Dermoriflessologia, la placca della madre è una piccola porzione circolare di pelle che possiamo stimolare in vari modi per connetterci con gli aspetti inconsci del rapporto con nostra madre.
Come contrappunto a questo lavoro di crescita personale, qualche mese fa, abbiamo pubblicato la placca del padre. LA TROVI QUI.
I genitori sono i pilastri dello sviluppo del pensiero per ogni creatura vivente.
Il loro esserci, non esserci, esserci a tratti, con i pregi, ma soprattutto i difetti, plasma in noi una parte di pensiero che domina la vita poiché domina il pensiero.
Una grande parte delle energie di crescita personale dell’essere umano, dovrebbe essere indirizzata a liberarsi dalle reazioni ai modelli di attaccamento appresi dai genitori. Questo NON vuol dire farsi una famiglia, dei figli, un lavoro ad esempio andando contro il volere dei genitori, NO, questo non è liberarsi. Liberarsi significa smettere di reagire.

Dermoriflessologia – la placca della madre

Dermoriflessologia, la placca della madre ci aiuta a sciogliere i condizionamenti appresi inconsciamente dal modello familiare femminile, guidandoci verso una ristrutturazione del pensiero, in modo che questo possa aprirsi ai dettami dell’Anima.
Molti mi chiedono delucidazioni su questo che apparentemente sembra andare contro al legame familiare più importante che abbiamo, quello materno. E se per le persone che hanno subito traumi in seno alla famiglia, questo può sembrare liberatorio, per molti (tutti gli altri) che percepiscono un sentimento positivo nei confronti della madre, questo a volte può apparire contrario alla naturalezza della vita.
Sembra che io voglia distaccare i figli dai genitori, privarli di quel sottile filo di ricordi, scene vissute, contatti graditi, tanto amore, anche se questo amore a volte tarpa le ali.
Io vedo creature stupende che si auto-impongono limiti enormi rimanendo intrappolate nel bisogno di approvazione materno che non arriverà mai, nella ricerca di un certo tipo di contatto che la madre non sa dare, nel cercare di manifestare le proprie idee, tendenze personali, che invece non fioriscono perché le convinzioni della madre sono di altro tipo.
“Ma io voglio bene a mia madre, non voglio vederla soffrire!”
“Non posso farle questo, sai che casino verrebbe fuori?”
“Sta diventando anziana, non posso fare come voglio!”
Queste sono solo alcune delle frasi che sento pronunciare a trentenni, quarantenni, cinquantenni in erba, che non riescono a liberarsi dalla lealtà inconscia che provano nei confronti di chi li ha messi al mondo.
E finché queste persone non prenderanno coscienza che è una loro responsabilità sconfiggere questo demone che alberga in loro, per loro non sarà possibile cambiare davvero.
C’è una cosa che queste persone non riescono a vedere:

per le nostre madri la cosa più importante è vederci felici.

Lo sviluppo dell psiche ha preso però una strada diversa. Quando eravamo bambini, le nostra madri, credendo col cuore di doversi prendere cura di noi (perché eravamo indifesi), ci hanno trasmesso il loro modo di agire che ha dato un imprinting forte, ma che spesso non corrisponde a ciò che avremmo fatto noi se fossimo stati liberi di scegliere.
Segui bene questo passaggio.
La mente inconscia considera questo imprinting come “giusto” perché viene da chi ci nutre, lava, veste, da i soldi per la merendina, accompagna a scuola. Questo modello copre la libertà personale che ci guiderebbe invece a soddisfare i bisogni dell’Anima.
Come vedi, non stiamo parlando di traumi, madri depresse, inesistenti, né di tutte quelle condizioni considerate “patologiche” dalla medicina ufficiale e per le quali si richiede un intervento terapeutico qualificato.
Stiamo semplicemente parlando di sviluppo all’interno di un nucleo familiare “normale“. Negli anni ne ho viste a centinaia di persone “apparentemente sane” con un legame materno irrisolto. Io stesso ne ho sofferto per molto tempo.
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Dermoriflessologia – la placca della madre – struttura

