Non cedete al sonno o verrete congelati a vostra volta. Non temete di non riuscire, potete essere gli unici a riportare i colori nel mondo.” Infine, nel sogno, la Madre batté la mani e d’improvviso un arcobaleno circolare seguì il profilo della Terra e tutti gli esseri umani gioirono nel vederlo.  La visione svanì ed i gemelli si svegliarono di soprassalto. “Abbiamo rischiato di dormire per sempre” disse uno dei due. “E’ora di andare”, disse l’altra, dandosi la mano, uscirono nuovamente allo scoperto.

Invocando la potenza del fuoco, iniziarono a sciogliere con le mani i ghiacci eterni. Mano a mano che il mondo riprendeva colore e forma, il cambiamento veniva notato dalle sfere celesti. Soltanto l’Indifferenza, certa del fallimento dei gemelli, sedeva impassibile sul suo trono. Gli abitanti dei pianeti vicini, videro l’acqua colare dal profilo del mondo e capirono che qualcosa di incredibile stava succedendo. I regni confinanti inviarono dunque sulla Terra dei Messaggeri che giunsero camminando, volando, rotolando, barcollando sui trampoli. Essi recarono in dono da parte dei loro Sovrani colori accesi, pezzi di luce, bolle di sapone e quanto di più prezioso fosse nascosto nell’Universo. I doni, accompagnati da lettere scritte in grafie incomprensibili che solo i bambini riescivano a decifrare, preannunciavano l’arrivo di Angeli che sarebbero accorsi sul Pianeta per sostenere i gemelli nella loro opera. Quando gli Angeli giunsero sul Pianeta, si assistette ad un miracolo. Scivolando silenziosi, essi si diedero a sciogliere i ghiacci. In tutti i punti in cui passava un angelo si sprigionava una musica armoniosa ed il ghiaccio si disfaceva in arabeschi sottili.  Il risveglio della natura precedette quello degli uomini. Al passaggio degli Esseri eleganti e delicati, i bambini videro spuntare dal ghiaccio fiori e piante che la neve sciogliendosi avvolse in un caleidoscopio colorato.

Mentre gli Angeli ed i bambini scongelavano i ghiacci, un grande fermento si impossessò del Pianeta Terra. Chi si era addormentato si svegliava, chi era stato sorpreso dal ghiaccio durante un movimento lo continuava e tutti, proprio tutti gli uomini, si sorpresero. Essi ritrovarono il contatto con la propria natura, meravigliandosi di poter provare sentimenti, di notare per la prima volta gli occhi e le fattezze di chi li circondava, di svolgere le attività più banali, di scorgere i colori del mondo.

L’Indifferenza intanto, sicura di se e del suo successo, non pensava che il risveglio potesse essere portato a compimento. Così, crogiolandosi nella sua presunzione, si addormentò e non si accorse che mano a mano che il mondo si scongelava, lei stessa si scioglieva, squagliandosi come neve al sole. Quando aprì gli occhi, era troppo tardi, le rotolarono via increduli, fissando un enorme arcobaleno che riempiva il cielo.

I bambini e gli Angeli, felici, abbracciarono gli abitanti della Terra e donarono loro un cibo speciale, che avrebbe permesso a lungo di mantenere il calore all’interno delle anime. Ebbe così inizio un banchetto a cui tutti parteciparono, condividendo ciò che avevano riscoperto dal momento del risveglio.  Fu a quel punto che si sentì un gran fragore. Da una spaccatura della superficie tutti videro la Madre Terra emergere dal centro del pianeta, abbracciare i suoi figli, danzare con gli Angeli e sorridere finalmente e di nuovo, alle stelle.

Francesca Bogliolo

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