La ferita da tradimento, maschera del controllo è un articolo ispirato al libro “Le cinque ferite e come guarirle” dell’autrice canadese Lise Bourbeau. Il presente articolo non viola il copyright internazionale contenendo una percentuale estrapolata dal testo originale inferiore al 20%. Alcuni dei concetti espressi sono tratti dal suddetto libro di cui vi consigliamo l’acquisto, nel caso in cui troviate le descrizioni appropriate.

 

Intro: Creazione delle ferite e delle maschere

Secondo l’autrice canadese Lise Bourbeau, tutti, venendo al mondo su questo pianeta, abbiamo la stessa missione, quella di vivere le esperienze che ci siamo scelti, fino ad accettarle e ad amarci attraverso di esse. Per questo motivo, prima della nascita, abbiamo deciso quali ferite emozionali venire a risolvere in questa vita. La complicazione avviene alla nascita, poiché il sistema si resetta temporaneamente e noi dimentichiamo quali ferite abbiamo scelto di rielaborare. Ne consegue che quando ci troviamo di fronte al dolore che esse ingenerano, indossiamo una maschera con lo scopo di proteggerci e questo ci impedisce di vedere tali ferite.

La presa di coscienza che segue il riconoscimento della maschera, ci permette di rientrare in contatto con il dolore originario della ferita, per poi risolverla. Noi siamo in accordo con le teorie della Bourbeau e in questa serie di articoli ti illustriamo brevemente le caratteristiche di ognuna di queste cinque ferite, associando differenti fiori di Bach ai differenti momenti di consapevolezza. I fiori suggeriti vanno quindi vagliati singolarmente per ogni persona, poiché la medesima ferita può avere in persone diverse, echi diversi, con bisogni diversi e fiori diversi. Il presente articolo contiene solo suggerimenti “da personalizzare”.

I fiori sono suggeriti utilizzando il metodo delle sigle (Es.: CLE=Clematis). Cliccando su ogni sigla, vieni rimandato alla scheda completa del fiore, presente sul sito. Ovviamente, parlando di ferite e di maschere, ci sarà un momento, durante il percorso terapeutico, in cui la persona dovrà assumere Star of Bethlehem (SBE) per risolvere la ferita e/o Agrimony (AGR) per riconoscere e gestire la maschera, e questo vale per tutte le ferite.

La ferita del tradimento si risveglia tra i due e i quattro anni, quando si risveglia l’energia sessuale e tendenzialmente è vissuta con il genitore di sesso opposto, che incarna il tradimento, è lui (o lei) il traditore, in pratica … (nella percezione del bambino).

Questo significa che il genitore tradisce (in vari sensi) la figura del bambino che invece sta investendo la propria energia proprio su di lui per sedurlo, ovvero, nel linguaggio del bambino, ottenerne l’approvazione.

La Bourbeau, infatti, nel testo, riconduce la ferita del tradimento al dilemma del complesso edipicoche, di fatto, sancì la separazione tra Freud e Jung. Noi ci riferiremo, più avanti, al narcisismo.

Nella visione Freudiana, il bambino prova, a partire dal terzo anno di età, attrazione sessuale per il genitore di sesso opposto.

Attrazione mista a repulsione, perché rifiutata come tabù.

Contemporaneamente proverebbe odio per il genitore dello stesso sesso, visto come minaccia, come colui che porta via l’amore totalizzante che il bambino desidera.

Freud tornò più volte sulla definizione di Edipo, modificandone i contenuti, ma sempre basando il sproprio ragionamento sull’idea che il bambino avesse fantasie sessuali nei confronti del genitore.

Jung si oppone a questa teoria, e ritiene invece che il desiderio incestuoso che sta alla base della vicenda edipica non vada inteso letteralmente e quindi sessualmente. Come egli dice, il desiderio di congiungersi alla madre è il desiderio dell’individuo di ritornare alle proprie radici per rinascere rigenerato a nuova vita e quindi è un desiderio di trasformazione. Il desiderio incestuoso da questo punto di vista acquista quasi il significato di un battesimo, di un’iniziazione alla vita spirituale oltre il concretismo di cui l’interpretazione meramente sessuale della vicenda è essa stessa sintomo e che blocca l’individuo nella vicenda ripetitiva dell’Edipo che fa invece la nevrosi.