Partiamo dallo schema qui sopra. Come abbiamo detto più volte, una delle funzioni della madre è di fungere da contenitore per la dimensione emozionale del figlio. Questa dimensione, ovviamente ancora in embrione, contiene anche la psiche transpersonale, quella che mira allo sviluppo completo dell’individuo e che va ben oltre i legami familiari.
Il termine transpersonale applicato alla psicologia, sembra essere stato utilizzato per la prima volta da Roberto Assagioli, il creatore della psicosintesi ed in seguito da Gustav Jung. Esso sta ad indicare quelle aree della realtà psichica che si estendono oltre l’identificazione con la personalità individuale. (cit. Wikipedia)
Essendo noi creature spirituali incarnate per fare un viaggio terreno ed apprendere attraverso la materia, siamo stati dotati di genitori che provvedessero a noi finché non ne saremmo stati in grado. Nelle culture tradizionali, lo sviluppo completo dell’essere umano avviene allo scadere del 28° anno di età. Nel mondo occidentale dobbiamo scontrarci con ferite emozionali di ogni tipo e questo spesso preclude uno sviluppo completo.
Il bambino associa inconsciamente lo sviluppo delle qualità transpersonali agli affetti materni, ma questo sarebbe vero se la madre fosse un essere umano completamente sviluppato in termini di psiche superiore, ma come possiamo facilmente notare, non sempre è vero.
Torniamo allo schema: la “madre contenitore” indirizza il “figlio inconsapevole” verso quelli che LEI CREDE ESSERE le scelte giuste; ma se la madre non ha uno sviluppo psichico transpersonale, le sue scelte sono deviate e, per via dell’Imprinting, vengono trasmesse al figlio.
Risulta evidente che l’educazione diventa un ostacolo allo sviluppo della psiche transpersonale dell’essere umano e, come tale, va rielaborata per essere superata.
Il nostro corso che ti porta a lavorare sui legami familiari si intitola “Sei più dei tuoi genitori” proprio per questo motivo: la tua psiche transpersonale, il tuo Sé superiore sono più elevati dell’educazione che hai ricevuto.
La “madre contenitore” che genera “Imprinting“, fa si che venga a crearsi la “lealtà invisibile“, ovvero un coacervo di strutture, convinzioni e credenze all’interno delle quali ci ritroviamo volenti o nolenti a credere che:
“Ma io voglio bene a mia madre, non voglio vederla soffrire!”
“Non posso farle questo, sai che casino verrebbe fuori?”
“Sta diventando anziana, non posso fare come voglio!”
Ma queste strutture vanno riviste, pena il continuo ruotare nel girone degli ignavi.
Ignavi è il termine solitamente attribuito alla categoria dei peccatori incontrati da Dante Alighieri nell’Antinferno, durante la narrazione fantastica del suo viaggio nel regno dell’oltretomba all’interno della Divina Commedia. Essi sono aspramente descritti nel Canto III dell’Inferno. Questi dannati sono coloro che durante la loro vita non hanno mai agito né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte. Tra essi sono inseriti anche gli Angeli che non si schierarono nella battaglia che Lucifero perse contro Dio. (cit. Wikipedia)
Se vogliamo utilizzare un termine meno romanzato, più “contemporaneo“, possiamo dire che lo svilupparsi della psiche nella dimensione transpersonale, liberandosi dei legami di attaccamento ormai desueti, prende il nome di “individuazione“. Per Jung, è sinonimo di quel processo psichico unico e irripetibile di ogni individuo che consiste nell’avvicinamento dell’Io con il Sé, cioè con una crescente integrazione e unificazione dei complessi che formano la personalità. L’avvicinamento avviene tramite l’attribuzione di significato ai simboli e la loro interpretazione che l’individuo incontra durante la sua vita. (cit. Wikipedia)

Dermoriflessologia – la placca della madre – come utilizzarla

La placca cutanea che contatta gli aspetti legati alla madre e ci permette la loro rielaborazione è funzionale al riequilibrio della figura materna e al rapporto che abbiamo con essa. La posizione della placca cambia in caso sia vivente o defunta.
dermoriflessologia placca madre

Dermoriflessologia – la placca della madre – posizione

La placca cutanea per la madre VIVENTE si trova sul dorso dell’antibraccio sinistro, a cavallo della linea assiale, ovvero la linea che divide il braccio in due, con uno spostamento di 3mm. verso l’esterno, ovvero verso l’indice, in un piano che passa 2cm. sopra la linea articolare della mano.
La placca cutanea per la madre DEFUNTA si trova seguendo le stesse coordinate ma sulla faccia interna dell’antibraccio sinistro.
Questa placca ha un diametro di circa 1cm.

Dermoriflessologia – la placca della madre – reperimento

Per reperire il corretto posizionamento della placca cutanea, è sempre utile portare l’attenzione sulla madre, attraverso un’immagine, un ricordo, una sensazione. Se siamo consapevoli di un conflitto esistente, o vi sono diversi conflitti che ci allontanano dalla figura materna, è consigliato focalizzarsi su di essi, mentre si evoca il genitore, per poi andare al reperimento della placca. È possibile anche posizionare il palmo della mano sinistra su una foto del genitore.

Dermoriflessologia – la placca della madre – la spirale di rame

La via più comoda per stimolare le placche da casa è quella di apporre una spirale di rame delle dimensioni indicate, in senso antiorario dal centro (orario dall’esterno verso l’interno) per tenerla tre giorni e utilizzare i sogni come sblocco emozionale. Nei nostri corsi e in Accademia, facciamo esattamente questo. I risultati si sono dimostrati oltre ogni aspettativa.

Uno strumento GRATUITO che ti offriamo è il webinar che abbiamo tenuto proprio sul rapporto con la madre, dove trovi applicati i concetti qui descritti e anche il lavoro con le tecniche energetiche. http://Modelli operativi interni
Per oggi è tutto. Buon lavoro. Buona vita.
Autore: Max Volpi
Fonte: dermoriflessologia – la placca della madre

 

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