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Prendendo spunto da un bellissimo articolo di Andrea Panatta che potete leggere cliccando sul seguente link: Portatori sani di un “Ego Spirituale”, sento l’esigenza di dire la mia e provare a portare un po di chiarezza laddove regna il caos riguardo ad argomenti tanto in voga come spiritualità e non giudizio.
In questi ultimi anni c’è stato letteralmente un boom riguardo l’interesse per tematiche legate a crescita, spiritualità, miglioramento personale e naturalmente – in totale coerenza con le leggi di mercato – all’incremento della domanda ha fatto seguito un’esponenziale aumento dell’offerta, tanto che partecipare ad ogni sorta di convegno o seminario su argomenti cosiddetti spirituali è divenuta una delle principali occupazioni di una buona fetta di quelle stesse persone che una volta occupavano il proprio tempo libero andando al cinema, allo stadio, o più semplicemente al bar della piazza.
Beh, cosa c’è di male direte voi? Significa che le persone si stanno svegliando, che finalmente hanno compreso l’importanza di un cammino di crescita personale e di risveglio della coscienza rispetto ad altre attività di dubbio valore.In parte potrebbe essere così, se non fosse che in molti casi ci si accosta a quello che avvertiamo come un nuovo stimolo con le stesse modalità attraverso le quali facevamo tutto il resto. Sostituiamo l’identificazione col partito politico o con la squadra di calcio con la nostra nuova filosofia, la nostra nuova religione, il nostro nuovo “credo”, finendo spesso per giudicare quella che fino a poco tempo prima era stata praticamente la nostra più alta ragione di vita, nonchè tutti coloro che a nostro modo di vedere non hanno compiuto il grande salto così come abbiamo fatto noi.
Detto in altre parole, stiamo in pratica sostituendo l’abito col quale ci manifestiamo nel mondo con un altro che ci aggrada maggiormente, abbiamo ampliato il guardaroba della falsa personalità e ora possiamo vantare una maschera in più rispetto a prima e poco importa se non un passo in più è stato mosso in direzione della conoscenza di ciò che siamo in realtà. Alla mente di superficie, quella continua voce nella testa che ti fa credere costantemente di essere te, piace mischiare le carte di tanto in tanto per non destare sospetti, per alimentare l’illusione di non rimanere fermi, producendo quella tensione di fondo che serve a rimanere ben saldi all’interno della trappola grazie alla convinzione di averla superata.
Va tutto bene, non sto giudicando a mia volta questo tipo di atteggiamento, fa tutto parte del gioco…si tratta di una precisa tappa che all’inizio va semplicemente subita, poi attraversata, smascherata, osservata, accettata ed infine trascesa. Ne stiamo parlando per metterla in evidenza e dare modo a chi vi si riconosce di poter usufruire di uno strumento di consapevolezza in più del quale magari prima non disponeva.Sembra paradossale, ma il più delle volte la ricerca è una prerogativa della mente stessa, che – come detto nel post precedente Dentro di me non c’è nessuno – non è mai soddisfatta di ciò che esiste nel momento presente, ed ha costantemente bisogno di stimoli esteriori che ne plachino la sete. Un continuo gioco di scatole cinesi all’interno del quale non si giunge mai davvero da nessuna parte.
Non importa quanto sia nobile l’idea con la quale ci identifichiamo, finchè siamo nella mente stiamo comunque dormendo. Il risveglio è totale libertà e indipendenza dal contenuto della mente stessa, è vivere nella piena consapevolezza di non essere tutt’uno con i propri pensieri automatici, percepire chiaramente la coscienza che c’è alla radice di ogni processo di creazione/percezione al di sopra del pensato. Fagocitare compulsivamente informazioni sul risveglio come fossimo al Mc Donald dell’esoterismo non fa che mantenerci separati e illusoriamente lontani da quello stato che è già presente in noi qui e ora, poichè connaturale all’intima predisposizione di cui l’uomo è costituito.
In ultima analisi si tratta di abbandonare la consueta modalità di ricerca sul piano orizzontale per cominciare a spostarci verso l’alto, osservando il movimento da una prospettiva di quiete, ascoltando il rumore da una condizione di silenzio, sciogliendo così l’attrito prodotto tra ciò che è e ciò che vorremmo che fosse.
Sia del tutto chiaro che non sto proponendo in alcun modo di fare qualcosa di diverso rispetto al solito, sto dicendo semmai di chiarire bene a se stessi le intenzioni e le modalità del proprio fare, che è qualcosa di ben diverso. Siamo abituati a valutare tutto sulla base della quantità, ora si tratta di spostare il focus sulla qualità delle nostre attitudini senza l’ossessione dei risultati.Quando smetteremo di sentirci in competizione con noi stessi, quando cominceremo ad avvertire la pace al di là di ciò che accade nel tangibile avremo la misura del nostro avanzamento…e il bello è che non ce ne fregherà più niente!
Roberto Senesi

“Non cercate la troppa allegrezza nè la troppa tranquillità; la ricerca che ne farete è pur essa una pena ed un ostacolo alla quiete.”
Confucio

Fonte: http://www.robertosenesi.it/news/essere-al-di-la-del-fare/
Roberto Senesi sarà ospite della nostra WEB RADIO martedì 16.02.2016 alle ore 21.21

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