Quanto amo quest’uomo.

Che visione aperta.

Il bambino in realtà, essendo un essere spirituale incarnatosi, e consapevole, fino a quel momento, di provenire da uno spazio infinito, appena avverte la scissione interiore che è propria del conoscere gli oggetti, ricerca la completezza nell’opposto.

Il mito di Edipo

In realtà il mito di Edipo è molto più complesso perché presuppone la responsabilità delle azioni dei genitori di Edipo, ovvero di Laio e di Giocasta.

Laio riceve una predizione dell’oracolo di Delfi, in cui viene detto che il figlio lo avrebbe ucciso e sposato la madre Giocasta.

Allora Laio scaccia Edipo, forandogli le caviglie ed esponendolo alle bestie in una foresta.

Quando Edipo ucciderà suo padre Laio, non sa che egli è suo padre né che Giocasta sia sua madre, quando la sposa.

Questo ci porta a capire che in realtà, le colpe dei genitori ricadono sui figli e che come diciamo sempre noi, il nucleo famigliare è una triade interconnessa, il cui destino del singolo è mutuale a quello degli altri membri della triade stessa.

Oggi noi sappiamo che il destino è l’insieme delle azioni di tutti e non del singolo, quindi il povero Edipo, visto sempre come l’indiscusso protagonista della vicenda, non è che un comprimario, la cui responsabilità è quella di voler conoscere le proprie radici e liberarsi dei traumi e delle ripetizioni insite nell’albero genealogico, e questo è lo scopo delle nostre Costellazioni Floreali®.

 

Il complesso di Edipo

Quindi bisognerebbe parlare di Complesso di Laio e di Giocasta, più che di Complesso di Edipo, poiché in realtà il destino che si è reso manifesto, proviene principalmente dalle scelte prive di consapevolezza del padre e della madre. Se Laio e Giocasta si fossero opposti all’oracolo, la storia sarebbe andata diversamente.

Ma pur se la Bourbeau si affida a questo concetto per spiegare la ferita da tradimento, noi pensiamo più a una visione Junghiana e tendenzialmente a una questione di responsabilità dei genitori, essendo loro i caregivers, e se i genitori non sanno fornire il giusto apporto di cure amorevoli al figlio, il problema è prima loro che del bambino.

Un altro psicanalista che ci verrà in aiuto per chiarire la questione del tradimento è Heinz Kohut, caposcuola della “Psicologia del Sé”, nonché fautore dei concetti di “Sé Grandioso” e “Oggetto Sé Grandioso”.

Nel Sé Grandioso, il bambino crede che tutto il mondo sia un suo prolungamento e che lui è il centro del mondo, ne è il padrone assoluto. Il suo Sé si espande in tutte le direzioni.

Questo avviene perché non ha ancora subito il trauma della separazione che ridimensionerà tutto il suo modo di sentire.

Quando questo avverrà, egli percepirà la sua finitezza e allora si rivolgerà al secondo schema: l’Oggetto Sé Grandioso, in cui  sentirà di essere nulla, se non una parte di un altro Sé totale, in cui si identifica.

E qui inizierà a cercare le cure genitoriali, affidandosi alla protezione di un essere (il genitore) visto come immenso, grandissimo e capace di colmare quella percezione di vuoto, di paura che il bambino prova di fronte al mondo.

 

Cosa può succedere in questo contesto?

Che il bambino entri in conflitto con una delle due figure genitoriali che sembra privarlo di quella protezione totale che chiede.

Inoltre, non appena il bambino comprende che è stata un’interazione sessuale a generarlo, e quindi una coppia di opposti, metterà inconsciamente in moto la sua energia sessuale per entrare in relazione con il genitore di sesso opposto.

