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La placca cutanea è una piccola area di pelle di circa 1cm. che può essere stimolata per entrare in connessione con aspetti inconsci della propria natura animica. Secondo Assagioli e la sua psicosintesi, la psiche, ovvero l’anima è una struttura permeabile che ci consente di interagire continuamente con l’inconscio collettivo.
La caratteristica fondamentale della psicosintesi è di comprendere nella propria prassi anche lo sviluppo spirituale della persona, inteso quindi come possibilità di integrare armonicamente diverse dimensioni della psiche, un processo già presente nella psicologia di Jung e noto come individuazione. In particolare per Assagioli è essenziale, nel processo di sviluppo spirituale, entrare in contatto con il Sé trans-personale, ovvero superare quei limiti “che noi pensiamo essere reali”, che spesso delimitano la nostra esperienza sulla terra e che chiamiamo, ad esempio, educazione.
Oggi si fa un gran parlare di diritti, di libertà, ma l’unica vera reale libertà è nel trascendersi.
Liberarsi significa smettere di reagire alle strutture che ci vengono imposte da ciò che abbiamo vissuto, da come abbiamo vissuto ciò che abbiamo vissuto ed accedere a una forma esperienziale della realtà più ampia che ci connetta al nostro Sé trans-personale attraverso appunto quella che Jung chiama individuazione, che consiste ovvero nell’avvicinamento dell’Io con il Sé, cioè con una crescente integrazione e unificazione dei complessi che formano la personalità. L’avvicinamento avviene tramite l’attribuzione di significato ai simboli e la loro interpretazione che l’individuo incontra durante la sua vita. Il simbolo lo si può trovare nel mondo interno e nel mondo esterno.
Alcuni tra questi simboli rappresentano per molti esseri umani un confine invalicabile perché rappresentano non solo un confine, ma anche una conferma della propria esistenza.
La figura materna e la figura paterna non solo sono genitori, non solo sono due creature in carne ed ossa, ma rappresentano anche, a un livello più ampio, la nostra esperienza del maschile e del femminile.
Accade allora talvolta, anzi spesso, che si rigetti la responsabilità dell’esistere in seno a una famiglia, soprattutto quando le condizioni sono tutt’altro che ideali, e si declini l’incombenza ai genitori.
“Cosa posso fare se ho avuto dei genitori così?”, sento spesso dire alle persone. Come se le lezioni animiche che abbiamo scelto di imparare fossero responsabilità di altri. Siamo in un momento storico in cui non è più possibile delegare queste scelte, c’è un’accelerazione fortissima nella capacità che il tessuto dell’Universo ha nel trasportare le informazioni e, anche se non è “carino dirlo”, è in atto quella che Igor Sibaldi chiama una speciazione, ovvero una naturale differenziazione tra esseri umani che scelgono, seppur nella sofferenza del capire, la consapevolezza, e invece chi quello sforzo non lo vuole proprio fare.
Ricordiamoci che è l’intento che guida. Se c’è l’intento, l’inconscio si uniforma.
Allora!
Come possiamo elaborare le figure genitoriali, facendo individuazione, andando ad indagare il nesso archetipico che ci lega ai nostri genitori, cominciando ad attribuirci la responsabilità di avere scelto a livello inconscio, o animico, quel padre e quella madre (che tanto ci hanno fatti soffrire, p o v e r i n i n o i ?)
La Dermoriflessologia sicuramente ci offre una via di inestimabile valore, una corsia preferenziale perché, in totale autonomia ci permette, una volta che abbiamo preso un po’ di confidenza con il mezzo, di connetterci al nostro inconscio e caricare e scaricare dati utili alla nostra crescita.
Sotto questo punto di vista, la Dermoriflessologia non differisce dall’entrare in Matrix.
Il prezzo che dobbiamo pagare per questo viaggio di connessione con gli aspetti trans-personali della psiche dove risiedono gli archetipi delle figure genitoriali è altissimo: una pinza, del filo di rame, una penna luminosa.
In altre sedi ho ormai ampiamente spiegato come realizzare una spirale di rame per fare Dermoriflessologia in completa autonomia, per cui ti rimando ai suddetti articoli.
La figura del padre può essere vivente o defunta. La posizione della spirale cambia.
Il diametro della spirale è di 1cm. Essa va posizionata sempre seguendo il proprio sentire, NON a caso, individuando la placca cutanea per mezzo della penna luminosa. Una volta identificata l’area, basta apporre la spirale e lasciarla in sede per tre giorni.
Saranno tre giorni in cui, attraverso i sogni, ovvero il linguaggio preferito dall’inconscio, potremo elaborare la figura paterna e diversi aspetti collegati ad essa. Ovviamente il trattamento è ripetibile NON più di una volta a settimana, e questo fa, a mio avviso, della Dermoriflessologia uno dei più importanti strumenti di crescita presenti oggi nel panorama dei sistemi di crescita interiore.
dermoriflessologia placca del padre
Fonte: ARMONIA EMOZIONALE – La Placca del Padre
http://www.armoniaemozionale.it/
 
 
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