Qui si aprono finestre troppo numerose per essere enumerate tutte: la differenza tra i sessi del bambino coinvolto, la differenza di natura del genitore maschile e femminile, la sua capacità di apportare cure amorevoli, etc.

Quello che ci interessa per parlare della ferita da tradimento è che l’energia del bambino è rivolta in questo caso alla figura genitoriale di sesso opposto che non è disponibile per accoglierlo.

Il bambino quindi, attraversando la fase narcisistica, si espone, investe la propria energia per essere riconosciuto dal genitore che, invece, non vede o addirittura sminuisce gli sforzi del bambino.

Il genitore del bambino che vive il tradimento ha, a sua volta, bisogno di attenzione.

Questo fa si che egli si serva della seduzione per attrarre il bambino quando ne ha bisogno, per poi “dimenticarsene” quando non gli serve più.

Quindi il padre seduttivo che attrae il bambino per mettere in mostra il proprio ego è AGR, maschera sociale. Si presenta bene nascondendo i conflitti, facendo vedere solo i lati positivi, volendo inconsciamente raggiungere l’ideale di padre super eroe, per non vedere la propria bassa autostima, che non sa affrontare e che riconduciamo a LAR.

Il modello maschile prevalente è quindi AGR-LAR, con le conseguenze depressive che ti invito a leggere in questo articolo.

Quello femminile della madre possessiva, invece, parte dal vuoto CHI, cioè dalla sensazione di non aver ricevuto sufficiente amore, che innesca possessività, cioè bisogno di attrarre a sé il figlio con delle manovre volte al conservarne l’affetto e averlo a disposizione quando necessita.

Facendo questo, tenda anche a sminuire il padre, se non, a volte, ad ignorarlo del tutto, è più sarà così e maggiori saranno le difficoltà nel risolvere la ferita e riportare equilibrio nella visione del maschile e del femminile.

 

Il genitore che sminuisce il figlio

Il Genitore che tradisce quindi è un genitore narcisista e dato che, come dice Scardovelli, la personalità narcisista e quella depressiva sono personalità trasversali, è plausibile pensare che questi comportamenti si intersechino nella struttura caratteriale del genitore che tradisce, propendendo ora per uno, ora per l’atro atteggiamento, innescando nel bambino tradito, la percezione dell’inaffidabilità del genitore stesso e se questo gesto ha picchi CHP molto alti e perdura nel tempo, darà adito nel bambino ad un comportamento SCL, come ho spiegato in questo articolo.

Il tradimento genera quindi nella psiche del bambino, la convinzione di non potersi fidare della figura genitoriale

La Bourbeau, parlando del tradimento, insiste sull’espressione della forza, ovvero il tradito usa la forza per imporsi su sé stesso e soprattutto sugli altri, in modo far emergere la propria superiorità. Questo tratto dichiaratamente BEE, ci spinge a vedere nel controllore un narcisista a sua volta, che ha appreso a mascherare la tristezza MUS sotto alla superficie BEE per isolarsi dagli altri e difendere così la propria natura LAR colma di inferiorità.

In fondo il bambino che diventa adulto controllore, è un bambino che non è stato guardato quando ne aveva bisogno e che usa la rabbia, la superiorità, per mascherare la tristezza derivante dal proprio senso di inferiorità per non essere stato guardato.

La presenza di LAR è evidente dal fatto che il controllore non sopporta i rimproveri, poiché sente in essi un chiaro rimando alla sua incapacità, e questo è un tipico lato LAR.

 

La triade: BEE – MUS – LAR

Ovviamente il trattamento floreale (che differisce dalla somministrazione floreale) non prevede l’utilizzo aprioristico di queste essenze, ma il seguire le esigenze del cliente che le porta in consulto. Infatti, come ho detto più volte anche in questo articolo, il trattamento floreale è come sbucciare una cipolla, strato dopo strato, finché arriviamo al centro.

E scopo del trattamento con il controllore, guarda un po’, è fare cadere il controllo.

Ma fare cadere il controllo, per il controllore, equivale a tornare a percepire quel grande dolore da rifiuto che ha provato quando era bambino e a cui ha reagito con rabbia, per evitare l’immensa tristezza che aveva dentro.

Il controllore quindi si sta rivalendo sulla società per l’invisibilità di cui ha sofferto nel nucleo familiare.

La differenza tra la persona che vive il rifiuto (in questo articolo) e quella che vive il controllo, è nella reazione. Il primo vive l’estraneazione, il secondo, la rivalsa, che è BEE, ma che porta verso VIN, il fiore della vite, che rappresenta il vero e proprio controllo, proveniente dal distacco del sentire.

Così la diade per ammorbidire la corazza del controllore è costituita da BEE e VIN, permettendogli il primo di comprendere che gli altri non sono a sua completa disposizione, e il secondo ad accedere ai sentimenti di tenerezza del cuore.

Questo farà emergere la tristezza MUS e lì ci sarà bisogno del terapeuta per sostenere il processo in corso che è sempre difficile poiché il controllore passa dalla posizione esistenziale IO + TU – a quella IO – TU +, e in questo percorso le difficoltà sono molte proprio perché si distrugge l’auto immagine per accedere al sentito, come spiego in maniera molto ben approfondita nel corso Gestire le Emozioni di cui puoi scoprire QUI i contenuti.

L’avere coperto per tutta la vita la percezione di inferiorità con una maschera di supremazia è ovviamente la difficoltà intrinseca di vivere la ferita da tradimento che, ancora dipendente dal pensiero infantile che vuole gli altri come prolungamenti di sé, aspira a controllare l’agire degli altri, senza rendersi conto che ognuno segue i propri bisogni e che lui, in fondo, è un bambino talmente debole, da pretendere che siano gli altri a soddisfare i suoi.

Proprio come avrebbero dovuto fare mamma e papà.

 

I fiori per chi si occupa eccessivamente del benessere altrui

Bach sapeva questo quando creò la categoria di fiori per chi si occupa del benessere altrui, inserendovi CHI, BEE, VIN, tre fiori che possiamo di certo considerare utili al nostro scopo, proprio come una giovane piantina si inserisce alla perfezione in un portainnesto.

Lo sforzo che il terapeuta conosce benissimo e che il cliente dovrà fare, e non tutti sono pronti a farlo, sarà proprio quello di rinunciare all’ego che domina per accedere alla parte sensibile rifiutata e/o manipolata dal genitore che è la verità personale intrinseca di quella persona e da lì, ricostruire un Sé essenziale.

Ogni occasione di rifiuto o di abbassamento dell’ego del controllore, verrà vissuto come offesa personale ai massimi livelli e innescherà nuovamente la percezione dolorosa della ferita.

Per questo è difficile lavorare con il controllore, perché la sua reazione, la sua difesa è molto alta.

E il portare all’eccesso questa difesa guardinga, spinge verso il non potersi fidare proprio di nessuno, e questo è il nucleo della struttura paranoide, in cui la persona vede tranelli e tentativi di soggiogamento in ogni relazione.

Con questo accento, sarà ancor più difficile, si aggiungerà HOL, ma ci sarà tutto il lavoro sulle credenze negative da  affrontare.

Tuttavia, la persona che voglia usare questo articolo per iniziare a lavorare su di Sé con i fiori per la ferita da tradimento, può iniziare ad ascoltarsi mentre legge la definizione dei fiori citati e somministrarseli per non meno di 5-6 mesi, valutando la situazione e quindi cambiando i fiori ogni mese, senza nel mezzo, alterare continuamente la somministrazione. Se questo avviene, considerare di includere SCL per un periodo di 6 mesi.

MAX VOLPI

I precedenti articoli

“Il rifiuto dei genitori e la maschera del fuggitivo” lo trovi QUI

“L’Abbandono e la maschera del dipendente” lo trovi QUI

“La ferita da umiliazione, maschera del masochista” lo trovi QUI

Fonte: https://ifioridibach.com/blog/ferita-da-tradimento-maschera-del-controllo/

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